capitolo quattro

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Penso davvero quello che gli ho appena detto, secondo me dietro questa figura del duro che vuole a tutti i costi a vere c'è un Louis dolce e sensibile, ma lui queste caratteristiche le identifica come debolezze, ecco perché le nasconde sotto questa corazza e sotto le parole del padre.

"Ehi...grazie" mi dice dopo essersi vestito.
"Sei nella mia metà della stanza" gli dico ridendo.
Lui ride e mi da una spinta sulla spalla poi esce dalla stanza e io decido di prendere i libri e studiare un po' le cose del primo trimestre, devo mettermi al passo con il programma.
Sono quasi le due, e sinceramente mi sta venendo fame, ma preferisco cominciare a prendermi avanti, il pranzo può aspettare.
Comincio con letteratura e poi passo a scienze, una delle mie materie preferite, finito di studiare e di fare gli schemi decido che è arrivato il momento di andare a mangiare, sono le tre del pomeriggio.
Vado alla caffetteria della scuola e mi prendo un tramezzino e una lattina di coca cola, mi porto dietro il libro così lo posso finire in pace e tranquillità.
Amo come tempestose, l'avrò letto almeno dieci volte ma non riesco a farne a meno, è un libro che non mi stanca mai, anche se so la metà delle battute a memoria, non finirà mai di stupirmi e di appassionarmi.

"Ma guarda chi c'è qua" mi dice ad un certi punto una voce femminile molto familiare.
Alzo lo sguardo per vedere se fosse effettivamente per me e mi ritrovo Larissa.
"Larissa?!" esclamo.
"Ciao, come stai?" mi dice abbracciandomi.
"Io sto benissimo, tu invece? Che ci fai qua? Non eri andata in Italia con Chris?" chiedo io curioso.
Io e Larissa siamo amici da quando andavamo all'asilo, siamo cresciuti nello stesso quartiere poi crescendo abbiamo preso strade diverse ma non abbiamo mai smesso di stare in contatto.
"Si è vero eravamo andati in Italia, ma poi ho scoperto che non si è voluto trasferire la solo per lavoro" fa una piccola pausa poi riprende, "ho scoperto che mi tradiva così l'ho lasciato e sono tornata a Londra".
"Mi dispiace...ma se devo essere del tutto sincero, non mi è mai piaciuto quel ragazzo" dico io un po' per sdrammatizzare.
Lei mi sorride e continuiamo a parlare per tutto il pomeriggio.
Mi racconta dei posti che ha visitato, di come procede con la scuola di danza e io invece le racconto un po' dei miei studi e della nuova scuola.
Alle sei ci diamo un ultimo saluto e lei parte di nuovo e torna a casa dalla madre mentre io vado di nuovo in camera, i miei progetti di continuare con inglese e matematica durante il pomeriggio diciamo che sono saltati in aria, domani devo concentrarmi solo sullo studio se voglio essere pronto per iniziare tra due settimane.

"Dove sei stato?" mi chiede Lou appena entro in camera.
"Ciao anche a te".
"Ciao".
"Ero giù alla caffetteria, una mia vecchia amica mi è venuta a trovare".
"Oh capito, io ti stavo aspettando per la nostra scommessa, non te ne sei dimenticato vero?".
"Certo che no, forza prendi il computer e guardiamo il film" dico io mentre vado a rimettermi la tuta per stare più comodo.
Lou prende il pc e si distende sul letto con il portatile sulla gambe, io prendo la sedia della scrivania e la metto accanto al suo letto così da vedere nello schermo.
"Se vuoi puoi metterti qua" mi dice battendo con la mano sulla metà del materasso.
"Siamo passati dal non entrare nelle metà della stanza altrui a condividere un letto ora?" chiedo scherzando.
"Lo dicevo per te" dice rabbuiandosi.
"Okay allora accetto l'offerta" dico io e mi stendo sul letto vicino a lui.
"Mettiamo 'Le pagine della nostra vita' è il mio film preferito ma questo non devi dirlo ad anima viva è chiaro?".
"Croce sul cuore, dai fallo partire".
Il film comincia e all'inizio, come immaginavo, la storia mi rimane indifferente, ma dopo la prima ora inizio a sentire una strana sensazione in pancia e quando succede significa che sto per piangere.
Cerco di trattenermi il più possibile, l'orgoglio è più forte, non posso piangere o perderò la scommessa, ma non riesco a trattenermi, scoppio in lacrime durante gli ultimi dieci minuti e vedo Lou con la coda dell'occhio asciugarsi la guance con la maglia e fare un sorriso compiaciuto.
"Come dicevi? I libri sono meglio e i film non trasmettono niente?" dice prendendomi in giro.
Gli tiro una pacca sulla spalla e poi gli confesso di averlo visto asciugarsi le lacrime, lui si gira e posa una mano sulla mia guancia e passa il pollice sotto l'occhio dove tutte le lacrime si erano unite in una unica.
"Non quanto te" mi sussurra a un centimetro dal mio viso tenendo gli occhi fissi sui miei.

You Kill My MindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora