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"Ti posso fare una domanda?" mi chiede Luca e io annuisco.
"Non hai mai espresso il tuo parere riguardo la mia musica, perché?".
"Semplicemente non me l'hai mai fatta ascoltare e non mi hai mai chiesto il mio parere, pensavo non ti importasse" gli spiego.
"Ma sei pazza? Sei la mia ragazza, mi importa ciò che pensi" dice prendendo le chiavi della macchina e mi fa segno di seguirlo.
Spegne il motore dell'auto, ci troviamo davanti un palazzo prende le chiavi e apre il portone.
Entriamo dentro un appartamento e mi porta in una stanza dove sulle pareti ci sono dei pannelli isolanti.
"Siediti qua" mi indica una sedia girevole davanti ad un computer e dietro questa postazione c'è un vetro attraverso il quale si può vedere una piccola stanza con al centro uno sgabello, un microfono e anche questa sulle pareti ha dei pannelli, mi fa indossare delle cuffie e schiaccia un bottone facendo partire una base. Lui entra dentro la stanza di vetro attraverso il quale riesco a vederlo, si avvicina al microfono e inizia a cantare. La sua voce risuona nelle mie orecchie mentre lui si muove a tempo di musica.
"Allora?" mi chiede uscendo dalla studio di registrazione.
"Sei fantastico amore" dico avvicinandomi a lui, mi prende per i fianchi facendo combaciare i nostri petti per poi far sfiorare le sue labbra con le mie.
"Amore, eh?" mi chiede con un ghigno, facendo riferimento a come lo avessi chiamato... In effetti non glielo avevo mai detto, l'ho sempre chiamato Luca.
"Già..." mi limito a dire per poi azzerare le distanze baciandolo, mi fa camminare in direzione di un divano senza mai staccarsi da me, per poi buttarcisi sopra ed io cado su di lui.
I nostri respiri si fanno affannosi e le sue mani non smettono di correre lungo il mio corpo.
"Ci sta qualcuno?" gli chiedo.
"No, è casa di ava ma non ci sta ora" mi spiega per poi riprendermi a baciare.
"Non possiamo allora" dico divinconlandomi. Lui si mette sdraiato su di me reggendosi con i gomiti.
"Quindi? Non ti piace correre il rischio?" sussurra sulle mie labbra, per poi darmi dei baci sull'incavo del collo. Mi sfila velocemente la maglia, per poi sbottonarmi i pantaloni e sfilarli. Mi da dei baci sulla pancia mentre io gli tolgo la t-shirt e lui fa cadare a terra le mie mutande. Entra dentro di me e ad ogni spinta aumenta il ritmo.
Si stende di fianco a me una volta finito, si gira e mi sorride.
La porta di casa fa un rumore, segno che qualcuno sta entrando. Luca sbarra gli occhi, prende tutti i vestiti da terra e mi trascina in bagno chiudendo la porta della stanza a chiave.
"Luca ci sei tu?" urla Ava dall'entrata.
"Si fratè, dammi tre secondi ed esco" dice il moro. Mi guarda e si mette a ridere.
"Che cazzo ti ridi?!" sussurro.
"Hai una faccia tipo terrorizzata, Chiara è come se fosse mio fratello al massimo farà qualche battuta" dice mentre si riveste e, dopo essermi rimessa anche io i vestiti, apre la porta del bagno.
"We fratè" Ava saluta Luca abbracciandolo.
"Ciao Chiarè" dice dandomi un bacio sulla guancia.
"Oh no aspetta, conosco quella faccia. Dimmi che non è successo sul MIO letto almeno" si mette a ridere ava sedendosi sul divano.
"Nono, è successo proprio sul divano su cui hai poggiato il culo ora" ironizza Luca, Francesco si alza e guarda il divano con faccia schifata.

"Dario mi spieghi come cazzo hai fatto a prendere 4 a matematica?" chiede Luca alzando il tono della voce.
"Si papà, ho ripreso da te... 4 è anche un bel voto" dice con tono ironico.
"Non fai ridere, vedi di recuperare. Chiara è brava ti aiuta lei" dice indicandomi.
"Si ok. Che facciamo questa sera?" domanda Dario.
"Tu non fai proprio niente" ribatte con tono severo Luca.
"Dai è un 4 mica 3"si giustifica il figlio.
"Dario lo sai benissimo che per me puoi fare ciò che ti pare se vai bene a scuola? Sei andato bene? Non mi sembra, recupera e torni a fare ciò che vuoi" gli spiega il mio ragazzo mentre il figlio si dirige in camera sua sbattendo la porta.

|Tu non ci credevi in noi| Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora