Apro la porta della camera di Dario e scorgo Chiara parlare con lui.
"Puoi uscire?" le chiedo scocciato dalla sua presenza, alza un sopracciglio rimanendo seduta sul letto.
"Devo parlare con mio figlio, senza la tua presenza" le faccio segno con la mano di uscire e lei mi asseconda sbattendo la porta dietro di sé.
"Ti sei divertito con i tuoi amici?" chiedo a Dario, alza un sopracciglio capendo che in realtà non è quello il punto della situazione.
"Si!? Perché?" chiede incerto.
"Mi fa piacere" gli sorrido.
"Invece cosa ne pensi di Dalila?" gli continuo a domandare, lui sbuffa per poi distogliere lo sguardo.
"Non penso niente di Dalila" risponde dopo poco.
"Sicuro? Allora sai dirmi perché aveva pianto oggi?"
"Mh no, non lo so" ride.
"Ma che ti ridi? Dario cosa le hai detto?"
"Oddio papà! Ma che ti piace che la stai sempre a difendere?" sbuffa.
"No Dario, non mi piace. Si chiama rispetto, quello che a quanto pare non hai nei suoi confronti. Cosa le hai detto? Che non è tua madre, che non sostituirà Chiara? Bhe lei sa benissimo ciò e ti dico che non le frega neanche farti da madre dato che è solamente la tua babysitter o come cazzo la vuoi chiamare e viene pagata per fare quello, non per farti da madre o per essere insultata da te" distoglie nuovamente lo sguardo.
"Non le ho detto quelle cose oggi" sulla sua faccia compare un ghigno.
"Allora cosa le hai detto?"
"Cose del tipo che non la volevo più vedere, che per me lei non è niente e nessuno, che la prossima volta può evitare anche di venire a casa o di venirmi a riprendere dai miei amici... Però diciamo che gliel'ho detto in un modo non molto carino" sorride beffardo.
"Ma io mi chiedo, che cazzo ti ho insegnato? A questo punto penso di aver sbagliato tutto con te, forse la troppa libertà, il fatto che ti tratti come un adulto quando sei solo un ragazzino che dalla vita deve imparare ancora molte cose... Tra cui il rispetto. Pensavo di averti dato dei valori, ma a quanto pare mi sbagliavo. Invece di sorridere ti dovresti solamente vergognare di ciò che hai detto Dario" dico per poi uscire dalla sua camera sbattendo la porta.
"Cos'è successo?" mi chiede Chiara appena raggiungo la sala.
"Non sono affari tuoi".
"Invece si" ribatte alzando il tono della voce.
"Perché? Sentiamo".
"Mi considera come se fossi sua madre".
"Mamma, che bella parola... Vero? Le mamme non si vanno ad ubriacare fino a collassare in discoteca, le mamme si preoccupano di ciò che fa loro figlio, della loro educazione, se per caso hanno bisogno di qualcosa o di una semplice chiacchierata. Che fai la madre solo quando ti conviene? Sei consapevole del fatto che nella vita di Dario sei più assente che presente? Almeno non illuderlo, cazzo!" alzo il tono della voce, vedo una lacrima solcare il suo volto.
"Sei uno stronzo Luca!" urla ascigandosi le guance.
"Anche tu Chiara, anche tu. Se non piango non significa che io non stia male. Sarei io lo stronzo? Lo stesso stronzo che ti ha aiutata dopo che ti sei baciata con un tizio, lo stesso stronzo che ti ha aiutata per la seconda volta dopo che ti ha visto parlare con l'uomo che ti ha messo le mani addosso, lo stesso stronzo che nonostante tutto ti ha sempre pensato, lo stesso stronzo che la mattina si svegliava e il suo primo pensiero è Chiara. Ma penso che ciò non sia lo stesso per te visto come ti sei comportata. Con me ora ci hai chiuso definitivamente, se vuoi fare la madre fatti sentire ogni tanto almeno Dario non ci rimarrà male e non verrà a lamentarsi da me perché tu non gli rispondi al telefono. Con me ci hai chiuso, decidi tu se chiudere anche con Dario oppure no" la fisso negli occhi mentre lei continua ad asciugarsi il volto per non farmi vedere le lacrime.
"Ora per me puoi anche andare" mi butto sul divano evitando il suo sguardo.
"Le chiavi dell'appartamento le ha prese Marco" mi comunica.
"Bhe chiama Lollo, ti aiuterà in qualche modo" sfoggio un sorriso.
"Luca..." sussurra.
"Chiara ti ripeto per la terza volta che con me ci hai chiuso, non ho nessuna intenzione di aiutarti".
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|Tu non ci credevi in noi| Capo Plaza
Любовные романыChiara è una ragazza di 16 anni, i genitori la fanno trasferire a Salerno a causa degli atti di bullismo che subiva nella sua città d'origine: Sorrento. Lì a Salerno frequenterà una nuova scuola e andrà in un appartamento in affitto condiviso con tr...