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"Dario, ti posso parlare?" chiedo aprendo la porta della sua camera. Posa il joystick sul letto e mi fa un cenno con il capo.
"Con Dalila non ho nessun tipo di rapporto-" non finisco la frase che vengo interrotto.
"Ah no? A me non sembra" sentenzia mio figlio.
"Mi fai finire di parlare?" annuisce.
"Dicevo che con Dalila non ho nessun tipo di rapporto. Prima in ospedale era venuto Marco, l'ex di Chiara, ha detto cose che non doveva dire e sono uscito dalla camera incazzato nero. Sono andato in sala d'aspetto, lei è venuta. Si è messa a dire che lei ha vissuto una cosa simile, quindi mi può capire e che in queste situazioni noi non possiamo fare niente. Non mi ero neanche reso conto che mi stesse praticamente addosso" mi siedo di fianco a lui.
"Ok, ti credo però la prossima mandala via" mi sorride e mi passa il joystick per iniziare a giocare.
"Comunque avrai una sorellina" gli passo una mano tra i capelli scompigliandoli, lui si volta di scatto e inizia a fissarmi.
"Già deciso il nome?" mi chiede, scuoto la testa in segno di negazione .
"Lo decido io, anzi ti propongo tre nomi o Nicki o Saweetie o Rihanna"  sorrido mantenendo lo sguardo fisso sulla TV.
"Come mai questi nomi?"
"Scusa me lo chiedi anche? Mi deludi così, sono le regine del rap americano e tu sei il re della trap italiana... Anche se verrai sostituito da me tra qualche anno" gli do una gomitata ridendo.
"Nicki" affermo.
"Plaza e Nicki, ci sta".
"Non per dire qualcosa, però ho vinto io... Sono troppo forte" mi alzo dal letto dandogli una pacca sulla spalla con il joystick.
"No, non vale. Cioè ero distratto, mi hai ingannato" urla mentre esco dalla sua camera, diciamo che è un po' cascettaro, non accetta le sconfitte... Proprio come suo padre.
"Luca voglio la rivincita" continua a gridare raggiungendomi.
Accende la play in sala e si posiziona sul divano.
"Dai Luca vieni" non gli rispondo e metto la carne sulla padella.
"Luca..." la sua voce risuona nella stanza.
"Lucaa..." continua a chiamarmi per nome.
"Se solo ti stessi zitto tre secondi ti accorgeresti che Luca sta cucinando e dopo verrà da te" mi raggiunge in cucina e si siede sull'isola di marmo.
"Esistono le sedie" gli faccio notare.
"Nah, sto comodo qua" fa una pausa
"Ma la camera di Nicki dove la faremo?" mi chiede, d'altronde non ci stavo pensando minimamente, non ho comprato niente, né culla, né passeggini tanto meno vestiti e tutto ciò di cui ha bisogno un neonato.
"Nella camera di fianco alla tua, togliamo il letto da una piazza e mezza e mettiamo la culla, svuotiamo la cabina armadio e dobbiamo fare qualche modica al bagno" gli spiego.
"Ah la camera dove hai scopato con Dalila... Capisco" alza gli occhi al cielo mentre io lo fulmino con lo sguardo.
"Non so, ti vuoi spostare tu in quella camera mentre Nicki la mettiamo nella camera dove tu ti fai Giulia?" mi guarda scioccato per la mia risposta.
"Non hai le prove di ciò" si giustifica ridendo.
"E tu che ne sai? Ho le mie spie" dato che Dario non mi dice niente io mi faccio raccontare tutto da Ava.
"Quel bastardo! Non gli dirò più niente" scuote la testa facendo una smorfia con la faccia.

Abbiamo appena finito di fare l'ultima partita alla play dove ho battuto Dario
per la quinta volta di fila. È la prima giornata dopo tre mesi che passiamo insieme, che riusciamo a distrarci un po', a non pensare all'ospedale.
"Andiamo?" chiedo a mio figlio.
"Guarda che non è l'orario di visita, non ci fanno entrare".
"Ma non intendo in ospedale, ti porto in un posto" mi segue interdetto e sale a bordo della macchina.
Parcheggio l'auto di fronte ad un negozio.
"Ma che vende?" mi chiede Dario, gli indico l'insegna grande quanto casa mia con su scritto "Bimbo Milano" ma lui sembra non capire.
"Vende cose per i neonati" alzo gli occhi al cielo mentre apro la porta del negozio.
"Vedo troppe cose rosa" si lamenta mio figlio.
"Ma hai sempre da ridire? Dobbiamo compare, la culla, due passeggini, un seggiolino e poi basta penso".
"La fai andare in giro nuda? I vestiti?"
"Si ma quelli non li compro qua" gli spiego.
Dopo non so quante ore passate dentro il negozio Dario è riuscito a scegliere la roba, prima si è lamentato per il troppo rosa ma alla fine mi ha fatto compare tutto rosa. Come tocco di classe ha deciso di far incidere sulla culla la scritta "Nicki".
Nel negozio entra una coppia con un bambino di circa 7 anni, la ragazza è incinta e vanno alla ricerca di qualcosa tra gli scaffali. In quel momento il mio pensiero va a Chiara, quanto vorrei che fosse qui e molto probabilmente anche lei lo vorrebbe. Spero solo che quando si sveglierà sarà contenta di ciò che stiamo facendo io e Dario.
"Non ci pensare ora" la voce di mio figlio mi fa distogliere lo sguardo dalla coppia, è come se mi leggesse nel pensiero. Gli sorrido, cingo le sue spalle con il braccio stringendolo a me.

|Tu non ci credevi in noi| Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora