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Mi sveglio di soprassalto, guardo l'orario dalla sveglia e noto che è davvero tradi. Mi giro nel letto, Luca non c'è quindi decido di andare in cucina a preparare la colazione prima di recarmi a lavoro.
"Ho accompagnato io Nicki all'asilo" mi comunica Luca mentre è intento a preparare il caffè.
Lo ringrazio affiancandomi a lui, posandogli un bacio sulle labbra. Mette le mani sui miei fianchi spingendomi verso l'isola di marmo della cucina. Riprende a baciarmi e il suo respiro si fa più pesante. Le sue mani scivolano lungo la mia schiena fino ad arrivare ai jeans sbottonandoli. Mi stacco da lui riallacciando la zip, mi guarda con aria stranita e alza un sopracciglio.
"Devo andare a lavoro" gli spiego mentre prendo la borsa e la giacca. Si butta sul divano sbuffando sonoramente, prende il telecomando tra le mani e accende la TV.
"Lo so a cosa stai pensando" dico aprendo la porta di casa, purtroppo il periodo natalizio è vicino, lavoro praticamente tutto il giorno e non ho tempo né per Luca né per Dario e Nicki. Passo veramente poco tempo a casa e in più non ho neanche le ferie quindi quest'anno non potrò andare a trovare i miei genitori.
"Si, esattamente. Sto pensando proprio da quanto tempo non passiamo un pomeriggio insieme" dice con tono aspro tenendo gli occhi fissi sullo schermo della TV.
"Dai Luca, lo sai che non è colpa mia" scrolla le spalle non rivolgendomi neanche uno sguardo.
"Vai sennò fai tardi a lavoro". Decido di non replicare ed esco di casa.

Entro nel negozio, saluto Jessica, indosso la divisa e inizio ad aiutare le clienti.
"Tu non hai nessuna novità?" chiedo alla mia amica durante la pausa pranzo.
"Ma che! Io e Bonnie resteremo zitelle a vita" ride mentre addenta la pasta.
"Facciamo un matrimonio io e Luca, tu e Bonnie... Che ne dici?" le propongo ironicamente.
"A proposito, come va con Luca? Nicki? Uno di questi giorni vi devo passare a salutare".
"Va tutto bene se non fosse per il fatto che non ho tempo materiale per stare con loro" abbassa lo sguardo come se stesse vivendo anche lei la stessa situazione. Jessica qui a Milano ha solamente noi, tutti i suoi parenti sono a Salerno e non ha un ottimo rapporto con loro. Ha sempre detto che siamo noi la sua famiglia e, purtroppo, in questi mesi ci vediamo poco e niente. Stessa cosa vale per tutto il resto dei nostri amici, non organizziamo una cena, una serata insieme da un secolo.
"Questo sabato Dario va in discoteca con gli altri, giusto?" mi chiede arrotolando intorno al dito una ciocca di capelli.
"Ehm si..." inarco un sopracciglio non capendo il punto della situazione.
"Allora sabato io terrò Nicki tutto il giorno perché voglio passare una giornata con mia nipote, Dario ormai è grande il pomeriggio può stare da solo o esce con Giulia e la sera andrà in discoteca, mentre tu-" fa una pausa
"Tu organizzi qualcosa di bello per Luca, sei troppo stressata hai bisogno di una..." si guarda intorno e, notando la presenza delle altre colleghe, si copre la bocca con le mani e abbassa voce.
"scopata" sussurra finendo la frase.
"Jessica!" la rimprovero scoppiando a ridere.
"Ti ho solamente detto la verità, io mantengo Nicki e tu organizza qualcosa. Anzi appena finiamo il nostro turno andiamo a comprare un po' di roba" la guardo con aria di disapprovazione.
"Senza che fai quella faccia, devi essere impeccabile" scandisce bene le lettere dell'ultima parola.
"Jessica ti ricordo che non è la prima volta che lo facciamo... ".
"Quindi? Questa volta sarà come se fosse la prima".
Sinceramente la prima volta tra me e Luca non è stata il top, io avevo 16 anni, non stavamo insieme e il giorno dopo l'ho rifiutato anche se lo amavo.

"Che ne dici di questo?" mi chiede Jessica mostrandomi un completo rosso di pizzo.
"No. Prima di tutto il rosso si usa a capodanno, in secondo luogo questo è un filo interdentale" indico la sottospecie di mutande che mi sta mostrando.
"Senti questo completo è perfetto e tu lo metterai" si dirige verso la cassa mentre io cerco di bloccarla con scarsi risultati.
"Che vestito hai intenzione di mettere?" mi chiede mentre prende la mia carta di credito per pagare.
"Non lo so, ne ho uno rosso penso di mettere quello" faccio riferimento ad un abito attillato che arriva fino a metà coscia, le spalline sottili e una scollatura profonda.
"Quando vai a casa provatelo e solo se avrei la mia approvazione lo indossarai" alzo gli occhi al cielo, prendo la busta contente il completo di pizzo, saluto la mia amica e mi dirigo fuori dal centro commerciale.

|Tu non ci credevi in noi| Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora