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(Song: Brooklyn Baby-
Lana Del Rey)
Hogwarts
«Pansy?! Ma perché l'hai fatto?»Harry volge uno sguardo carico di rancore nei confronti della ragazza, e ancora di più in quelli di Blaise.
«Io non ho fatto nulla.»scrolla le spalle Pansy, quasi divertita.
Harry si porta le mani al viso, ormai gli occhi iniziano a pizzicargli per le lenti a contatto.
Blaise si decide a uscire definitivamente dalla camera, con al seguito Daphne Greengrass che sghignazza fastidiosamente.
«Nessuno di noi ha fatto nulla di male, ci eravamo appartati...»Pansy si lascia sfuggire un risolino mentre Harry la guarda confuso.
«Sei andata a letto con Blaise?»domanda Harry tentando di non far trasparire la gelosia, ma Pansy continua a ridere.
«Lo sapevo, Meg aveva ragione... come ho potuto fidarmi di te? Ma poi con Blaise?! Stava uscendo con Hermione! Come avete potuto farle una cosa simile?»Harry scuote la testa, deluso e Pansy finalmente smette di ridere, si sistema la frangetta e poi gli prende il viso.
«Non sono andata a letto con Blaise, c'era anche Daphne in camera... volevamo farlo credere alla Granger, era solo uno scherzo.»gli lascia il viso e lo guarda divertita.
«È stata una cosa spregevole, Hermione è la mia migliore amica-»
«E Blaise è il mio.»puntualizza Pansy incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio. «E poi cosa ti avrebbe detto Cooper per avere ragione? Perché le dai tanta importanza?»
Harry schiocca la lingua al palato, abbassa lo sguardo per un momento per poi farlo ricadere sugli occhi della ragazza.
«Non credi che io stia cercando di cambiare per te? Di essere una persona migliore? Megan è forse già madre?! Sembra quasi che tu dia più importanza a lei che a chiunque altro, inclusa me. Se sei innamorato di lei ti consiglio di metterti in fila però.»sibila la ragazza con indignazione.
Questa volta è Harry a scoppiare a ridere.
«Io innamorato di Meg? Io la amo, e lei ama me, ma come si amerebbero due fratelli, perché non riesci a capirlo? Tu hai Blaise, Malfoy e quello stronzo di Nott, io ho Meg ed Hermione, quindi scusami se io mi fido di loro e ci tengo. E poi Meg non è mio tipo, sai?»le ultime parole Harry le pronuncia avvicinandosi a Pansy.
«E chi sarebbe il tuo tipo?»sussurra lei alzando lo sguardo.
«La sto baciando proprio ora» e detto ciò i due si abbandonarono in un bacio lento.
«Però sono ancora arrabbiato con te... se solo potessi chiedere scusa ad Hermione... solo se tieni a me.»le sussurra Harry.
Pansy si stacca immediatamente e porta le mani ai propri fianchi scuotendo la testa.
«Non è chiedendo scusa alla tua amica che dimostrerò di tenerci a te Potter. Ora scusami ma sono stanca, vai al tuo dormitorio.»la ragazza gli dà le spalle e a passo svelto, facendo risuonare il rumore dei suoi passi provocato dai tacchi, torna nella propria camera.

(Meg)
Mi è sempre piaciuto ballare.
Ovviamente non sono mai stata una ballerina professionista, anzi, sono sempre stata molto scarsa. Se ballavo un lento mi guidava sempre Sirius, ma per i balli scoordinati, forse i più belli, non c'era nessuno che potesse guidarmi.
Io e i miei amici, nei nostri movimenti sgraziati, (tranne Lily, che invece aveva seguito lezioni di danza fino ai suoi dodici anni) avevamo il cuore più leggero.
Mentre cammino per un viale che mi sembra familiare, ecco che noto il numero 12 come civico della struttura.
Stavolta però all'ingresso si trovano delle zucche di Halloween, e delle canzoncine risuonano dall'interno della casa.
Non perdo molto tempo e decido di bussare, ma la porta è già aperta.
Stranamente l'arredo della casa tradisce di molto lo stile della porta principale, è tutto molto luminoso. È molto accogliente, e per certi versi mi sembra di conoscerla: una chitarra è poggiata sul divano, e una bambola di porcellana ricade con lo sguardo vuoto sul ripiano della cucina.
Mi guardo intorno, avvicinandomi al camino, e noto delle fotografie sparse per il ripiano.
Ma prima che possa prenderne una per capire dove mi trovo, due mani mi coprono gli occhi.
«Piccola Gold, che bella sorpresa.»
Non è possibile...
Sorrido, e sento gli occhi pizzicare, suppongo sia inevitabile questa mia reazione.
Mi volto e lo vedo, James.
«Geno, non posso crederci»lo abbraccio più forte che posso, e ovviamente lui ricambia, e mi accarezza la schiena.
Quando sciogliamo l'abbraccio, gli prendo il viso tra le mani, osservandolo meglio.
Ha la barba e una piccola cicatrice sulla guancia, la montatura degli occhiali è cambiata, in perfetto stile anni ottanta.
Con lui ho ballato molto, senza vergogna e senza sentirmi ridicola o fuori posto.
«Sei cresciuto o sbaglio?»chiedo ridacchiando.
James mi scocca un'occhiata divertita e nostalgica allo stesso tempo, annuisce e indica qualcosa sulla parete, che poi scopro essere il calendario.
«È il 1981, devo adeguarmi ai tempi no?»
Scruto meglio la data, e un senso d'ansia mi assale.
Tutto in questa casa è così bello e rassicurante, la musica, le pareti, la chitarra Michael, la bambola Sophie, lo stesso James.
Tutto, tranne il calendario, tranne la data.
«È Halloween? Il 31 ottobre?»domandò prima che la voce mi muoia in gola.
James mi guarda sorridente, e poi mi accarezza una guancia.
«Non puoi evitarlo Piccola Gold, deve succedere, come è successo a te.»sussurra senza versare nemmeno una lacrima.
Deglutisco, e poi gli prendo la mano.
«Possiamo ballare prima?»spero di scandire bene le parole perché io di lacrime ne sto versando un bel po'.
James scuote la testa.
«Non abbiamo più tempo, lui è già arrivato.»
Mi asciugo le lacrime e mi avvento sul calendario, strappandolo con tutte le mie forze, lascio cadere i pezzi di carta sul pavimento.
Avverto un freddo lancinante, e nel voltarmi sento i passi di qualcuno al piano superiore: Lily.
«Nasconditi con lei, Geno, posso fermarlo!»lo supplico posizionandomi davanti alla porta, ma una forza sconosciuta mi scaraventa contro la stessa parete dove prima si trovava il calendario, o meglio dove si trova ancora: è intatto, e ben visibile sul muro.
«Sei sempre stata l'alieno migliore tra noi.»commenta James guardando fisso la porta.
Vorrei raggiungere anche Lily, per salutarla e sopratutto salvarla, ma è come se non riuscissi a muovermi, perché dalle pareti un fumo nero mi tiene le gambe.
La porta si apre, una figura incappucciata, varca l'ingresso, Lord Voldemort in persona.
Spasmodicamente con lo sguardo cerco qualcosa per fermarlo, per evitare che succeda ciò che non sarebbe dovuto succedere. Scovo una bacchetta, quella di James.
«JAMES! LA BACCHETTA! JAMES! PRENDI LA BACCHETTA!»
Improvvisamente James non è più della sua statura iniziale, diventa una specie di gigante e di conseguenza anche la casa risulta più grande.
Come i miei... anche loro erano giganti.
«PRENDILA TI PREGO! JAMES!» urlo, più che posso, e mi dimeno ancora, sentendo la testa bruciare.
"Distruggi il medaglione, distruggi il serpente"continuano a ripetermi le voci nella mia testa
«NON C'È ALCUN MEDAGLIONE! NÉ UN SERPENTE! NO! TI PREGO JAMES! JAMES, LA BACCHETTA!»la gola mi brucia violentemente ma ciò che rapisce la mia attenzione è una figura ancora più grande dei due soggetti davanti a me: l'ombra che incombe, di una donna dallo sguardo arcigno.
È stato un secondo, un secondo lunghissimo, e poi è successo.
Lord Voldemort ha scagliato la maledizione mortale su James.
Il gigante cade a terra, polverizzandosi.
«NO! NO! JAMES! NO!»grido disperata lottando con me stessa per non far prendere il sopravvento alle voci, ma è tutto inutile.
«Hai perso.»il vocione dell'ombra mi fa definitivamente scoppiare il cervello.
Devo urlare.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora