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Sono passati 6 mesi, 6 fottuti mesi. Nessun cambiamento, nessun miglioramento, niente di niente. Mi siedo sulla sedia di fianco al letto e inizio a fissare il quadro presente in camera, lo fisso da sei mesi, so i dettagli a memoria, quasi me lo sogno la notte. Non ho ancora il coraggio di guardarla negli occhi, di dirle qualcosa.
"Luca?!" quella voce, quella voce che non sentivo da troppo tempo tempo ormai, quella voce che avevo paura di scordare da un giorno all'altro, la stessa voce ora mi sta chiamando, risuona nella stanza. Mi giro nella sua direzione e incrocio il suo sguardo, I suoi occhi mi scrutano attentamente mentre io la guardo con una faccia da ebete. In questo momento vorrei solo baciarla, ma indossa la maschera per l'ossigeno e i medici mi impediscono di toglierla altrimenti farebbe fatica a respirare.
"Ti amo" sono le uniche parole che escono dalla mia bocca, mi sorride debolmente stringendo sempre di più la mia mano mentre con l'altra si tocca la pancia. Mi chiede qualcosa di incomprensibile ma capisco che si riferisce alla bambina, lei non sa praticamente niente.
"Sei al sesto mese di gravidanza, è una femmina, Dario mi ha proposto tre nomi e ho deciso, o meglio abbiamo deciso, che si chiamerà Nicki" mi sorride e fa cenno di continuare.
"Ieri siamo andati a compra-" mi blocco notanando che chiude gli occhi diminuendo la presa sulla mia mano.
"Si vabbè, buona notte" mi alzo dalla sedia ed esco fuori dalla stanza dopo aver constato che è tornata a dormire.
Mi dirigo in sala d'attesa, non guardo in faccia nessuno, scendo di corsa le scale e vado in bagno. Poso le mani sui bordi del lavandino e guardo la mia immagine riflessa allo specchio, apro l'acqua e mi bagno il volto. La mano di Ava si posa sulla mia spalla.
"Tutto bene fratè?" mi chiede fissandomi dallo specchio.
"L'ho vista, sveglia" sgrana gli occhi facendomi girare nella sua direzione.
"Che ti ha detto? Cioè tu che gli hai detto?".
"Fratè dopo 5 minuti si è riaddormentata, almeno ha saputo come si chiama sua figlia".
"Per prima cosa non mi hai ancora detto come si chiamerà, seconda cosa non mi sembri molto contento di averla vista" mi fa notare il mio amico.
"Si chiama Nicki" faccio una pausa
"Sono felice di averla vista però sono stufo di tutta questa situazione, non ne posso più di aspettare, di passare giorni interi in ospedale, mi manca lei, la sua voce, il suo profumo, il suo affetto, il suo calore, quando si mette-" Vengo interrotto da Ava.
"Frena, frena, non voglio sapere i dettagli".
"Ah Ah Ah che simpatico, non te li avrei detti comunque" mi fingo divertito tirandogli una pacca sul petto.
"Fratè devi pensare che quando nascerà Nicki tutto finirà, Chiara verrà curata e riprenderate ad essere felici" cerca di consolarmi.
"Altri tre mesi io non resisto".
"Fratè hai resisto per sei mesi altri tre resisti, fatti qualche sega" alzo gli occhi al cielo.
"Ma riesci ad andare oltre al sesso tu? Una relazione non si basa solo su quello" esco dal bagno raggiungendo tutti i miei amici all'ottavo piano.
"Si è fatto tardi... Vogliamo andare a cena al solito ristorante?" propone Enzo, tutti annuiscono, anche io accetto trascinando Dario in macchina.
Ci sediamo al tavolo, una cameriera ci porge i menù e decidiamo cosa prendere.
"Ci prova con te" sento dire da Philip, non rispondo e dopo poco due dita mi vengono schioccate davanti la faccia.
"Eh? Dimmi" mi rivolgo al mio amico.
"La cameriera ci prova con te" ripete.
"Quindi? Ci provasse" scrollo le spalle.
"Non ti interessa? Guarda che è una bella ragazza" mi fa notare il mio amico.
"Philip, sono fidanzato" scrolla le spalle in segno di arresa.
"Ci posso provare io allora?" mi chiede ridendo.
"Tutta tua, buona fortuna" gli sorrido addentando un pezzo di pane.

|Tu non ci credevi in noi| Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora