16

472 107 1
                                    

Flashback
Era seduta sotto l'albero, lo stesso albero dove aveva passato la maggior parte del suo tempo durante le vacanze.
«Oh, ciao Felpato!»esclamò Megan al cane nero che le andava accanto.
«Sì, sto disegnando un ragazzo, non è stupendo?»sussurrò Megan al suo amico mostrandogli il disegno.
Il cane emise un suono d'approvazione, era davvero un bel disegno anche se la ragazza si riferiva al soggetto in questione.
I lineamenti delle labbra, il naso... gli occhi profondi e grandi, i capelli scuri...gli zigomi e il contorno del volto.
Perfetto, un volto così marcato e così imponente...Megan avrebbe potuto baciarlo e guardarlo all'infinito.
«Credo di piacergli, sai? Devo confessarti che quando mi ha baciata... ho sentito come...come un colpo nel torace talmente forte da farmi perdere qualsiasi sensazione. Sarebbe stupido da dire...forse è perché è stato il mio primo bacio...evito Sirius da un po' ormai. Non mi piace essere legata molto a qualcuno, sarà per questo? Ho paura di rimanere ferita? Come è successo a mia madre? Ma Sirius non è mio padre, sono così diversi.
Vorrei urlargli che desidero stargli vicino, sempre. Non so se sono innamorata, forse sì? Mi vergogno un po'... per fortuna sei un cane e non mi giudichi! Anche se i tuoi occhi sono così espressivi.»diceva accarezzando Felpato sul dorso.
E poggiando la matita sul foglio delineava meglio le labbra carnose e piene del ragazzo, sentiva di volerlo accanto a lei adesso, aveva bisogno di lui.
Anche se la infastidiva.
«Felpato! Non mordere quella pergamena!»
Il cane stava mordendo la pergamena misteriosa che era entrata in suo possesso.
Ma il cane non la stava mordendo, il cane stava cercando di aprirla.
I capelli color cioccolato di Megan erano spettinati e lei aveva le occhie molto pronunciate: aveva passato la notte a cercare di capire cosa fosse l'oggetto.
«Perché la stai aprendo? Non c'è nulla di comprensibile lassù.»
Megan recitò la frase che aveva trovato assieme alla pergamena, e questa iniziò a sprigionare inchiostro che andò a formare diverse scritte.
«Dici che si ci scrivo, verrà rivelato qualcosa?»
Il cane scodinzolò e iniziò a leccarle la manica dell'abito.
Era quasi arrivato l'inverno e Meg indossava un cappotto molto pesante.
Con la matita tracciò un nome, il suo, e piano piano questo apparve sulla mappa, sembrava un disegno molto scoordinato, come tante lineette scure e delle forme non definite, poi delle impronte con il suo nome che vagavano per le linee storte sul foglio.
«È una mappa?! Ma è così strana.»
Oltre al suo nome vide anche altri che vagavano su e giù per le linee seguiti da impronte piccole.
Lily Evans
Albus Silente
Severus Piton
Alice Paciock
Regulus Black
Horace Lumacorno
E poteva continuare all'infinito.
«Ma questa! Questa è una mappa di Hogwarts! Aspetta... ma anche dintorni...Ma è disegnata così male! Dovrebbe essere perfezionata, non pensi? Per esempio qui e anche qui...»
Megan poggiò il disegno ritraente Sirius da un lato, e si mise all'opera sulla mappa, di chiunque fosse lei, dopotutto, gli stava facendo un favore.
Scoprì ben presto che poteva cambiarla come voleva e che poteva cancellare dove sbagliava per poi rendere il tutto permanente.
Il sabato pomeriggio passò in un baleno e Megan era solo a metà dell'opera, infatti stava tratteggiando meglio le impronte di Lily, poi però notò qualcosa di strano.
Nessuno dei quattro malandrini, come li chiamava lei, era disegnato.
Felpato iniziò a ringhiare forte poiché percepì qualcuno che si stava avvicinando.
Era Regulus Black, uno dei serpeverde, fratello minore di Sirius.
«Cosa diavolo ci fai qui?»urlò alla ragazza, e non curandosi del cane.
«Buono Felpato! Studio...»rispose la ragazza nascondendo in fretta la mappa e i disegni.
Regulus aveva i capelli scuri proprio come Sirius, ma era così differente. Sirius era molto più alto e molto più simpatico.
Megan sapeva che Regulus la odiava, perché era una Grifondoro e perché era amica di una sanguemarcio, così definiva Lily.
«Quanta fretta, Gold. Perché non ti unisci a me?»ghignò il ragazzo, ignorando il cane.
Megan si alzò, riponendo tutta la sua roba nella borsa, aveva il naso freddo e voleva andarsene.
«Devo proprio andare, mi dispiace.»mentì la ragazza.
Si pentì di non essersi portata i guanti che le aveva regalato Lily il Natale precedente o la sciarpa che le aveva spedito via gufo per il suo compleanno.
Più Regulus si faceva vicino più sentiva che doveva andarsene e subito.
«Davvero? Perché ho pensato che potevo divertirmi a torturarti!»Regulus sfoderò la bacchetta e la puntò verso Megan, che, sfortunatamente, non era stata veloce quanto lui ad estrarla.
Felpato aveva smesso di ringhiare, iniziò a correre e saltò su Regulus, aggredendolo e facendogli cadere la bacchetta. Continuava a strappargli gli abiti e ricominciò a ringhiare forte fino a farlo fuggire via, infatti ebbe giusto il tempo di riprendersi la bacchetta e scappare.
Megan tirò un sospiro di sollievo e andò ad abbracciare Felpato che latrava di gioia.

Tornata al dormitorio Megan quasi si dimenticò della mappa.
Pensava solo al fatto che stava per finire nei guai con uno dei Black.
La famiglia Black, purosangue,  prediligeva le Arti Oscure ed erano tutti serpeverde, tranne Sirius.
Erano tutti crudeli, dicevano a scuola, tranne Sirius.
Il massimo della crudeltà era Bellatrix Black, una cugina dei fratelli Black, a quanto dicevano era parecchio fissata con le maledizioni senza perdono e spesso a scuola aveva bullizzato molti ragazzini per esercitarsi.
Forse le sarebbe stata una cavia anche per Regulus se Felpato non l'avesse salvata.
I suoi pensieri furono interrotti da Lily che bussò.
Era in lacrime e i capelli erano zuppi di d'acqua, come fosse appena uscita dalla doccia.
«Cosa è successo?»domandò Megan preoccupata.
Lily singhiozzava, come se fosse sconvolta, in effetti lo era e molto.
«Ti prego, parla.»la invitò Meg facendola sedere sul suo letto.
«Mia sorella.»gemette con amarezza senza smettere di piangere.
«Cosa ha combinato?»
Megan sapeva che Lily e Petunia, sua sorella, non andavano per nulla d'accordo, erano Nord e Sud, due mondi distinti e separati.
«Ho mandato una lettera ai miei e lei mi ha scritto di rimando che mio padre è in ospedale perché ha avuto un infarto, Meg. Ha detto che non devo scomodarmi a tornare a Natale e che la mamma piange tutti i giorni per colpa mia...»smorzata la sua voce pareva quella di una bambina in piena crisi.
Megan abbracciò l'amica forte.
«Hey, non ti preoccupare, troveremo una soluzione, insieme... Non ascoltare tua sorella, e per tuo padre tutto andrà bene, perché non proviamo a parlare con Silente? Magari ti concede di andare a trovarlo.»disse con una voce dolce.
«Lui ha un debole per te, se glielo chiederai non me lo negherà.»rispose Lily asciugandosi le lacrime.
«Allora, prima ti asciughi i capelli, poi mi aspetti di sotto e insieme andiamo, va bene?»
«Grazie, Meg.»
E detto questo uscì.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora