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Hogwarts (Meg)
Trascorro un bel po' a parlare con Harry e Ron, entrambi poi si dirigono in classe, la sala si svuota e io rimango sola con i miei pensieri
«Signorina Cooper.»un uomo vestito di nero si avvicina al tavolo serpeverde, ha i capelli scuri lunghi che gli cadono sul collo e uno sguardo cupo.
«Mi scusi?»domando.
«Suo zio vorrebbe parlare con lei, può gentilmente seguirmi?»
In effetti non mi sono accorta che Silente non è più qui.
Mi alzo, dando un'ultima occhiata a Draco.
«A dopo.»dico rivolgendomi ad Harry.
Il professore (da come ho intuito) mi fa strada per i corridoi della scuola.
Devo dire che non è cambiato nulla, ricordo ancora quando passeggiavo per questo posto o correvo perché ero in ritardo. I quadri si muovono sempre allo stesso modo, con le solite espressioni, mi osservano, ma non penso che si ricordino, oppure sì, e comunque tacciono, come se tra me e loro fosse stato sancito un patto silenzioso di massima segretezza: in qualche oscura maniera Hogwarts sa, e non dimentica.
All'improvviso, il professore si gira e mi afferra il viso.
Io non sapendo cosa fare resto immobile e non muovo un muscolo.
«Megan, eh? Assomigli tanto a una tua, come dire, omonima.»scandisce lentamente.
Mi sforzo di ricordare se l'ho già visto in passato: occhi scurissimi, capelli corvini e unticci, naso importante.
«Severus! Cara nipote, vedo che hai fatto la conoscenza del professore Severus Piton.»Silente si palesa dietro di me, così il professore mi lascia di scatto.
Piton? Quel Severus Piton?
«Meg, cara, devi sistemarti nel tuo dormitorio, non trovi?»
«Trovo.»sorrido.
Riprendo la sigaretta e poi i fiammiferi e la accendo.
Piton mi guarda impassibile, come se per lui fumare non fosse una novità.
«Devi comprendere Severus, mia nipote è alquanto eccentrica.»mi giustifica Albus.
«Lo vedo.»osserva lui alzando le sopracciglia.«I tuoi bagagli sono già stati sistemati, signorina Cooper, il signor Malfoy la condurrà nei sotterranei, è lì che alloggiano i membri della sua casa.
Beh come si dice? Dalle stelle alle stalle!
Ammetto di averlo pensato, e ammetto che il mio modo di agire è da maleducati, mi piace.
Draco ha le braccia conserte e lo sguardo arcigno.
Lo seguo senza dire una parola.
«Seguimi.»dice.
«Lo sto facendo.»rispondo seccata.«Sei ancora arrabbiato?»domando mettendomi accanto a lui.
È più alto di me, come avevo già capito e il suo sguardo è così freddo.
«Non siamo amici, Cooper.»sentenzia.
Scoppio a ridere.
Devo essere sua amica, altrimenti il mio piano andrà in frantumi.
«Ti burli ancora di me? Sei qui da poche ore, e già trovi il modo di spassartela?»urla, ma continua a camminare accelerando il passo.
Continuo a fumare, poi lo raggiungo e caccio il fumo dalla bocca sulla sua spalla.
«Hai ragione, sai? Sono stata una maleducata, avrei dovuto fare la brava ragazza, perdonami!»mi porto una mano alla fronte in una mossa teatrale.
Lui mi ignora.
L'ingresso consiste in una porzione di muro di pietra, che scivola a lato, consentendo l'accesso. Due sculture raffiguranti due cobra potrebbero animarsi se dice la parola d'ordine errata. Mi ricordo come funziona perché ci sono già stata anni fa...
«Purosangue»sussurra Draco.
Poi si gira verso di me e mi avverte«Ricordala bene, è la parola d'ordine e se la sbagli potrebbe accaderti qualcosa di terribile.»sogghigna.
«Uhhh, due viperette non mi fanno paura.»
«Sono dei cobra.»precisa lui in tono di scherno.
«Fa lo stesso.»farfuglio.
«Lo trovi divertente, Cooper? Continui a contraddirmi?»
Oh certo.
«Sei un ragazzo nervoso. Molto.»
Il mio approccio con lui è davvero poco conveniente.
«Mi hanno anche detto che sei poco affabile...»continuo.
Lui si volta di scatto e si ferma.
Noto che ha la cravatta dell'uniforme storta.
«Scommetto che te l'ha detto Potter, non è così? E anche quel buffone di Weasley, quel poveraccio!»
Il modo in cui parla dei suoi compagni di scuola, l'espressione del viso, il tono della voce, la vena sulla fronte che minaccia di esplodere.
Mi avvicino a lui, e gli aggiusto la cravatta verde con dettagli color argento, come i colori della sua casa.
«Scusa, sembravi ancora più ridicolo dei tuoi discorsi. Draco, quanto ci vuole per raggiungere la mia stanza? Sai sono stanca. Credo che le lezioni le inizierò domani...»dico con un tono basso.
Scuote la testa e continua a camminare, arriviamo in una stanza molto bella, la luce è verdastra.
«Siamo sotto...»
«Il lago Nero, sì.»conclude lui.
Le pareti sono meravigliose, e dai vetri si possono ammirare le profondità del lago., ma io odiavo questo posto, mi facevano altamente impressione le creature marine, e diciamo che tutto quel buio non giovava. Adesso non ci faccio nemmeno caso, ma come anni fa, ringrazio che non sia la mia casa.
Le poltrone in pelle nera e i tavoli sono affascinanti ed estremamente eleganti. Cinque camini si susseguono nella Sala comune, e vi sono dipinti di ogni genere, che conducono alla piccola biblioteca.

Finalmente arriviamo a una scala in mogano intarsiata di sculture serpentine che dovrebbe condurre ai dormitori, che, a differenza di quelli grifondoro, non sono divisi in maschile e femminile. Una volta al piano di sopra, la mia futura stanza non si prospetta niente male.

«Devo andare a lezione, Cooper.»
«Chiamami Meg.»sussurro alzandomi sulle punte, tentando invano di arrivare al suo orecchio.
Lui deglutisce, come se fosse imbarazzato, poi va via.
Apro il mio baule e sistemo la mia roba, poco per volta, senza fretta, poi mi stendo sul letto a baldacchino.
Le tende sono verdi e argento, sono quasi meglio di quelle dei grifondoro, ora che ci penso, chissà se sono cambiate.

La scrivania e l'armadio sono in legno massiccio di un colore molto scuro, e il finestrone purtroppo affaccia sempre sott'acqua.
Sento come se dovessi avere un contatto con la mia vecchia casa, e forse Harry lo rappresenta, eppure non basta.
Un'aria oscura si abbatterà sul mio corpo, me lo sento.
Un miagolio interrompe i miei pensieri, Wendy.
«Che ci fai qui? Va' via!»bisbiglio.
Lei per tutta risposta salta sul mio letto e mi osserva.
«Non guardarmi così, lo sai da che parte sto, giusto?»domando più a me stessa che a lei.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora