La porta si apre e un ragazzo entra dentro spedito chiamando il rettore, ma non usa questo termine.
"Ehi papà per cas-" dice e si interrompe subito vedendo il sottoscritto.
Mi giro e vedo il volto di Louis, spalanco gli occhi quando il mio cervello metabolizza i due volti e la parola usata da Lou.
È suo figlio, il rettore è suo padre.
Effettivamente c'era un po' la somiglianza, gli occhi chiarissimi, la carnagione olivastra e le labbra sottili, ma mai avrei detto che sono padre e figlio, sono così diversi l'uno dall'altro.
Il rettore è un uomo molto elegante, rispettoso e non va mai fuori le righe, mentre suo figlio è irascibile, simpatico si ma menefreghista e soprattutto non è mai decoroso come lo è invece il padre."Oh, credevo che avessi già finito, scusa" fa lui chiudendo la porta ma entrando lo stesso e spaparanzandosi sulla sedia accanto alla mia.
"Louis quante volte ti ho detto che devi bussare? E poi qui sono solo il rettore, non devi chiamarmi papà" risponde lui in tono severo.
"Oh si, ha ragione signor Tomlinson, mi scusi" risponde suo figlio ridendo.
Per lo meno ora so il nome del rettore, speravo di leggerlo nella targhetta sulla cattedra ma anche la c'è solo scritto "rettore".
"Scusami tanto Harry, come ti ho detto poco fa, è molto impulsivo" dice poi rivolgendosi verso di me.
"Hei, sono qua ti ricordo" ribatte lui.
Il signor Tomlinson lo fulmina con uno sguardo e lui sbuffa girando gli occhi.
Non so che dire né che fare, sono completamente in imbarazzo.
"Comunque puoi andare, per il momento ti ho detto tutto ciò che c'è da sapere, almeno le cose più importanti, in caso ti farò richiamare".
"D'accordo" dico alzandomi "grazie e arrivederci" concludo e poi esco dall'ufficio.Mentre torno alla mia stanza continua a ripensare all'accaduto, non me lo aspettavo affatto, e poi perché non me l'ha detto prima Lou, non capisco davvero.
Rientro in camera e mi vado a cambiare per mettere qualcosa di più comodo, prendo dall'armadio un pantalone della tuta e una felpa nera, poi mi siedo sulla scrivania e riscrivo tutte le cose più importanti che mi ha detto il rettore poco fa.
A distanza di qualche minuto sento la porta aprirsi nuovamente.
Lou non dice niente e va direttamente in bagno, accende l'acqua e attacca la musica dal suo telefono.
Io non mi distraggo e continuo a fare la lista, ma quando esce con solo l'asciugamano in vita e la pelle ancora bagnata non posso fare a meno che guardarlo.
I muscoli tesi, probabilmente perché ha litigato col padre, le gocce d'acqua che luccicano sopra quelle chiazze d'inchiostro nero che ora scopro ha anche sul petto, le ciglia bagnate che mettono ancora più in risalto i suoi occhi, è davvero bello cazzo.
"Che hai?" mi dice in tono freddo.
"Eh? Niente. Guardavo solo i tatuaggi, belli" dico e poi mi giro di nuovo verso il foglio.
Non risponde ma il mio sesto senso mi dice che lui mi sta continuando a fissare, mi giro lentamente e infatti è così.
"Cosa?" chiedo in tono molto più tranquillo del suo.
"Niente. Guardavo solo i tuoi ricci" dice lui e poi prende dall'armadio dei vestiti puliti."Non mi hai detto di essere il figlio del rettore" gli dico dopo un po'.
"Perché cambia qualcosa?" risponde secco.
"No, ma sarebbe stato meglio che scoprirlo così" ribatto.
"Tanto so che ti ha parlato male di me, lo fa sempre, con ogni mio compagno di stanza, ti avrà di sicuro detto che sono presuntuoso, egoista e che sono impulsivo, ma sinceramente non me ne frega un cazzo, puoi pensare quello che vuoi di me, non mi cambia".
Ora più che essere arrabbiato sembra ferito dalle parole che il padre dice di lui ai suoi futuri compagni di stanza, immagino non sia bello e lo capisco.
"Si è vero mi ha detto che sei impulsivo, ma non mi serviva lui per capirlo" rispondo e lui alza lo sguardo per guardarmi negli occhi, "e poi sinceramente non sono i suoi commenti su di te che formano la persona che sei davvero" finisco.
Mi continua a guardare ma con aria dubbiosa adesso.
"Voglio dire che lui può descriverti come vuoi, ma non devi essere così per forza per fargli un dispetto, non ti conosco ma secondo me sotto questo egoismo e questa corazza dura c'è una persona dolce e affettuosa e dovresti imparare a mostrare quella" spiego io.
"E se le sue parole ormai mi avessero trasformato del tutto? Se in realtà non c'è niente ma sono così e basta?" mi domanda.
"Non è così, lo capirai".
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You Kill My Mind
FanfictionFINITA Harry Styles è un ragazzo che si trasferisce all'università e incontra Louis Tomlinson, il suo compagno di stanza. Tra di loro nascerà una vera e propria storia d'amore che sarà in grado di superare tutti gli ostacoli? ps. Louis: top, Harry:...