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(Meg)
«Vuoi stare fermo?»
«Scusa, forse dovrei lasciare che cresca.»
«Sirius! Stai scherzando? Ho già rimosso una parte, e tra un po' taglierò anche il tuo viso se continui a muoverti. Il rasoio non è una cosa da prendere sotto gamba.»ribatto, facendo attenzione a non sfigurare il suo volto.
«Sei arrabbiata?»
«Sono solo emotivamente coinvolta a causa della tua iperattività.»rispondo, concludendo il lavoro.
«Liscio come il sedere di un bambino.»annuncio stampandogli un bacio sulla gota.
«Tutto qui?»
«Non hai più neanche un pelo.»
«Mi riferisco al bacio casto di pochi secondi fa.»
Lo guardo, e sospiro.
«Dovrai guadagnartelo.»
Getto il rasoio nel lavabo, e poi corro fuori dal grande bagno, cercando di non scivolare essendo a piedi nudi.
«Dove vai?»urla Sirius divertito.
«Prova a prendermi!»
Continuo a correre, giù per le scale, sentendo il tessuto della veste svolazzare.
È una cosa stupida, quella che sto facendo, sembro una bambina, una persona infantile... ma voglio provare la spensieratezza, almeno per pochi secondi.
Arrivo fino al piano terra evitando una brutta caduta, tenendomi salda al corrimano.
Sento un latrato, e infatti Sirius mi segue, sotto forma di cane.
«Felpato!»grido sorridendo.
Continuo a correre, finché non vado a sbattere su una superficie curiosa.
«E tu chi diavolo sei?»
Faccio un passo indietro, e guardo la ragazza con i capelli rosa che mi ha rivolto la domanda, e che ora ha sfoderato la bacchetta.
Felpato mi raggiunge, ritornando ad essere Sirius.
«Dora, come mai sei qui?»le chiede Sirius schiarendosi la voce.
La ragazza mi guarda incuriosita, e non abbassa la bacchetta.
«Chi è questa?»domanda ancora.
«Sirius, potresti dirle di abbassare quel bastoncino? O rimarranno solo i suoi capelli rosa su questo pavimento.»dichiaro tranquillamente.
«Andiamo, abbassa quell'affare Dora.»
La ragazza fa come dice.
«Zio Sirius, è una nuova nell'ordine?
Chi è?»
Sirius mi guarda spacciato, io gli restituisco uno sguardo sereno.
Più osservo la ragazza, più i ricordi riaffiorano.
«Tu sei la figlia di Andromeda Black e Ted Tonks. La piccola Dora, metamorfomagus? Sei cresciuta.»commento. «L'ultima volta che ti ho visto avevi i capelli blu, e il muso da gatto, ma da quello che vedo... sei Auror, non è così?»
Sirius mi da un colpetto sulla spalla.
«È inutile, dovevano pur vedermi di nuovo.»rispondo.
«Come puoi saperlo? L'unica persona che ha visto il muso da gatto è morta.»Tonks fa un respiro profondo, e gli occhi le si fanno lucidi.
«Davvero?»chiedo ironica.
«Dora...Lei è...lei è... Meg, la nostra Meg.»
«Impossibile! Non avrà più di diciassette anni questa qui! O forse anche meno! Zio...lo so che ti manca, e manca a tutti ma...»
Sirius scuote la testa e mi prende la mano, la mano sinistra, quella con l'anello...l'anello che mi aveva regalato... prima di lasciare Hogwarts l'ho portato con me.
Proprio in quel momento, un uomo di mezza età, con una gamba di legno, un occhio solo, l'altro magico, e il naso mozzo, entra nell'ingresso.
«Sirius! Quella ragazzina è entrata di nuovo in casa senza permesso, Tonks, non te lo dirò di nuovo, hai potenziale, ma devi ubbidire!»
L'uomo si ferma di scatto, e guarda prima Sirius e poi me, con l'occhio magico azzurro e roteante.
«Non è possibile, ci sono ancora creature che danno allucinazioni, Sirius? Dobbiamo occuparcene il prima possibile! Una è proprio accanto a te!»sbraita il mago avvicinandosi a me.
Io rimango immobile, scrutando con attenzione il suo viso, e riportando alla mente tanti ricordi...
«Zio Al.»sussurro.
Alastor Moody rimane senza fiato, gli tremano le labbra e mi prende per un braccio, col viso corrucciato.
«Sono io, Meg.»sorrido.
Come può non ricordarsi più di me? Tutto ciò che mi ha insegnato, tutti gli incantesimi, le maledizioni talvolta, i sortilegi, i trucchi da Auror...
«La mia Meg è morta tanto tempo fa, e se pensi di fare la spiritosa, ragazza sconosciuta, te ne pentirai amaramente.»mi minaccia senza alzare la voce.«Mi meraviglio di te, ragazzo, credere alla prima persona che si spaccia per lei!»scuote la testa Malocchio.
«Vigilanza costante, giusto.»intervengo.«Non sei cambiato per nulla, sempre a sospettare, sempre in guardia, forse è proprio grazie a te che sono diventata così irriconoscibile, che ho saputo nascondermi così bene, in tutti questi anni. Vuoi vedere la mia bacchetta? Fai pure! Vuoi portarmi al ministero e farmi giustiziare? Oppure puoi chieder ad Albus Percival Wulfric Brian Silente. Ma se preferisci credermi un'impostora, non ti biasimerò.»
Alastor rimane in silenzio, mi lascia andare, e vedo una lacrima scorrere sul suo volto sfigurato. Sfila una fiaschetta dalla veste, e trangugia il potenziale whisky, allontanandosi e andando verso la cucina.
«Credo che voglia parlare in privato, scusate.»
Lascio Sirius e Tonks, con le facce sbalordite, per seguire Malocchio.
«Credi di poterti presentare qui, dopo anni, e pretendi di sbattermi in faccia la realtà? No! Non puoi farmi questo!
Tu non puoi dirmi queste cose!
Non dopo che ho pianto per te, e io non piango mai! Non puoi! Non osare!
Non provarci più!»sbraita Moody puntandomi un dito contro «So che sei tu, ne ho avuto la certezza quando ho guardato i tuoi occhi, e ho rivisto la mia bambina... ho rivisto te e tua madre... Silente me l'aveva detto, io sapevo tutto, ma... una volta che ti ho avuta davanti...»Alastor lascia andare la fiaschetta sul tavolo.
«Mi sei mancato anche tu.»sospiro e lo abbraccio, forte. «Non piangere, ricordi? Non è da Auror, me lo dicevi sempre.»
«I soldati versano le lacrime migliori, sai? Proprio perché sono rare, sono preziose, ricche di ricordi, di rabbia, di dolore, di emozioni mai espresse a parole.»
Ci stacchiamo, e il suo occhio rotea sul mio vestito da notte.
«Corri a indossare qualcosa di più decente, signorina!»ribatte alzando la voce.
«Agli ordini.»

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora