capitolo 59

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Metto lo smalto con molta delicatezza per evitare di sporcare le mie dita e la scrivania, dopo di che agito le mani al vento per farle asciugare un po' prima.
"Allora? Che ne dici?" domando andando verso il mio ragazzo.
"Dico che sei bellissimo" mi risponde ammirando le mie mani e poi fissandomi negli occhi.
"Modestamente" commento io ridendo e lui mi da una pacca sul sedere.
Subuto dopo mi suona il cellulare, lo tiro fuori dalla mia tasca e leggo confuso il nome che compare al display.
"Nick?" rispondo al cellulare.
Nick Grivens, eravamo molto amici alle medie e anche alle superiori, è stato la mia prima cotta in prima liceo, e quell'estate decisi di baciarlo per vedere la reazione.
Quale fu?
Beh smise di parlarmi per tutto il resto dell'estate, quando un giorno mi presentai a casa sua mi chiese scusa, mi disse che si era comportato così perché colto alla sprovvista dal mio gesto e che non si aspettava soprattutto anche da parte sua una reazione interna così.
Non era gay, non lo è nemmeno ora, penso più che altro sia bisessuale, ha avuto più femmine che ragazzi ma comunque è stato lui quel giorno a dirmi di aver provato strane sensazioni, ad un etero non sarebbe mai successo, ma comunque non siamo più tornati sul quel discorso.
Gli confessi la mia cotta e gli dissi che però era tutto okay, che eravamo amici e mi piaceva lasciare il rapporto così.
Poi ognuno prese la propria strada e ormai era da un anno che non ci sentivamo.

"Nick pronto, sei tu?" ripeto non avendo alcuna risposta.
"Harry" mi risponde lui finalmente.
"Non sai quanto mi faccia piacere sentire la tua voce" aggiunge.
"Ciao Nick, tutto okay?" chiedo io.
"Si tutto benissimo" risponde e si forma un imbarazzo incredibile.
"Uhm bene, come mai mi hai chiamato?" domando io decisamente confuso.
"Stavo riguardando delle vecchie foto e ne ho ritrovata una dove eravamo insieme così mi è venuto in mente di telefonare" spiega.
"Oh capisco" esclamo io.
"Come va all'università? Mia madre mi ha detto che sei a Londra eh, cocciuto come sei mi aspettavo che ci arrivassi, hai sempre detto di voler andare lì e guardati, ora ci sei davvero" la situazione comincia a calmarsi, ora non c'è più imbarazzo, solo due vecchi amici che si risentono.
"Qua va tutto benissimo, sono davvero contento, i corsi sono molto interessanti e li frequento davvero con molta voglia e poi ho fatto diverse amicizie e ho conosciuto delle persone fantastiche" spiego rivolgendo un'occhiata a Lou che mi sorride e poi torna a posare gli occhi sul libro che sta leggendo.
Aspetta, sta leggendo?
Decido di pensare dopo all'enorme novità del mio ragazzo e di concentrarmi sulla chiamata.
"Beh mi fa molto piacere" esclama.
"Grazie, e tu invece? Come va? Alla fine sei andato a lavorare con tuo padre o stai seguendo l'università?" domando io.
"A questo proposito Harry, volevo dirti he ti ho chiamato anche perché..." comincia a dire e poi si ferma quasi strozzato da...un singhiozzo?
Sta per caso piangendo?
"Papà è venuto a mancare tre giorni fa" mi spiega con voce rotta e io mi senti così in colpa per la domanda che gli ho rivolto.
"Oddio, Nick non lo sapevo, mi dispiace tantissimo, come stai tu? E Joseohine? Tua madre come sta?" chiedo preoccupato.
Ero molto legato alla famiglia di Nick, spesso e volentieri dopo scuola andavo a casa sua a mangiare se mamma era a lavoro e finiva tardi e sia la madre che la sorella, Jos, mi hanno sempre trattato come un membro della famiglia, mi piange il cuore a sapere che il signor Grivens è venuto a mancare.
"Mamma è tre giorni che piange ininterrottamente, Jos invece cerca di dimostrarsi forte, mi aiuta, prepara lei il pranzo, sistema casa, ma la sento la sera quando si chiude i camera che sta male" si confessa con me Nick.
"Volevo dirti che domenica faremo il funerale, e mi farebbe davvero piacere che tu venissi" prosegue poi.
"Ma si, certo che ci sarò Nick, puoi contare su di me" rispondo in tono apprensivo.
"Grazie davvero" dice e poi chiudiamo la chiamata.

"Devo essere geloso?" domanda Lou girando pagina e continuando a leggere.
"No, affatto" rispondo ridendo, "Nick e io eravamo molto amici a scuola, effettivamente avevo una cotta per lui, non ricambiata" spiego.
"E non dovrei essere geloso?" mi interrompe guardandomi sorridendo.
"Se mi fai continuare" dico io strappandogli un altro sorriso.
"Siamo stati sempre e solo amici, poi verso l'ultimo anno di superiori abbiamo perso i rapporti e ora mi ha telefonato perché è venuto a mancare il padre e domenica fa il funerale".
"Oh, mi dispiace" dice diventando serio.
"Già, avresti dovuto vedere che uomo che era, sempre pronto ad aiutarti" sospiro io e poi ritorno sulla novità.
"E tu invece? Non odiavi leggere?" lo punzecchio.
"Infatti, questo l'ho preso per caso dalla tua libreria e si beh, è l'unico libro interessante" si giustifica e mio mi metto a ridere.
"Questo vuol dire che sei venuto sulla mia metà della camera, molto male, molto male" e scoppiamo in due risate.

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