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Flashback
Un nuovo anno stava per cominciare, il sesto anno di Meg a Hogwarts.
Megan era molto nervosa, e i suoi amici l'avevano accompagnata alla stazione di King's Cross.
«Non vado in guerra eh!»
Lily aveva le lacrime agli occhi e Sirius l'aveva abbracciata almeno una decina di volte, James l'aveva salutata imitando Lily e Remus se ne stava in disparte guardando i passanti e trattenendo una lacrima.
«Remus, non mi saluti?»
Remus impallidì e poi si fece coraggio.
«Vieni qui!»la strinse forte a sé, e poi le stampò un bacio in testa.
Megan sorrise radiosa, e iniziò a radunare i bauli, e Grattastinchi si dimenava irrequieto nel suo cesto di paglia.
Megan aveva un nodo in gola, e la mattina stessa aveva controllato le sue tonsille: erano già molto grandi e rosse, quasi pulsanti ma non vi erano placche.
Meg si sistemò la gonna lunga e poi legò i capelli in una treccia disordinata.
«Devo andare.»sentenziò malinconica.
Sirius le diede un bacio a fior di labbra, ma non disse nulla: Meg rimase un po' spiazzata, ma del resto neanche lei gli aveva detto qualcosa.
Caricò i bagagli sul treno, osservando un'ultima volta i suoi amici.
«Fai la brava, piccola Gold.» le urlò James.
Meg si fece strada tra gli studenti, cercando un posto libero, ma non fece in tempo a trovarlo, perché un gran baccano la distrasse.
«Non puoi salire! Che fai! SIRIUS?!»le voci di Remus e Lily avevano attirato l'attenzione degli astanti.
Meg lasciò per un attimo i bagagli accanto a una ragazza Tassorosso del quarto anno e si avvicinò all'uscio.
Sirius era davanti a lei, con i capelli spettinati e la giacca di pelle nera che gli fasciava il fisico in modo perfetto.
«Ma che hai fatto?!»Megan arrossì violentemente, e poi Sirius si avvicinò a lei baciandola appassionatamente, senza dar conto a chi gridava di scendere.
«Tu sei la mia Bohemian Rhapsody.»
(N/A: in italiano suonava male)
Ed era quella frase, quell'unica frase che superò di gran lunga tutti i "Ti amo" detto in precedenza, Meg era dell'idea che non ci fosse dichiarazione più bella e più sincera.
«E tu sei L'amore della mia vita»
(Love of my life, altra canzone dei Queen)
Era quello il loro modo di amarsi, attraverso la musica, Megan avrebbe sempre cercato altri modi per dire "Ti amo" perché esiste molto di più per esprimere tale sentimento.
I due giovani si salutarono, e per poco Sirius rischiò di rimanere bloccato sul treno.

Meg trovò posto vicino a Pandora, e le venne una fitta al petto ricordando ciò che era successo alla sua amica mesi prima.
«Ciao, Meg.»
Il volto di Pandora era più paffuto del solito e il suo sorriso era spezzato... triste.
«Ciao, come... che mi racconti?»
Megan sentì la terra mancarle sotto i piedi: non riusciva a non pensare al sangue che scorreva tra le gambe e al viso atterrito di Pandora.
«Oh, intendi dopo lo stupro? Non guardarmi così Meg. Ti prego, è successo anche ad altre ragazze qui, e la cosa che odiamo di più è la gente che ci compatisce: ci è capitato. E ciò ha un nome: non è aggressione, è stupro.»
Meg dovette trattenere le lacrime e mordersi il labbro per non piangere.
«Scusami.»
«Tu che mi racconti?» un occhio era più chiuso dell'altro e il naso di Pandora pendeva leggermente a destra.
«Nulla di che.»e ripiombarono nel silenzio più totale.
Durante il viaggio schiamazzi troppo forti risuonavano per il vagone, e Meg si alzò per la curiosità: nel corridoio c'era Regulus, a terra e intorno a lui alcuni serpeverde che ridevano invece di aiutarlo.
Meg non ci pensò due volte e si precipitò da Regulus.
«Sto bene.»disse acido, tentando di rimettersi in piedi, ma la gamba destra rigida non collaborava.
«Lasciati aiutare.»insistette Megan, aiutandolo a mettersi in piedi.
Regulus zoppicava: la protesi si era spostata.
«Maledizione.»
«Faccio io, tranquillo.»
Ma Meg non aveva idea di come aggiustarla, nonostante ciò risvoltò il pantalone e poté constatare che un pezzo di legno non riusciva a fungere da guarnizione tra il moncone e la protesi.
Spinse il pezzo tanto da farlo combaciare tra le due parti e in questo modo Regulus poté tenersi stabilmente in piedi.
«Devo sostituirla.»borbottò prendendo posto accanto a Pandora.
«Già.»convenne Meg sedendosi di nuovo.

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