capitolo 45

957 43 2
                                    

Saliamo in macchina, ho ancora le lacrime agli occhi e lui pure.
Con la coda dell'occhio vedo la borsa con o vestiti appena comprati e quando Lou vede che l'ho notata si asciuga gli occhi prima di fare un lungo respiro.
"Vuoi che passiamo un attimo a casa? Magari vuoi prendere le tue cose, i vestiti o i libri, non lo so quals-".
"Lou ti prego...voglio solo andare a casa" lo interrompo appoggiando la testa sul finestrino e guardando dritto.
"D'accordo" dice con un filo di voce e mette in moto la macchina.
Passiamo tutto il viaggio completamente in silenzio, nemmeno la radio, solo il rumore dei motori delle macchine e qualche clacson ogni tanto quando Lou si incanta ai semafori.
Fa la strada più lunga andando ad ogni dannatissimo limite per passare probabilmente più tempo con me, non he mi dispiaccia, perché come ho già detto, lo amo da morire, ma mi ha ferito, tanto, e mi ci vorrà un po' per credergli di nuovo anche ad occhi chiusi e so che stando nella stessa casa con lui, questo non funzionerebbe.
Arriviamo finalmente nella stradina di casa mia, gli occhi di Louis sono di nuovo gonfi e ha ricominciato a piangere.
Mi giro per guardarlo, cosa che non ho mai fatto in questa ora e mezza e lui mi implora nuovamente di credergli e di non lasciarlo.
"Amore ti scongiuro, devi credermi, sei diventata tutta la mia fottutissima vita, io si lo capisco che hai bisogno e lo accetto, ma ti prego, non mi lasciare Harry, non so vivere senza di te" dice prendendomi le mani e portandole al suo petto.
Sento il suo cuore, per poco non gli esce, batte fortissimo e il suo respiro è affannoso.
"Lou...devi darmi un po' di tempo, ti amo, ti amo da morire, ma mi hai fatto tanto male mentendomi e io ho bisogno di un po' di tempo solo per me" spiego io posandogli un bacio in fronte e poi uscendo dalla macchina.
"Haz" mi chiama un'ultima volta, io mi giro e lui mi allunga la borsa con i vestiti.
"Ti prego prendili" mi dice e io faccio come mi chiede per poi girarmi e entrare in casa mia.

"Mamma, sono...sono a casa" dico entrando e subito lei si precipita ad abbracciarmi, stringendomi e facendomi mille domande, senza nemmeno rendermene conto faccio cadere la borsa e inizio a piangere.
"Amore, ehi, cosa è successo?" chiede lei preoccupata abbracciandomi.
"Mamma sto male, sto tanto male" dico io.
"Hai litigato con il tuo ragazzo vero?" Mi chiede asciugandomi le lacrime.
"Mi ha mentito mamma, mi ha mentito e anche in modo bello grosso, ho bisogno di starci un po' lontano così riesco a tornare in me nel modo giusto, con lui attorno non sarei lucido" spiego.
"Va tutto bene amore, è tutto okay, non preoccuparti, la mamma è qui adesso, prendi tutto il tempo che ti serve tesoro" mi rassicura lei continuando ad abbracciarmi aspettando che io mi calmi.

Accendo l'acqua della doccia aspettando che diventi calda mentre mi spoglio in camera mia prendendo anche una tuta comoda da indossare.
Entra in doccia e la pressione del getto riesce ad ammorbidire, anche se di poco, i miei muscoli.
Mi insapono per bene ripensando a quando non ero solo nella doccia, ma avevo il ragazzo che tanto amavo che mi faceva ridere con le sue battute spinte.
Ogni cosa mi riconduce a lui, persino respirare mi fa venire in mente quando la sera prima di addormentarci ascoltavo i nostri cuori pulsare all'unisono e i nostri polmoni riempirsi e svuotarsi allo stesso momento.
Esco dalla doccia e mi avvolgo nell'accappatoio, in quel momento arriva una notifica al mio cellulare.
Allungo lo sguardo per leggere il nome nel display.
È Lou.
-Ciao, volevo solo dirti che sono appena arrivato a casa.
-In realtà volevo scriverti e questa mi sembrava una buona scusa.
-Haz ti amo, ti aspetto a casa...
A quel 'ti amo' ricomincio a piangere, i miei occhi sono più rossi che verdi ormai.
Mi siedo a terra con la testa appoggiata sul muro mentre mentre aspetto che le mie lacrime finiscano.
Appena fatto ciò, mi sciacquo il viso e indosso la tuta blu dell'Adidas, uno dei regali di compleanno che ho preferito lasciare a casa.
Mi asciugo i capelli e prendo il cellulare dirigendomi verso camera mia.
Come immaginavo mamma non ha spostato niente, ogni singolo dettaglio è al proprio posto e sorrido alla vista di tutto quell'ordine.
Mi butto sul letto, sono le otto di sera ormai, ho una fame da lupi ma appena tocco il cuscino la prima cosa che faccio è dormire.

You Kill My MindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora