Song: (Grimmauld Place) Wish you Well (Katie Herzig)
(Meg)= Chasing cars (Sleeping at last)
Grimmauld Place nº12 (Meg)
«Che significa?»
Remus mi ha spiegato tutto: la trappola escogitata da Voldemort per prendere quella profezia: "Nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive", Voldemort l'ha fatta avverare, ma ha voluto comunque sentirne la fine.
Voldemort, tramite una visione, ha fatto credere ad Harry che Sirius fosse in pericolo, Kreacher ha mentito, confermando i suoi sospetti (i due avevano comunicato attraverso il camino in cucina). E poi Sirius è andato salvare Harry, perché il Signore Oscuro ha fatto la sua comparsa e Silente l'ha fermato.
Sirius ha oltrepassato il Velo nero dell'Arco di pietra, nell'ufficio ministeri (al ministero).
E' la divisione tra la vita e la morte.
Chi oltrepassa il velo non può tornare indietro.
Harry ha sbagliato, non è colpa sua.
Remus ha lo sguardo perso e il viso bagnato dalle lacrime, siamo accanto al camino: nessuno dei due si siede.
«Meg... Sirius è morto.»chiude gli occhi quando me lo dice.
Dirlo ad alta voce aiuta, o almeno così ho letto in qualche stupido libro anni fa.
Remus però non mi sta aiutando: perché io non sento niente.
«Sirius è morto.»ripeto.
Remus si avvicina, ma io lo fermo.
«Sirius è morto.»continuo a ripetere guardandomi intorno.
«Lo sentirei se fosse così.
Sentirei il mio cuore andare in pezzi. Sentirei lo stomaco pesante e gli occhi pizzicare. Sarei disperata, morirei dal dolore.»la mia voce è pacata e tranquilla.
«Kreacher non c'è, si sarà nascosto. Meg... mi dispiace, è morto.»Dora interviene scoppiando a piangere tra le braccia di Molly, anche lei in lacrime.
«No. Sirius è vivo, forse si è fermato da qualche parte, sbucherà fuori.
Lo so. Non...SMETTILA DI PIANGERE, PORCA MISERIA!»urlo rivolta a Dora, che mi guarda e poi continua a singhiozzare finché Molly non la porta in cucina.
Non sento nulla.
Il mio cervello sta per scoppiare, ma io non sento nulla.
«Remus, Sirius è vivo.»ripeto.
Remus scuote la testa.
Gli spiego la questione dei patroni, e ripetendola non posso fare a meno di constatare che mi sta dicendo la verità.
Sirius è morto.
«Chi è stato?»sussurro, chiudendo gli occhi, vorrei piangere, arrabbiarmi.
Non sento niente.
«Bellatrix Lestrange, sua cugina...»Remus ha la voce tremante.
Rimango in silenzio, vorrei davvero provare quello che prova Remus.
Non riesco neanche ad essere invidiosa delle sue sensazioni.
«La ucciderò. Ucciderò tutti I Lestrange e tutti i Malfoy. Anzi, tutti i mangiamorte: è una promessa.»deglutisco e afferro la mia bacchetta dirigendomi verso la porta d'ingresso.
Remus mi afferra la mano.
«Non farlo! Sei impazzita?»
«Lasciami andare.»sibilo.
«Non puoi...»
«Io non posso? Ci sono molte cose che non posso fare, e uccidere quella megera non è tra queste. Sai cosa non posso fare Remus? Piangere! Io non sento nulla, non sono neanche arrabbiata. Tu puoi disperarti, io posso uccidere.»
«Tu... non cambierà nulla!»
«Lo so, forse continuerò a non sentire nulla, ma almeno Bellatrix sarà morta. Mi è rimasto questo: il cervello e il ricordo delle emozioni, ma non cosa provocano. Gli spasmi, il batticuore, il rossore... nulla. Ora lasciami andare.»
Remus mi lascia la mano, si gira e si prende la testa fra le mani.
«Non puoi ucciderla! NON ORA.»urla.
«Tu non capisci, Remus.»non urlo.
Remus mi prende le mani.
«Dobbiamo pensare a Harry.»
Harry...
Lui ha visto morire Sirius.
Sarà distrutto.Hogwarts
Le cose brutte succedono.
Le cose necessarie anche.
E spesso precedono le cose cose brutte.
Allora ci saranno due sole reazioni possibili: affrontare il dolore o distruggersi tentando di non pensare o solo perché si pensa di meritarsi la distruzione.
Harry ha visto morire Sirius davanti ai suoi occhi.
Ha visto Bellatrix Lestrange ucciderlo, senza pietà.
Sirius non tornerà indietro.
È morto con la risata ancora stampata in volto, dopo aver provocato Bellatrix.
Harry sta rompendo tutti i soprammobili nell'ufficio di Silente, quest'ultimo cerca di tranquillizzarlo, fallendo.
Harry ha un senso di colpa che sta per divorarlo.
«NON MI IMPORTA! NON MI IMPORTA DI NULLA!» continua ad urlare, senza fermarsi.
Silente ha le lacrime agli occhi.
La reazione di Harry è positiva: sta affrontando il dolore, si sta sfogando, sta esprimendo le sue emozioni...non si sta distruggendo.
Harry vorrebbe scappare, lontano.
Non sentire nulla...
L'unica persona, per Harry, con la quale poter crollare è Meg.
Vuole abbracciarla, magari lasciarsi consolare.
Silente spiega a Harry il valore della profezia... Il perché non gli sia stato vicino, e soprattutto:
«Voglio che tu ti ripeta che ciò che è accaduto a Sirius non è colpa tua.
Hai capito? Non è colpa tua.»
«Ho distrutto la mia famiglia! L'ho distrutta! Sirius e Megan avevano dei progetti! Ho mandato tutti in pezzi.
Come crede mi guarderà Meg?
Mi odierà. Sirius doveva sposarla! Dovevamo essere una famiglia!
Una famiglia vera.»Harry piange e urla, è arrabbiato, deluso.
«Loro si amavano molto, lo so.
Non sei stato tu a distruggere questa possibilità, la possibilità di una famiglia felice. Megan non ti odierà.»
«Solo perché non può provare nulla! Sirius era anche l'unica persona che potesse farle sentire qualcosa!
L'unica speranza per essere viva!»
«Sirius era un ragazzo coraggioso, un uomo forte e intelligente. Sapendoti in pericolo non poteva lasciar correre, è quello che un padre avrebbe fatto: aiutare suo figlio. James e Lily hanno fatto lo stesso. Megan ti ha aiutato con lo Spinato, con le cicatrici sulla mano e molto altro, come una madre.
Lei è viva e non ti darà la colpa.»
«Non voglio stare qui. Voglio andare da lei... voglio che mi stia vicino.
Ho bisogno di lei.»
Harry cerca disperatamente un conforto materno.
Silente gli porge un soprammobile ancora intatto.
«È una passaporta.»sussurra il preside.
Harry la afferra, e in pochi secondi si ritrova nella casa di Sirius.
Megan è in piedi, Remus è in lacrime.
Harry guarda Megan, con gli occhi pieni di lacrime.
Lei non sembra neanche sconvolta.
Harry cade in ginocchio, piangendo e continuando a ripetere 'mi dispiace'.
Megan chiude gli occhi, porge la sua bacchetta a Remus.
«Andatevene tutti, ora devo pensare a...mio figlio.»dico sospirando.
Remus raduna gli altri membri dell'ordine, e insieme si smaterializzano altrove.
Megan guarda Harry sul pavimento, disperato, indifeso, arrabbiato.
Megan si china accanto a lui, lo abbraccia, stringendolo forte, facendogli male: a Harry va bene così.
«Tu non devi scusarti. Tu non hai fatto niente.»
«Lui...lui ha detto: "Torna a casa e stalle vicino"... poi mi ha chiamato... James... e poi lei...»non riesce a finire la frase.
Harry non si è mai lasciato crollare così, non si è mai fatto vedere in tale stato di shock.
Ma con Megan può farlo, può lasciarsi andare, con sua madre avrebbe fatto lo stesso.
«Io la ucciderò con le mie mani, se serve, te lo giuro.»
«Non voglio tornare ad Hogwarts, voglio stare con te.»Harry si asciuga le lacrime.
«Tu devi restare con me.»Megan gli accarezza i capelli, nessuno dei due vuole sciogliere l'abbraccio.
«Ascoltami, io non permetterò a nessuno di farti del male, tu promettimi di non abbatterti, hai tutta la vita davanti. Ora puoi crollare. Anche domani, e anche la settimana prossima, ma non puoi rimanere in pezzi per sempre.»
«Tu...perdonami...tu dovresti essere...»
«Arrabbiata? Distrutta? Non riesco a provare nulla. Però queste cose le penso... ma non riesco a crollare.»confessa Megan.
L'abbraccio si scioglie e i due si guardano.
Molto spesso le cose non vanno come dovevano andare. Non è mai stato facile.
Perdere l'amore di una vita, un possibile padre, un fratello, un amico.
Non è facile.
Tutti soffrono.
Remus è a pezzi: un altro suo amico è morto, e, in più, davanti i suoi occhi.
E Meg? Meg non è in pezzi.(Meg)
Harry e io siamo stesi sul pavimento, ho fatto apparire due cuscini.
«Non ce la faccio, non sono pronta a rivedere camera sua. Il senso di vuoto e di apatia si scontrerebbe con i ricordi felici. Potrei impazzire.»confesso.
Harry mi guarda e mi prende la mano.
«Voldemort mi ha posseduto. Silente mi ha soccorso e mi ha aiutato... e io l'ho aggredito.»
«Silente sa quello che fa. O almeno lo sa la maggior parte del tempo.»concludo.
«Voglio rimanere sul pavimento.»sbuffa Harry.
«Anch'io.»
Ore dopo, Harry è profondamente addormentato.
Io invece non riesco neanche a chiudere gli occhi.
Una piccola parte di me spera che Sirius spunti all'improvviso e si stenda accanto a noi.
Chi l'ha ucciso deve soffrire.
Sono già molto potente, anche senza bacchetta, non è abbastanza.
Tempo fa io e Sirius abbiamo discusso delle scorte segrete di sua madre.
Le scorte di veleno di vedova nera.
Che effetto avrebbero su di loro?
Li ucciderebbe all'istante.
E su di me?
Potrei diventarne immune, le lacrime della fenice corroderebbero il veleno, e io stessa potrei smaltirlo iniettandolo ad altri.
Per fare tutto questo però devo trovare anche un libro a riguardo, per saperne di più sul veleno in questione: sicuramente Walburga avrà tenuto un quaderno, un appunto.
Ora però non voglio muovermi, devo restare sola in casa per trovare il veleno.
Dovrei avere più sangue freddo del solito, se voglio agire non posso temere una camera.
La camera da letto di Sirius, devo entrare, e devo farlo subito.
Non morirò.
Anche se l'ho desiderato tutto il giorno.
Lentamente mi alzo e mi dirigo verso le scale.
Apro la porta.
Sospiro, non ho sentito nulla.
Mi stendo sul letto.
Sono passate solo ventiquattro ore dalla sua morte... a me sembra passata una vita.
Mi alzo e vado verso l'armadio, lo apro e inizio a stringere i vestiti di Sirius.
Non posso nemmeno sentire il suo odore.
Sotto alcuni mantelli piegati, noto un promontorio.
Sposto i mantelli, e noto una scatola molto grande.
Non è impolverata, deve essere stata messa qui da poco.
Al lato della scatola c'è una scritta:
"Per Sirius: Roba di Megan".
«Sono gli oggetti che ho lasciato...»sussurro tra me e me.
Apro la scatola, la prima cosa che noto è un oggetto alquanto singolare:
sembra un gioco per bambini, uno di quelli che si appendono alla culla e girano... dei piccoli draghi scheletrici che si muovono pendono dal gioco.
Poi trovo una serie di lettere ordinate, ma non le leggo subito.
Trovo una vecchia foto... una foto di me e Sirius durante il mio quinto anno.
Continuo a scavare nella scatola, e trovo il mio vecchio blocco per disegnare, ma non lo sfoglio.
In fondo alla scatola però, noto una scatolina dalla forma allungata e rettangolare.
Il sole è sorto ormai, almeno da ciò che si vede dalla finestra.
Ritorno a concentrarmi sulla scatolina.
La apro.
C'è un oggetto strano, non capisco cosa sia. Sotto è situato un pezzetto di carta.
"Il nostro piccolo tesoro. Ti aspettiamo." Dietro la scritta, un immagine... sembra una di quelle ecografie che usano negli ospedali, però si muove quindi è magica.
Guardo meglio l'oggetto dalla forma allungata, e un ricordo invade la mia mente.
So cos'è, è ovvio.
Io ero incinta.
Io aspettavo un bambino.
Ero incinta di Sirius, prima di essere uccisa.
Tutti quei discorsi sui figli... lui lo ricordava... non me l'ha detto.
Non me l'ha ricordato.
Perché?
Aspettavo un bambino...
...il figlio di Sirius.
STAI LEGGENDO
Born To Die
FantasyMegan è morta a 17 anni, ed è tornata in vita grazie ad Albus Silente. Non prova emozioni o sentimenti, non avverte odori, sapori, caldo oppure freddo, dolore o piacere. Non le batte il cuore. Sirius Black era il suo ragazzo prima di morire, e Lily...