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Hogwarts (Meg)
Silente mi ha convocata nel suo studio, chissà cosa ho fatto...
«Mia cara, ti trovi bene?»domanda porgendomi una tazza di tè che rifiuto scuotendo la testa.
«Mi trovo.»
«Ho notato che hai stretto amicizia con i compagni della tua casa. In particolare con il signor Malfoy.»bisbiglia l'ultima parte.
«Cerco solo di essere simpatica.»mi siedo e mi tolgo le scarpe, non posso sapere se sono scomode, ma a giudicare dai tagli sui piedi direi di sì.
«Posso fare qualcosa?»domanda.
«Guariranno in fretta.»dico mentre mi lego i capelli con un elastico.
Silente osserva la mia espressione, e si avvicina prendendo una ciocca di capelli e mettendomela dietro l'orecchio.
«Sembri proprio doversa, eh la gioventù!»si schiarisce la voce.«Spero che tu abbia intenzioni limpide e cristalline con chi ti sta intorno.»mi fa le spalle volgendo lo sguardo al finestrone.«Sai, il rischio è alto.»commenta.
Sorrido, e incrocio le braccia.
«Ho notato che Harry è identico a James.»
«Tranne che per...»
«Il naso, sì quello è di Lily.»
«Avrei detto gli occhi-»
«No, il naso.»insisto.
Ricordo il viso della mia migliore amica, meglio di chiunque altro, ricordo i particolari che nessuno ha mai notato, forse neanche la persona più vicina a lei.
«Puoi andare.»si limita a dire Silente.«Evita di fumare in classe, almeno in classe, tesoro.»aggiunge.
«Eviterò.»rispondo, rimettendo le scarpe.
Mentre corro nei sotterranei una voce a me nota cattura la mia attenzione.
«Malfoy! Credevo stessi male! Sei scappato due giorni fa e non ti ho visto più!»mi affretto a dire avvicinandomi.
Lui deglutisce, è così divertente vedere come cambia espressione.
«Il gatto ti ha mangiato la lingua? Stavi giusto facendo battute malefiche sul conto di Potter e adesso sembra che abbia visto un cadavere!»
Dovrebbe prendermi sul serio, insomma, un cadavere!!! Il mio senso dell'umorismo è andato insieme alla mia conoscenza sensibile!
«Sto bene, Cooper, davvero!»
Draco volge uno sguardo inquieto ai suoi due amici, la ragazza col caschetto e l'elegante rampollo di nome Blaise.
«Allora perché hai ansimato?»alzo la voce, così da farlo imbarazzare davanti agli astanti.
La sua pelle lattea prende colorito, e il suo viso si infiamma.
«Non ho ansimato!»
«Okay! Okay! Capisco!»gli faccio l'occhiolino, poi proseguo per la mia strada.
Se solo lui fosse qui, si divertirebbe... o forse no, sarebbe solo geloso, ma riderebbe lo stesso.
Entro nella stanza che divido con due amebe: mi annoio con queste compagne di camera.
Una è bassina e ha i capelli brizzolati e unti, l'altra è di poco più alta e porta un fermaglio blu tra i capelli scuri e pieni di doppie punte. La prima si chiama Vanessa e l'altra Samantha.
«Ragazze.»saluto, mi getto sul letto e chiudo gli occhi.
«Noi andiamo a studiare nella sala comune, vieni?»
Mie care, ho già studiato tutto questo quando eravate ancora a sporcare il pannolino o non eravate neanche nei pensieri più reconditi dei vostri genitori, ma dettagli.
«Credo che studierò qui.»farfuglio continuando a tenere gli occhi chiusi.
«Come vuoi.» ed escono.
Mi siedo in mezzo al letto ed osservo l'armadio, troppo spazioso per i miei gusti, e troppo striminzito per i miei vestiti.
Prendo una sigaretta e schioccando le dita la accendo, nessuno mi ha vista, quindi non ho bisogno di usare i fiammiferi.
Tiro fuori un vestito dall'armadio, uno color champagne con del pizzo sul bordo.
Qualcuno bussa alla porta, e senza aspettare una mia risposta la apre.
«Cooper, mi hanno detto che ti avrei trovata qui.»Draco ha la solita espressione insopportabile sulla faccia.
Sei proprio come tuo padre, bastardo.
«Cosa vuoi, adesso? Ti è passata la rabbia?»
«Sono venuto ad avvisarti che non devi più permetterti di dire certe cose davanti ai miei amici, ti è chiaro?»allarga le narici e le sue labbra si contraggono.
Mi siedo sul letto, e tolgo le scarpe, e gli orecchini che ho messo stamattina.
«Altrimenti?»domando mentre mi sfilo la cintura dalla vita, che teneva il vestito scuro ben aderente al mio corpo.
«Altrimenti il tuo soggiorno qui sarà un inferno.»minaccia avvicinandosi.
«Tutto qui? Soltanto l'inferno?»provoco questo moccioso insolente.
Butto la cicca della sigaretta in una pattumiera accanto all'armadio.
Draco deglutisce.
«Che diavolo fai?!»domanda quando vede che tolgo le autoreggenti.
«Sono terribilmente scomode, sai?»
Se solo potessi provare ciò!
Le sfilo lentamente e le lancio addosso a lui; dopo pochi secondi le butta di nuovo verso di me.
La sua faccia è sconvolta, come se stesse per urlare o innervosirsi ancora di più.
«Dunque, hai detto inferno, continua.»lo invito, e sciolgo lentamente i capelli.
«Beh... Si insomma....»la voce gli trema quando mi stendo sul letto tirandomi un po' su il vestito.
«Insomma?»lo sprono.
Si porta una mano dietro la nuca e nervosamente esce dalla stanza, visibilmente a disagio.
«Bravo, bastardo. Hai capito chi comanda.»sussurro.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora