capitolo 98

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Dopo essermi svegliato con il sorriso stampato in volto per quel bellissimo sogno, chiamo Lou notando dal piccolo finestrino che stiamo per atterrare.
"Boo, stiamo attertando" lo scuoto leggermente accarezzandogli la guancia.
"Di già, siamo saliti cinque minuti fa" risponde ci voce roca strofinandosi gli occhi.
"Amore è da un'ora e mezza che dormiamo, ecco perché sembra essere passato così poco" e detto questo mi alzo per sistemarci bene prima dell'atterraggio.
"Grazie mille signor Wernest, è stata una settimana incredibile!" salutiamo i nostri compagni di avventura mentre scendiamo dalla macchina.
"E grazie anche a te Arist, sei stata una guida incredibile" aggiungo e lei si mette a ridere.
"È stato un piacere ragazzi! Ci vediamo a lavoro Harry, ciao" ci salutano loro e poi partono rimettendo in moto la macchina.
Ci avviamo per la stradina raggiungendo casa nostra e senti i passi di Lou davanti a me bloccarsi e portare una mano sul mio stomaco per spostarmi dietro di lui.
"Lou che succede?" chiedo non spiegandomi il perché di quel gesto e seguo la traiettoria del suo sguardo.
Un uomo di corporatura massiccia, occhi verdi e capelli scuri con la barba brizzolata è seduto sugli scalini all'entrata di casa nostra e gioca con i pollici.
Ha un'area decisamente agitata.
Ad un certo punto vediamo sbucare un'altra sagoma da dietro la siepe e sta volta riconosco perfettamente chi è.
"Mamma?" dico con un filo di voce rimanendo sbigottito.
I due sollevano lo sguardo e l'uomo con uno scatto velocissimo si alza in posizione eretta quasi sorridendo alla nostra vista mentre mia madre lo fulmina con lo sguardo.
"Harry che cazzo succede?" domanda Lou lasciandomi libero il passaggio mentre ma senza capire niente.
Francamente, nemmeno io ci sto capendo nulla, mia madre si okay, ma quell'uomo.
Chi è?
E perché sembra conoscerlo così bene?
Che cosa diamine sta succedendo?
"Harry tesoro!" esclama poi mia madre venendomi in contro e abbracciando sia me che Lou.
"Andato bene il viaggio?" chiede poi e io la osservo aggrottando la fronte.
"Uhm...andiamo dentro, e cerchiamo di capire qualcosa" propone Lou prendendomi per mano, io non riesco a muovermi.

"Avete intenzione di spiegarmi qualcosa?" domando interrompendo mia madre un po' bruscamente mentre continuava a farmi domande sul convegno e su Parigi come se la situazione fosse completamente normale.
Lei è l'uomo sono seduti a tavola, io di fronte a loro e Lou appoggiato al bancone della cucina che mi controlla da dietro.
"Anne, posso-" comincia l'uomo e mia madre lo blocca con un categorico no.
"Parla" dico io invece girandomi verso l'uomo e lanciando un'occhiata quasi di disapprovazione alla donna davanti a me.
"Ciao Harry, io sono Patrick" si presenta porgendomi la mano e io ignoro quel gesto.
"Beh okay, allora" continua poi schiarendosi la voce, "ti sarà molto difficile da capire, forse ti arrabbierai ma io devo dirtelo, Anne so che non sei d'accordo ma deve saperlo" finisce di dire rivolgendosi alla fine verso mia madre che scuote la testa.
"Quindi?" chiedo impaziente mentre Lou si avvicina a me stringendomi le spalle per rilassarmi.
"Io e tua madre eravamo...eravamo fidanzati, frequentavamo la stessa caffetteria nel periodo dell'università e lei era molto carina così io le chiesi di uscire e dopo qualche mese ci mettemmo insieme" comincia a raccontare.
"Dopo quattro anni di relazione venni a sapere da delle voci che lei aveva iniziato a frequentare un altro ragazzo, Desmond Styles, io era da qualche mese che effettivamente trascuravo un po' tua madre e lei aveva trovato rifugio presso quel bastardo" prosegue e io stringo i pugni sul tavolo.
"Non parlare così di mio padre" lo rimprovero e Lou stringe la presa per calmarmi senza effettivamente riuscirci.

"Harry è esattamente qui che...che ti sbagli" azzarda a dire lui e io lo guardo completamente stranito.
"Io e tua madre ci perdemmo del tutto, lei si mise con Des e ebbe tua sorella dopo una anno e mezzo, Gemma" continua poi a raccontare e io sento la rabbia e l'ansia salire in corpo.
"Venni a sapere da dei nostri vecchi amici che si era sposata e io non avevo ancora superato la rottura, così mi presentai a casa sua almeno per parlarle e chiarire, non volevo tornare con lei, era madre e moglie, volevo solo essere di nuovo suo amico, per lo meno. Il punto è che...il nostro chiarimento fu molto vivace e forse presi da quel momento di contatto dopo così tanto tempo o non lo so cosa ci prese, ma facemmo l'amore".
Spalanco gli occhi lanciando un'occhiata disgustata verso mia madre e mentre sento il sangue ribollirmi in vena.
"Dove vuoi andare a parare?" ringhio cercando con le ultime forze che ho in corpo di rilassarmi.
"Mi chiamò un mese dopo annunciando la sua gravidanza e che con molta, molta probabilità era mio dato che tuo padre la settimana successiva a quel giorno era fuori per lavoro. Mi disse che non aveva intenzione di dirlo a Des e che sarebbe stato lui a crescerli, sarebbe stato lui tuo padre e io non dovevo provare ad avvicinarmi né a lei né a te.
Io non potevo sopportarlo, avevi tre anni quando ti vidi per la prima volta mentre camminavi giocando con la neve in centro a Londra, non riuscivo più a pensare chiaramente, la mia mente era offuscata dalla rabbia di vederti chiamare papà un uomo che non lo era, così mi avvicinai e dissi tutto a Des".
Sento i miei occhi riempirsi di lacrime e un senso di odio nei confronti di mia madre.

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