You Kill My Mind

capitolo 120

"Okay beh...forse mi piace d'accordo?" ammette in fine e io ed L ci battiamo il cinque come se avessimo appena vinto a qualche gioco.
"È una cosa bellissima Elle" la rassicuro subito io.
"Dite? Io invece muoio di paura" prosegue lei con un po' di magone.
"Ehi piccina non piangere..." non faccio in tempo a finire quella frase che due grosse lacrime le scendono dagli occhi.
"È solo che, io ho paura che lei non provi lo stesso, e che se io glie lo dicessi poi la nostra amicizia finirebbe, lei è la persona più importante della mia vita, non posso perderla" si sfoga lei e noi corriamo ad abbracciarla.
"Io credo che dovresti provarci, Elle sei giovane, la vita è una, e da come me l'hai descritta lei è una persona incredibile e sicuramente capirà" la incita Louis e io lo guardo fiero.
"Non lo so..." singhiozza lei.
"Prenditi il tempo che ti serve, ma fallo Elle, Louis ha ragione, e poi chi ti dice he non ricambi" le dico poi io e lei ci stringe.
"Grazie, davvero" risponde asciugandosi le lacrime.
"Tieni questo è il nostro numero, se ti serve qualsiasi cosa, chiamaci d'accordo?" le dico poi scrivendo i nostri numeri sul suo cellulare.
"E ora via queste lacrime, andiamo a comprare il vestito per il matrimonio!" annuncia Lou.
"Matrimonio?!" ci guarda completamente stranito.
"Quello di me e il riccio, tu ovviamente ci sarai, dobbiamo comprarti un vestito" spiega e lei si alza tutta entusiasta correndo fuori dal negozio insieme a noi ma prima pagando il suo gelato.
Avevamo insistito perché non pagasse nulla ma è una testa calda.
Adorabile.

Passiamo tutto il pomeriggio per negozi a provare vestiti di ogni tipo.
Lunghi, corti, chiari, scuri, brillaninati o neutri.
Tutti le stanno da dio ma nessuno è quello giusto per lei.
"Perché non provi questo?" domanda poi Louis indicando un vestito dorato e nero.
Ha il corpetto senza spalle tutto con i brillantini color oro, in vita ha uno spago he stringe e i brillantini iniziano a sfumarsi dando origine al colore nero puro che sboccia in un tessuto in raso che arriva fino a terra, non è sottoforma di gonna però ma ben si di pantalone.
"Okay è bellissimi, vai immediatamente a provarlo" le ordino ridendo io e lei corre aorendere il vestito raggiungendo il camerino.
"Siete pronti?" chiede e noi rispondiamo in coro di si mentre muoriamo dalla voglia di vederla.
Apre la tenda e la nostra reazione è una bocca spalancata e gli occhi a cuoricino.
È semplicemente bellissima in quel vestito.
Le pieghe del tessuto le cadono morbide sulle curve del suo corpo, non è né troppo provocante né poco appariscente.
Le sta d'incanto.
"Una parola oltre le vostre facce imbambolate?" ci richiama lei e noi ci mettiamo a ridere.
"Scusa è che stai benissimo" dico io.
"Si Elle sul serio, ti sta molto bene, dobbiamo prenderlo" mi segue Louis e lei sorride soddisfatta.
"Aspettate però..." mormora girando il cartellino con il prezzo.
"Lascia perdere i soldi, è il nostro regalo" riusciamo a concludere dopo dieci minuti di discussione.

Andiamo in cassa a pagare il vestito, Elle ci ringrazia per ore, anche mentre siamo al parco, ogni tanto ammira il vestito e ci guarda compiaciuta.
"Facciamo una foto" propone prima che torniamo a casa.
Ci avviciniamo a lei, uno da un lato e uno dall'altro e facciamo la foto mentre le diamo due bacini sulle guance.
Alle sei e mezza poi la riportiamo a casa e dopo aver salutato anche Patrick, torniamo a casa nostra.

"Sono davvero contento per lei" confesso a Lou mentre entriamo in casa.
"Già anche io, moltissimo" risponde lui.
"Ha quattordici anni e la mente così aperta e matura, è una ragazza speciale sul serio" proseguo io e lui si mette a ridere annuendo.
"A che pensi?" gli domando poi.
"Ai nostri bambini" la risposta mi spiazza.
"Sul serio, voglio che crescano così, liberi di fare ciò che vogliono, felici e rispettosi" continua poi e io gli poco un bacio sulle labbra.
"Mhh, ancora" si lamenta quando mi stacco per andare a preparare qualcosa da mangiare, tra poco è ora di cena.
"Amore fammi andare a cucinare, non hai fame?" chiedo sorridendo e lui mi blocca per un polso.
"Si, ma di altro" mi risponde tirandomi verso di lui e ricominciando a baciarmi.