capitolo 70

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È passata ormai una settimana da quando ho il nuovo lavoro e in questo momenti ho la macchina piena di tre scatoloni di roba da portare per abbellire l'ufficio.
Sto ancora cercando di capire come cavolo riuscirò a portarli tutti sopra, ma questo è un dettaglio a parte.
Apro la portiera e metto gli scatoloni uno sopra l'altro, poi dandomi una spinta li prendo e prego il signore che reggano almeno fino all'ascensore.
Con una botta di anche chiudo la portiera e mi dirigo verso il grande edifico facendo passi lunghi e rapidi.
"Harry, vuoi una mano?" mi chiede Jhonathan, un ragazzo con cui facevo stage all'inizio.
"Non so, dimmelo tu" rispondo ironicamente e lui viene verso di me prendendo lo scatolone più in bilico.
"Grazie" rispondo e lui fa un cenno con il capo.
Arriviamo finalmente all'ufficio, con un altro movimento di anche apro la porta e poggio la roba sulla scrivania.
"Grazie Jhon" dico nuovamente prendendo la scatola che ha lui.
"Figurati" risponde sorridendo e poi esce dall'ufficio.

Comincio dalla scatola con i libri, ho portato un po' di romanzi, alcuni lo ho già letti mentre altri sono nuovi.
Li dispongo in ordine di colore e di grandezza sull'enorme libreria partendo da quelli con la copertina nera, blu, azzurra, un paio di verdi e di gialli e infine quelli bianchi.
Successivamente dispongo anche qualche quaderno che ho portato, non si può mai sapere magari mi serviranno.
Prendo poi il fantastico portapenne che mi ha regalato mia sorella per natale quando aveva 10 anni, ha forma cilindrica ed è tutto colorato di giallo, era il mio colore preferito all'epoca, sopra con il pennarello nero ci ha disegnato tante piccole margherite e ci sono le nostre iniziale, "H and G" per la precisione c'è scritto.
Ci metto dentro penne, matite e qualche evidenziatore che ho rubato a Lou, tanto non li usa mai.
Passo al secondo scatolo e da la tiro fuori un filo di luci bianche che metto sul cornicione della parete opposta alla libreria dove poi faccio dei buchetti con qualche chiodo e ci appendo tre cornici, in una c'è una foto con me e la mia famiglia, in un'altra sono insieme a Niall, Lou e da dietro sbuca Larissa con il suo bel pancione, e infine una con Lou mentre ci stiamo dando un bacio, foto rigorosamente scattata da Nello, da chi sennò?
Mi sono anche portato a casa dei vasetti con delle piantine grasse che sono così carine, le ho disposte tutti in fila sulla scrivania e poi ho anche messo il mio buonissimo profumatore ambiente alla vaniglia.
Per finire, so che sembra strano, ma ho preso anche due cuscini da mettere sul divanetto che c'è nell'ufficio.
E voilà!
Modestamente ho fatto un ottimo lavoro, si decisamente.

"Signor Sty- oh, wow!" esclama una voce femminile.
"Oh signorina Kerin, le piace o è eccessivo?" domando vedendola un po' allibita.
"No affatto, è veramente bellissimo! Devo dire che ha un ottimo gusto per quanto riguarda l'arredamento" annuncia lei sorridente mentre continua a guardarsi intorno.
"Oh grazie sign-" faccio io per ringraziarla.
"Ti prego, chiamami Arist" mi interrompe sorridendo e io faccio una piccola risata a mia volta.
"D'accordo, Arist, solo se lei mi chiama Harry, signor Styles mi fa sentire...vechio" dico io un po' imbarazzato e anche lei si mette a ridere.
"Cosa mi voleva dire?" chiedo poi.
"Oh si, volevo dirle che dopo domani c'è una riunione e il signor Wernest ci teneva che lei lo sapesse così può cominciare ad organizzarsi" spiega lei e io entro nel panico.
"Tutto bene?" chiede probabilmente notando la mia espressione.
"Beh uhm...come dovrei prepararmi? Nel senso, cosa devo sapere?" domando a mia volta sperando che lei possa darmi una mano.
"Niente di speciale Harry, deve solo essere rapido a scrivere e riportare solo le cose essenziali" mi tranquillizza lei.
"Oh grazie a Dio" tiro un sospiro di sollievo e lei sorride.
"Bene ora la lascio al suo lavoro Harry, a domani" mi saluta lei e io ricambio prima di sedermi sulla scrivania e di cominciare il mio lavoro.

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