2.51

442 90 32
                                    

Song: In my veins
(Andrew Belle)
Grimmauld Place nº12 (Meg)
«Buonasera, signorina!»
Sirius mi abbraccia, io rimango immobile.
Ha la barba, di nuovo.
Gli occhi grigi scrutano il mio viso: sono arrabbiata.
«Non ci sentiamo da un po', non mi hai voluta per le vacanze di Pasqua, non mi hai dato spiegazioni in proposito...devo continuare? Pensi di fare l'adulto? Molto maturo come comportamento!»incrocio le braccia facendo sparire la sigaretta.
Kreacher sputa per terra appena mi vede.
«Sparisci!»gli urla Sirius.
«Vedi questa faccia, Meg?»continua girandosi verso di me «Questa è la faccia di un uomo che ha passato molto tempo a cercare una soluzione per farti crescere, volevo che non scoprissi nulla, per farti una "sorpresa", ma poi non ha funzionato.
Così ho chiesto a Severus di farti tornare lo stesso, ed eccoti qui, ad arrabbiarti prima ancora di sapere come stanno le cose.»conclude sedendosi al pianoforte.
Rimango interdetta, gli accarezzo il viso.
«Scusa. È che mi sei mancato. Ho pensato il peggio... è successo di tutto ad Hogwarts ... con Silente... la Umbridge...»
Non mi lascia continuare che mi bacia, facendomi provare le solite emozioni forti, che solo lui può provocarmi.
Sentiamo qualcuno che si schiarisce la voce.
«La cena è pronta.»dice secco Remus, senza neanche salutarmi.
«Che gli prende?»sussurro a Sirius, mentre lui mi accarezza i capelli.
«Ha avuto una brutta giornata, o meglio, nottata.»
«Giusto, la luna piena.»dico malinconica.
La cena è ottima, Molly mi ha servito tre volte la prima portata, mentre Kingsley mi ha riempito di domande sulla mia condizione.
Alastor Moody è rimasto silenzioso, ha fatto qualche cenno, ma neanche l'ombra di un sorriso (che avrebbe dovuto rivolgere almeno a me).
Mentre assaporo il pasticcio di carne con le carote, noto che anche Molly non è di buon umore, Arthur ha ancora alcune ferite evidenti.
«Come ti è andata la giornata Remus?»domando.
Remus non mi guarda nemmeno, ingoia un boccone e poi si pulisce la bocca con il tovagliolo.
«Stancante.»
«Va bene, che avete tutti?»la domanda è diretta.
«Ce l'hanno con me, tu non c'entri Meg.»mi tranquillizza Sirius prendendomi la mano.
«Beh, non è solo a te che stanno tenendo il broncio.»scandisco per poi bere un po' d'acqua.
«Megan, non siamo arrabbiati con te, cara.»comincia Molly rivolgendomi un dolce sorriso «Pensiamo solo che la scelta del...matrimonio sia un po' azzardata. Insomma non c'è ancora una cura per la tua condizione... e Sirius è ancora ricercato. Pensa anche a Harry...» Molly si è avvicinata, cercando di parlare da madre, ma ora ho voglia di darle una sberla e toglierle quell'espressione accondiscendente dalla faccia.
Sirius ride sottovoce e alza le sopracciglia.
«È soprattutto per lui che lo facciamo, legalmente siamo i suoi tutori.»risponde.
«Tu lo sei, lei no.»precisa Molly, e io scuoto la testa.
«In realtà sì, Lily aveva chiesto anche a me di essere la madrina di Harry. Dovevamo essere io e Sirius.»spiego cercando di non perdere la calma.
Molly stringe le labbra e abbassa gli occhi, come se fosse sfinita.
«Sirius è adulto.»continua Arthur.
«Teoricamente anch'io.»
«Praticamente no.»conclude Remus, incontrando finalmente il mio sguardo.
«Il ministero non riconoscerà mai te e Sirius come "genitori" di Harry.
Megan Gold è schedata come morta; Megan Cooper è schedata come adolescente quindicenne (anche se sei ferma ai tuoi diciassette anni).»mi spiega Kingsley. «E in più... Sirius Black è diventato nemico pubblico, vi perseguiteranno.»
Sento gli occhi pizzicare, avverto tutto in modo incompleto, ma almeno avverto qualcosa.
«Non vogliamo dire che non dovete sposarvi, solo non adesso...»sussurra Arthur «Sono tempi difficili.»
Guardo Sirius e lui mi prende la mano.
«È colpa mia, volevo fare tutto di fretta. Dobbiamo trovare ancora una cura... Abbiamo tempo per renderlo legale.»Sirius sembra così calmo e sicuro.
Non capisco, dovrebbe ribattere, invece se ne sta seduto a sorridere comprensivo.
«Non credo di avere più molta fame.»mi alzo e corro via dalla cucina.
Vado a sbattere contro qualcuno, Dora Tonks.
«Hey, Meg! Come mai quella faccia?»domanda preoccupata, ha i capelli verde chiaro e un orecchio è a punta.
«Non sono affari tuoi.»la spingo e mi avvicino al grosso quadro nascosto da una tenda.
«Soddisfatta? Alla fine tuo figlio non si sposerà con un ibrido, un mostro, come me. Puoi anche urlare! Sei solo un quadro!»colpisco la tela ma il dipinto di Walburga Black rimane impassibile, anzi: un largo sorriso si stampa sulla faccia arcigna.
Questa situazione è deprimente, ed è assurda.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora