31

458 102 4
                                    

Hogwarts (Meg)
Sono senza capelli, ma la ferita sulla nuca si è già rimarginata, e non si vede più.
Hermione mi corre incontro prima che possa entrare in dormitorio.
«Devi dirlo a Silente, capito? Perché non vai da Madama Chips? Ti accompagno»dice amichevolmente.
Appoggio una mano sulla sua guancia umida.
«Non c'è ne sarà bisogno, lui sa già e per questi...beh... posso cavarmela da sola.»
Mi passo una mano sul cranio, e sento tutti i miei capelli tornare come prima, più lunghi di prima, sempre biondi.
Hermione mi guarda sconvolta.
«Come hai fatto?»chiede.
«Ho imparato molti trucchetti da Silente...»mento, perché in effetti sono stata solo io a imparare questo...anzi mi è uscito spontaneo.
«Non hai paura che possa tagliarteli di nuovo?»la preoccupazione di Hermione traspare, sopratutto perché agita il ginocchio con frenesia.
«Se avessi avuto paura non l'avrei fatto.»
Le prendo la mano, e la tranquillizzo assorbendo tutta quella preoccupazione è frenesia.
«Oh... beh, suppongo che sia magia avanzata, no?»
«Sei intelligente, e suppongo che appena questa conversazione sarà finita ti precipiterai in biblioteca, ma ti assicuro che troverai il niente su questo tipo di magia.»
E me ne vado in camera mia, per pettinarmi i nuovi capelli.
Tutti i poteri nuovi che ho assunto sono molto potenti e credo che abbiano a che fare con le lacrime della Fenice che Silente mi ha propinato per tutti questi anni, ma per quanto faranno effetto?
Arriverà un giorno in cui sarò troppo debole per difendermi?
Mi stendo sul letto, non badando al fatto che le mie compagne schiamazzino come oche.
Il volto di Severus mentre quella laida mi tagliava i capelli era impassibile, ma le sue emozioni le ho sentite forte e chiaro.
Disgusto, sdegno, rimorso.
Mentre subivo quell'umiliazione, che ho scelto di subire per non peggiorare la situazione, ho dovuto trattenere e immobilizzare ai loro banchi i tre ragazzi che tengono a me.
Sopratutto Draco.
Avvertivo il suo dispiacere, e la sua rabbia.
Ho dovuto sforzarmi un po' in più per tenerlo fermo, per evitare che si compromettesse l'anno, perché lui mi serve, solo per questo.
Ron, d'altra parte, è mio amico, nonostante l'abbia provocato più volte, sopratutto l'ultima di queste... ma non voglio che si metta nei guai.
Harry, le cui emozioni erano negative più che mai, ha capito sono stata io a non farli intervenire, ma ciò non toglie che ha continuato ad agitarsi sul posto.

«Meg, ci sei?»qualcuno bussa alla porta.
«No.»rispondo sprofondando con la testa nel cuscino.
«Ti prego, devo parlarti.»
Apro la porta muovendo due dita a distanza, e Draco si rivela nervoso e agitato, mentre chiude la porta alle sue spalle.
«Lascerò la squadra dell'inquisizione.»annuncia, sedendosi accanto a me sul letto.
«Ma...ti sono ricresciuti i capelli?»esclama osservandoli, io intanto alzo la testa dal cuscino, sorridente.
«Non credevi davvero che sarei rimasta in quel modo per sempre?»
Draco mi accarezza la testa, poi si avvicina alla mia faccia, per baciarmi ovviamente, ma io mi scanso.
«Non puoi lasciare la squadra, Draco.»
«Non intendo passare un altro minuto-»
«Mi aiuteresti molto di più sotto il suo comando che fuori, capisci? Puoi "proteggermi di più". Certo...oggi non hai potuto, ma...non ti conviene abbandonare il suo gruppetto.»ragiono guardandolo.
«Ma...»sta per ribattere, ma io gli metto una mano sul cavallo dei pantaloni.
«Sbaglio o mi stavi baciando?»domando con finta ingenuità.
«Mi dispiace troppo per quello che è successo, puoi perdonarmi?»
Certo, piccolo bastardo.
Lo bacio senza aggiungere altro, e mi metto seduta su di lui, aggrappandomi al suo collo, continuando ad accarezzargli i capelli.
«Ti amo tantissimo.»
Ignoro quella inutile frase e lo faccio distendere con me sopra, togliendogli la cintura, e soddisfacendomi dei suoi gemiti di eccitazione.
«Aspetta... sono solo le sei...tra un po' c'è la cena...»
«Allora che stai aspettando?»lo provoco.
«Non voglio fare la pace così, ho un'idea migliore.»esordisce Draco.
Rimango ferma ad osservarlo.
«Andiamo al Lago Nero.»
«Ci siamo praticamente dentro.»gli ricordo mentre mi stendo accanto a lui.
«Appunto, voglio portarti sulla riva, su.»
Quella riva, quella riva no.
La vedo ancora adesso...piena di neve coperta di sangue... il suo sangue.
«Ma perché proprio lì?»domando alzandomi di scatto.
«Perché di sera è magnifico.»
«Signor prefetto, è proibito uscire la sera sul lago... no?»chiedo speranzosa.
Draco mi sorride e si alza anche lui.
«Non c'è nulla di male se infrangiamo una regola, nessuno lo noterà.»
«Bel modo di farti perdonare...»dico sarcastica mentre mi accendo una sigaretta.
«Ti prego.»a mani giunte e con gli occhi lucidi scandisce queste parole avvicinandosi.
«A una condizione.»
«Quale?»domanda accarezzandomi la guancia.
«Voglio che tu chieda scusa a Weasley e Potter.»concludo incrociando le braccia.
«Te lo scordi, Meg, non ho intenzione di domandare scusa a nessuno.»risponde con una nota di cattiveria, mi mette le mani sui fianchi, io lo spingo via.
«Allora non se ne fa nulla.
Adesso sì che rimpiangerai il mio modo di fare pace, vero? Buon appetito, io non vengo a cena.»lo congedo, scortandolo alla porta.
«C'è qualcosa tra te e Weasley?»sbotta all'improvviso.
Rimango calma e impassibile.
«E poi sono io quella che beve fra noi due! Ma ti senti quando parli?
Ti rendi conto di ciò che mi hai chiesto?»
«Pansy ha detto che ti ha vista nello spogliatoio di grifondoro, e Potter aveva appena lasciato Weasley lì, quindi...»
«Esci immediatamente, o non arriverai vivo a cena.»lo minaccio a bassa voce.
Draco indietreggia.
È solo un ragazzino viziato... non tiene in conto di ciò che mi ha fatto passare, e non conosce le buone maniere, perché Lui si sarebbe prostrato ai miei piedi implorando perdono anche senza che ce ne fosse bisogno...no, non è sottomissione, è amore... fare di tutto, anche umiliarsi per la donna che si ama.
Ma questo non dovrei neanche chiederglielo, dovrebbe venirgli spontaneo, ma cosa diavolo mi potevo aspettare da un quindicenne?
«Meg, dimmi la verità.»
«Lui è molto gentile, e io lo sono con lui, tutto qui, continua pure a credere a quello che ti dice quella ragazza.»gli auguro sbattendogli la porta in faccia.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora