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Flashback
(Song: Remind me to forget-Kygo)
Il ritorno ad Hogwarts per Meg fu abbastanza tranquillo.
Incontrò Regulus Black accanto alla classe di trasfigurazione.
«Regulus.»
Meg si avvicinò, sorridendo, e Regulus ricambiò il saluto.
«Mon chéri, ti trovo in forma»
«Che hai fatto al volto?»e senza indugiare oltre lei gli prese il viso, e passò delicatamente le dita sullo zigomo violaceo del ragazzo.
Regulus deglutì e continuando a mantenere un tono dolce, le disse:
«È stato il regalo di Natale di mio padre, carino eh?»
Meg lo guardò tristemente, tolse la mano e lo abbracciò.
«Mi dispiace tanto.»
Regulus non disse niente, la avvolse con le braccia e avvertì una leggera fitta al petto, come se qualcosa stesse per scoppiare.
Regulus arrossì violentemente e sciolse l'abbraccio.
«Mon chéri, farai tardi agli allenamenti. Ho sentito che si inizia stasera.»
«Ma... di già? Dobbiamo prepararci.»
Meg prese la mano a Regulus e fece per tirarlo, ma lui non si mosse.
«Reg?»
«Vuoi che assista?»
«Ma, devi allenarti anche tu-»
Regulus schioccò la lingua sul palato e si sciolse in una risata carica di sarcasmo.
«Hai dimenticato che mi manca un arto?»
Meg lo guardò con un sopracciglio alzato, come se non cogliesse il punto del discorso.
«Puoi giocare lo stesso.»
«Scordatelo.»
«Sei caduto, non vuol dire che accada di nuovo.»
«Ho detto di no.»
«Fidati di me, Regulus. Tu non cadrai più.»disse con tono deciso la ragazza incrociando le braccia.
Regulus la guardò negli occhi, inevitabilmente lesse la sua mente, sorrise e poi le tese la mano.
«Promettimi che mi ricorderai di dimenticare che mi manca un arto.»
Meg ricambiò il sorriso e gli strinse la mano.
«Promesso.»
I due si incamminarono verso i rispettivi spogliatoi, indossarono le divise da Quidditch e raggiunsero il campo.
Regulus osservava i movimenti aggraziati di Meg, mentre saliva sulla scopa e mirava verso il cielo, e per un piccolo istante immaginò di essere una rondine per poterle volare accanto...
Ed eccola di nuovo, quella fitta al petto così forte, eppure così ricca di adrenalina.
Montò sulla scopa, cercando di non perdere l'equilibrio e ci riuscì.
Meg atterrò accanto a lui.
«Reg, puoi farcela.»
Ma appena stava per alzarsi in volo, Regulus ebbe un intenso capogiro, scese lanciando sul prato la scopa.
«Non posso.» sussurrò a denti stretti.
Meg guardo la scopa e poi il ragazzo.
«Regulus Black, non mi importa se non hai un fottuto arto, o se il Natale non è stato dei migliori, e non mi importa un fico secco se sei caduto. Non puoi farti prendere dalle tue strafottutissime emozioni, capito?! Se fai una cosa che ti piace e in cui sei bravo, non devi permettere che il resto ti pervada. Quindi muovi il tuo sedere purosangue e sali su quella maledetta scopa!»
Meg aveva parlato a voce alta, con i pugni stretti.
Regulus la guardò con gli occhi sgranati, quasi intimidito dal tono autoritario, poi però scoppiò a ridere.
«Tu passi troppo tempo con mio fratello, mon chéri.»rispose Regulus con un ghigno divertito.
Inevitabilmente Meg pensò al "tempo passato con Sirius" e arrossì violentemente sperando che Regulus non le leggesse nella mente.
Purtroppo per entrambi, lo fece e Meg se ne accorse dalla sua espressione.
«Okay, smettila.»lo rimproverò, nascondendo un sorriso.
Regulus però continuò a ridere, nonostante quei pensieri gli avessero dato particolarmente fastidio.
«Mi scusi, mademoiselle.»disse ironicamente per poi riprendere la scopa e salirci.
I due volarono insieme, e, mentre si allenavano, si scambiarono occhiate complici, solo che Meg era in netto svantaggio: non poteva leggergli la mente e nemmeno chiuderla.
E fu meglio così, perché Regulus non stava pensando solo al Quidditch, ma alle labbra della ragazza che si piegavano in un sorriso spontaneo.
Capì finalmente il motivo di quella fitta e la cosa gli parve così sbagliata che per qualche minuto si vergognò.
Dopotutto Meg era la ragazza di suo fratello, e non gli parve giusto ammettere di avere una cotta per lei.
Decise di dimenticarsi quell'importante dettaglio e continuò ad ammirarla.
«Tutto bene?»gli chiese, avvicinandosi in volo.
Regulus alzò le sopracciglia e annuì senza smettere di guardarla negli occhi.
«Sto morendo di fame.»esordì lei tenendosi lo stomaco.
«A-Anch'io.»
Regulus tossì per nascondere l'imbarazzo di aver appena balbettato davanti a lei, poi fece rotta verso il prato, seguito da Meg.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora