Flashback
Walburga Black sin da piccola aveva la cattiva abitudine di volersi sbarazzare personalmente delle seccature. Risoluta e crudelmente determinata, così l'aveva descritta suo padre a una cena di famiglia. Aveva avuto il coraggio di scortare i "cuccioli" degli elfi che lavoravano nelle cucine della tenuta di campagna nel lago li vicino: aveva ordinato loro di tuffarsi e non risalire prima di un minuto. Il mattino seguente trascinò senza alcuno sforzo i piccoli cadaveri fino allo studio del padre, Pollux Black, mostrandogli che avrebbe avuto "meno bocche da sfamare", e pronunciò quella frase davanti a un forziere traboccante di gioielli accanto alla scrivania. Pollux ne fu compiaciuto, anzi le fece cucire un un camice adatto a qualsiasi tipo di esecuzione, e perfetto per gli esperimenti che la ragazzina eseguiva nello scantinato tutte le sere.
Il "cucciolo" di cui voleva sbarazzarsi era proprio in casa sua, e da adulta avrebbe avuto più potere, e di sicuro avrebbe travolto la nuova vittima: Meg.
«Madre.»sussurrò Regulus troppo lentamente e nessuno lo sentì.
Walburga aveva lo stesso effetto dei dissennatori, per Megan.
Ogni volta che la incrociava per casa, tutto era più freddo, lugubre e senza speranza, come se la felicità le fosse stata strappata dal petto, e al suo posto un senso di angoscia e pericolo le risuonavano gargantuesche nel cuore.
«Cosa hai fatto a mio figlio?» domandò la donna stringendo nella mano destra una frusta molto spessa e dalla punta di ferro.
Megan avanzò di un passo, con la voce che faticava a uscirle. Non aveva fatto molto caso alla frusta, voleva solo affrettarsi a spiegare la situazione.
Sirius invece, aveva notato l'arma e si parò davanti alla giovane.
«Cosa ha fatto lei? Cos'hai fatto tu! Lei lo ha aiutato in modo che non morisse. Dovresti solo ringraziare.»
«Sirius, taci.»Regulus trovò la forza di alzare la voce, scacciando il panico dal suo stomaco.
«Reg, sta zitto tu! E tu»continuò guardando la madre«toccala e ti farò patire tutte le violenze che ci hai inflitto da bambini, sono stato chiaro?»gli occhi grigi del ragazzo luccicavano di rabbia, una rabbia mista a dolore, un dolore che rintoccava come un orologio a pendolo nelle sue ossa, per tutti gli abusi subiti da piccolo.
Megan avanzò di nuovo.
«La ferita ha fatto infezione, avrei dovuto chiamare qualcuno di voi, ma fortunatamente adesso sta meglio. Mi dispiace.»la mortificazione nella voce di Megan era palese, eppure questo non intenerì la matriarca.
Walburga guardò Sirius con un ghigno inquietante, quasi come se sapesse esattamente come distruggerlo in pochi secondi.
«Tu non sei mio figlio. Non sei mai stato degno di esserlo. Tuo fratello ha perso una gamba per colpa tua, e solo tua. Non sei degno nemmeno di essere suo fratello maggiore, non sei degno del nostro denaro, del nostro sangue. Tu sei il bambino maledetto di questa famiglia.»
Sirius stringeva le labbra e una lacrima scorreva solitaria sulla gota.
«MADRE BASTA!»urlò Regulus dal letto, stava piangendo, e Meg si unì a lui.
Come poteva una madre essere così crudele? Così priva di tatto?
«No, ha ragione, credi che non sappia che è colpa mia ciò che gli è successo? Credi che non sappia che sarebbe dovuto toccare a me!! Io mi odio talmente tanto, madre, che mi farei frustare in questo istante per mio fratello, per il suo amore, mi odio a tal punto, e lo amo in egual misura.
L'ho sempre fatto e continuerò a farlo per sempre, se necessario. Ma non ti scomodare a venire al matrimonio. Non sei degna della mia futura moglie.»
Sirius le tenne il dito puntato contro tutto il tempo, per poi asciugarsi la lacrima.
«Prepariamo i bauli e andiamo via di qui.»sibilò continuando a guardare sua madre.
«Kreacher, accompagna immediatamente i due in camera, e accelera la preparazione dei loro bagagli.»esordì la donna interrompendo il contatto visivo col figlio rinnegato.
Sirius prese Meg per mano, e velocemente si chiuse con lei in camera, senza curarsi dell'elfo alle sue spalle.
Walburga si diresse verso Regulus e chiuse a chiave la porta con un incantesimo non verbale, senza voltarsi.
«Come ti senti?»domandò la donna sedendosi sul letto accanto al figlio. Gli accarezzò i capelli poi diede un'occhiata al moncone, mordendosi il labbro come se fosse meravigliata dalla perfezione di quella ferita.
«Perché l'hai fatto? Lui ci teneva, sperava di mettere le cose-»
«Come ti senti dopo aver baciato la fidanzata del fratello che fino a pochi secondi fa ha predicato amore nei tuoi confronti?»sussurrò Walburga guardando Regulus negli occhi.
Il ragazzo riconobbe lo sguardo della donna, lo stesso sguardo che aveva quando lo allenava a resistere alle maledizioni cruciatus: soddisfatta, vittoriosa ed eccitata.
«Io...non... non dire stupidaggini.»
Walburga gli mollò un ceffone.
Regulus rimase immobile, col labbro tremante.
«Cassandra...»
«Regulus! Mi chiamo Regulus!»esclamò con le lacrime agli occhi.
«Cassie, ricorda i tuoi doveri, oppure interromperò subito questa farsa che ti sei creato. E non vuoi che la sgualdrina ricordi ciò che è successo ieri, vero?»
«Non provarci, Meg non se lo perdonerebbe mai... non voglio che abbia questo peso, è solo colpa mia, mia e del mio egoismo. Mi hai insegnato bene-»
Un altro ceffone colpì la guancia smagrita del giovane.
«Ritorna in te, figlio mio. Oppure tornerai ad indossare abiti consoni al tuo nome di battesimo.»
«Ti serve più un figlio che una figlia, non lo faresti, e sai che ho accolto il marchio nero sopratutto per questo. E poi Sirius non diventerà mai un mangiamorte, ha rifiutato innumerevoli volte gli inviti, il tuo piano non funzionerà.»
«E per colpa sua ancora una volta sei costretto a fare il suo lavoro, a prendere anche il suo posto. E lui? Lui avrà lei. Tuo fratello ha sempre fatto così, ormai dovresti averlo capito.»
«Sirius non... lui è mio fratello. Punto.»
«Se non ritorni in te, e non lasci quella poco di buono a Sirius, tu marcirai con lei. La torturerò ai tuoi piedi, e tu sai benissimo a chi potrei consegnarla. Sai il segreto della sua famiglia. Vuoi davvero far uscire allo scoperto il tuo tradimento verso tuo fratello? E verso l'Oscuro Signore?»
Regulus deglutì. Non aveva molta scelta, e non poteva far accadere quelle cose terribili.
«Farò come vuoi. Mantieni la tua promessa però.»
«Hai la mia parola.»Walburga si alzò e con un altro incantesimo non verbale riattaccò la gamba metallica al moncone del figlio.
Regulus fece una smorfia sofferente, poi si rimise in piedi.
«L'intesa che hai creato con quella ragazza si noterà, lui la noterà, con o senza il mio silenzio.»
«Da oggi non ci sarà più, basta che mantieni tutte le tue promesse.»
Fu così che Regulus cambiò nuovamente atteggiamento, schiacciando completamente i propri desideri e i propri sentimenti: si ingabbiò con prepotenza in se stesso.
Nel frattempo Sirius stava urlando contro Kreacher, nella sua stanza.
«Sirius! Lascialo perdere, non fa niente.»diceva Meg mentre prendeva in fretta i suoi vestiti per poi infilarli nel proprio baule. L'elfo le stava intimando di gettarle tutto dalla finestra se non si fosse sbrigata.
Sirius era talmente nervoso che ruppe tre soprammobili nella fretta, cose di poco conto per lui, tipo una statuetta di un amorino.
«Quella merda me l'ha regalata mia zia Druella, può bruciare all'inferno insieme a lei.»
Meg raccolse i cocci della statuetta, ed ebbe una fitta al braccio sinistro, il cupido era di porcellana, ma non sembrava un materiale magico, bensì qualcosa di antico e di decisamente molto umano.
L'aveva già vista, o almeno così le parve, ma non si era accorta della sua presenza fino a quel momento.
Erano stati due giorni intensi, del resto, ed era sicura che fino a quel momento la statuetta non si trovasse lì.
«P-Posso prenderla io? Te l'aggiusto.»
«Reparo»esordì Sirius puntando la bacchetta senza nemmeno guardarla in faccia «Fanne ciò che vuoi mi basta andare via di qui.»
La statuetta non si aggiustò, per niente, si spaccò ancora di più.
«Come è possibile?!»
«Meg, è un vecchio cimelio, lascia perdere, era anche orribile.»Sirius disse queste parole distrattamente, infilando le ultime cose nel suo borsone.
«Lo so ma ho sentito...»
«Se proprio ti piace prendilo, ma ce ne preoccupiamo dopo.»
Meg raccolse tutti i frammenti della statuetta in un fazzoletto di stoffa, avvolgendoli e riponendolo con cura nel baule.
Poi si avvicinò a Sirius e gli prese la mano.
«Io non volevo peggiorare le cose.»
«Meg... davvero non preoccuparti. Tu hai aiutato Regulus, questo per me vale più di quanto immagini. E comunque volevo fare un tentativo. E poi-»si bloccò all'improvviso, e con gli occhi irrequieti sposto lo sguardo sulla maniglia della porta.
Meg si girò appena, lentamente: una vipera nera strisciò lungo la stanza, era talmente sottile che pareva fil di ferro.
La creatura iniziò a librare in aria, tramutandosi in un pezzo di pergamena.
Vi era inciso qualcosa "Ultima chiamata per Sirius Orion Black" e un simbolo che avevano entrambi già visto, quello dei mangiamorte.
«Che significa?»chiese Megan col cuore in gola.
«Che anche i miei genitori speravano in un cambiamento da parte mia. Sono mesi che ricevo queste pergamene, a lavoro, in missione... e adesso qui.»
Sirius sospirò e con un incantesimo incendiò l'invito.
«Che si fotta il Signore Oscuro.»
Poi prese i bagagli ed entrambi uscirono dalla stanza.
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Born To Die
FantasyMegan è morta a 17 anni, ed è tornata in vita grazie ad Albus Silente. Non prova emozioni o sentimenti, non avverte odori, sapori, caldo oppure freddo, dolore o piacere. Non le batte il cuore. Sirius Black era il suo ragazzo prima di morire, e Lily...