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Hogwarts (Meg)
«Sei stata tu, vero?!»urla Silente avanzando verso di me.«Non dovevi intervenire!»
Poso il mio bicchiere di vodka babbana sulla scrivania e gli sorrido spensierata.
«Oops, il povero drago si è rotto le corna?»dico ironicamente.
Silente scuote la testa in segno di discordia.
«Harry è salvo, sta bene?»domando.
«Le prove non sono finite mia cara, non sono finite.»
«Bene, sarò lieta di aiutarlo ancora.»
«Basta così. Prima ed ultima volta. Senza rendercene conto sta volando un altro anno...»
Annuisco guardando il fondo del bicchiere che ho ripreso.
Chissà come sarei se non fossi morta, non ricordo neanche più il mio compleanno, forse è già passato?
Mi schiarisco la voce, e senza dire una parola butto giù l'ultima goccia della bevanda.
«Forze oscure, Meg. Wendy le ha fiutate ecco perché è irrequieta.»osserva Silente guardando Wendy correre avanti e indietro per lo studio.
«E se tornassi adesso?»oso domandare.
«Meg, ancora? No! Non adesso.»
Alzo gli occhi al cielo e lancio il bicchiere contro la parete.
I pezzi di vetro sono innumerevoli e la faccia di Silente esterrefatta.
«È la seconda volta! Perché fai così?»chiede preoccupato.
«Perché sono stanca di aspettare!»urlo.
Il preside si smaterializza lasciandomi alla mia ira, che non riesco ad avvertire ma vorrei tanto.
Un'ira che non mi appartiene del tutto, ma che comunque parte dal mio senso di vendetta.
Londra
Mi materializzo nel bagno di un locale che è sudicio.
«Oh merda, dove sono finita?»impreco contro la porta chiusa.
«Bombarda!»punto la bacchetta contro la porta sbarrata.
«Questi babbani che chiudono i bagni vecchi in modo barbaro li odio! O lo odierei se provassi qualcosa.»
Io penso le emozioni, non le provo.
Un uomo sulla cinquantina si avvicina a me con fare minaccioso.
«Vuoi fare un giro bellezza?»chiede mostrando i pochi denti puliti che gli sono rimasti in bocca, è visibilmente ubriaco.
Lo fisso e lui sbatte a terra, ai miei piedi.
«È stato veloce.»noto, non ho avuto bisogno della bacchetta.
Mi siedo a un tavolo scosceso e sporco.
Una signora si siede di fronte a me.
È vestita di rosso, ha un turbante viola, le rughe ricoprono il suo viso e le sue mani raggrinzite. Ha il rossetto sbavato e un mazzo di carte in mano.
«Vuoi che ti legga il futuro?»domanda con malizia.
«Non credo di averne uno.»rispondo sorridendo.
«Mia cara, perché non provi?»
A scuola ho studiato divinazione e ho letto qualche libro a riguardo.
Quelle dei babbani sono predizioni errate.
Tanto vale provare.
«E va bene.»acconsento.
Soddisfatta la signora posiziona le carte ed estrae dalla sua borsa di pelle (credo sia coccodrillo) rovinata una sfera di vetro.
Sarà divertente, penso all'emozione del divertimento.
«Carte o sfera?»
Vorrei ridere ma mi trattengo.
«Sfera.»
«Dammi le mani.»chiede.
Le porgo le mani e lei le afferra con forza, facendomele poggiare sulla sfera.
«Oh sì, vedo grandi cose!»
Sul serio?
«Me le dica, avanti!»la invito.
La signora alza le sopracciglia tatuate lasciando intravedere la palpebra fissa distesa, e non pendente come era prima.
Che brutto spettacolo. Io non posso invecchiare ed è una cosa buona, non ci tengo a diventare così.
«Vedo un uomo, alto ed elegante, che aspetta qualcuno, qualcuno che non arriva.»
La noia che emana è indescrivibile.
«L'uomo ha diversi tatuaggi, i baffi non curati e uno sguardo triste.»
Interessante, come no.
Mi fa spostare le mani girando anche la sfera.
«Che strano, l'uomo è scomparso, al suo posto c'è un'altra persona, un giovane uomo, dalla pelle candida e immacolata, ha un tatuaggio singolare sul braccio sinistro...»
La signora mi volge uno sguardo allarmato, sgranando gli occhi.
«DISGRAZIA! DISGRAZIA!»urla portandosi le mani alla bocca.
Sussulto e insieme a me gli altri clienti del locale.
«MORTE!»urla ancora la signora.
Poi mi prende le mani, io mi libero e mi avvio all'uscita.
Dovrei essere turbata.
«Il tuo cuore batterà ancora, lo so!»urla la signora cercando di rincorrermi.
Sono confusa, molto.
Quelle dei babbani sono tutte predizioni errate.
È una ciarlatana, nulla di più.
Il cuore? Una sciocca coincidenza dettata dalla sua natura di imbrogliona.
Un uomo con uno sguardo triste e un altro con la pelle candida!
Stronzate! Sono stronzate!
I babbani non mi stupiscono mai.
Faccio una passeggiata per il centro commerciale, giusto per dare un'occhiata a qualche vestito che sia di mio gusto.
«Hey bella! Hai da accendere?»sento in lontananza e mi giro di colpo.
Un gruppo di ragazzi indicano una sigaretta, sono seduti su una panchina e hanno l'aria di avere più o meno la mia età... forse anche di meno, saranno quattordicenni.
«Sei sorda? Hai da accendere?»domanda uno di loro.
Mi avvicino.
«Solo se me ne offri una.»il ragazzo ha lo spazio in mezzo ai due incisivi, è un po' robusto e i capelli sono spettinati.
«Grazie.»
Prendo la scatola di fiammiferi che ho in tasca per le emergenze o per non dare troppo nell'occhio.
Accedo le sigarette dei ragazzi con pazienza e poi accendo la mia.
«So che questa roba fa male.»
«Tutto è nocivo.»risponde il ragazzo.
Mentre porto la sigaretta alle labbra ricordo la prima volta che ne ho fumata una.
In realtà non ho neanche finito di farlo, perché lui me l'ha presa e l'ha fumata al mio posto.
Sorrido inconsapevolmente.
Mi allontano continuando a fumare.
La punta della sigaretta diventa cenere e io inalo il fumo.
Vorrei apprezzare il senso di assuefazione, ma non ci riesco.
Un mese dopo
Ho comprato più di venti pacchetti di sigarette, di tutte le marche possibili al mondo babbano.
Menta, mirtillo, fragola, tabacco al cioccolato, mela, zenzero.
«Cos'è questo odore?»domanda Silente entrando nello studio.
«Sigarette, sono uno sballo, vorrei godere dei gusti ma...sai...»mi indico e sorrido.
Albus mi guarda con disprezzo e poi scuote la testa.
«Rovinano gli organi interni!»
«Se solo fossi viva!»aggiungo ridendo.
«Sei proprio come lui, fatti l'uno per l'altra.»
Mi accendo un'altra sigaretta mentre osservo i miei capelli allo specchio.
«Non è necessario avere vizi. Puoi passare per qualcun altro anche rimanendo fedele ai tuoi principi.»
«Rilassati, non è così grave.»rispondo girandomi.
«Harry cresce ogni giorno di più, sai?»
«Peccato che non posso vederlo...»continuo sarcastica.
«Preparati Meg, perché domani tu diventi la nipote del preside.»
Lo guardo negli occhi.
Non ci credo, starà scherzando.
«Che? Cazzo, sei proprio strano!»dico cacciando il fumo dalle narici.
«Non essere volgare.»mi riprende aggiustandosi il cappello.
Sbuffo trattenendo la risata.
«Stavo dicendo, tornerai a scuola, ma diventerai mia nipote, chiaro? Lontani parenti in comune, nulla di più, hai già un nome falso?»domanda.
«Se potessi provare qualcosa direi di essere stupita dalla tua acuta scaltrezza, comunque sì, ho pensato di cambiare il cognome, per esempio Cooper. Mh? Megan Cooper, direi che si può fare? Una ragazza purosangue che ha dovuto lasciare la sua cara nonna in Irlanda e si è trasferita nella fredda e rigida Inghilterra, ad Hogwarts, direi che non fa una piega, vero?»
Il preside stringe le labbra e mi porge un sorriso complice.
«Serpeverde.»
Serpeverde
Spengo velocemente la sigaretta nel porta cenere di metallo comprato a Londra.
«Assolutamente.»
Così potrò vendicare il mio assassino. Avrà forse dei figli? O semplicemente apparirà ad Hogwarts? L'unico modo è tornare in pista, anche da serpeverde.
«Diremo che ti sei sottoposta allo smistamento con me in persona, per quanto riguarda i professori, non devono saperlo.»bisbiglia Albus.«Saresti sorpresa se incontrassi vecchi amici, Meg.»
Alzo gli occhi al cielo.
Ecco le sue massime criptiche.
Quando Silente se ne va, mi affetto a cercare la bacchetta.
«Il colore dei miei capelli...devo cambiarlo.»
"Sono così belli i tuoi capelli, Meg. Morbidi e lucenti, di questo castano chiaro ramato."
«Perdonami mamma.»dico facendo un respiro profondo.
Qual è l'immagine che voglio dare di me?
Punto la bacchetta ai miei capelli, lancio un incantesimo senza pronunciare la formula, solo pensandola e i miei capelli mutano.
Diventano più chiari, di un bel biondo dorato, diventano anche più lunghi e folti.
Ora sono diversa. Sono completa.
Questa è Megan Cooper.
Capelli biondi, viso truccato, vestiti scollati, fumatrice e bevitrice, serpeverde, purosangue.
Manca solo qualcosa, l'anello, devo toglierlo.
Prendo l'oggetto e lo conservo in un piccolo scrigno sotto il materasso.
«Sto arrivando vigliacco, ci vediamo presto.»
Spengo le luci e metto la bacchetta sotto al cuscino.
Non ho idea di come andrà domani, forse sarà più semplice di quanto credo.
O forse no.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora