capitolo ventitre

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Torno in stanza e faccio alcuni compiti, alle due anche Louis mi raggiunge.
"Ehi" mi saluta dandomi un bacio.
"Ciao" rispondo, "com'è andata?".
"Una noia assurda" sbuffa stendendosi sul letto, "quella di matematica parla troppo" dice e io rido.
"Sai com'è il suo lavoro è spiegare" ribatto.
"Si ma non così tanto".
Ci mettiamo a ridere e io continuo con inglese, ho degli esercizi di grammatica da fare e sono abbastanza complicati, meglio se li faccio subito, almeno ho la spiegazione della prof ancora in mente.
Comincio con le prime frasi e ad un certo punto Lou si alza e viene da me abbracciandomi.
"Hai carenza di affetto?" gli chiedo senza farmi distrarre dal suo atteggiamento.
Annuisce senza dire niente e gira la sedia per potersi sedere in braccio a me continuando ad abbracciarmi.
Lo stringo anch'io, quel gesto mi fa battere il cuore così forte che anche lui l'avrà sentito contro il suo petto.
"Lou devo fare inglese" dico sottovoce.
"Okay, io rimango qua" ribadisce.
Faccio un sorriso e vado avanti con i compiti, dopo un'ora finalmente finisco l'esercizio, faccio per alzarmi ma Lou è buttato a peso morto su di me.
"Lou?" bisbiglio e lui non risponde.
"Ehi" dico di nuovo mentre sposto un po' la testa per vedere il suo viso.
Ha gli occhi chiusi e le guance schiacciate li formano una specie di broncio sul volto, si è addormentato di botto.
Prendo un po' di forza e mi tiro in piedi, è vero che sono più alto di lui, ma prendere in braccio un ragazzo di ventun anni non è una passeggiata.
Lo faccio stendere sul mio letto e gli tolgo le scarpe per poi rimboccargli le coperte.
"Haz" sussurra ancora con gli occhi chiusi.
"Si?".
"Ti metti vicino a me un po'?".
Non rispondo, mi le vo le scarpe e mi infilo nel letto insieme a lui, appoggio la testa sul suo petto e lui mi stringe forte a se, tempo cinque minuti e mi addormento cullato dalle sue carezze sulla mia schiena.

"Harry? Ci sei? Louis? Ragazzi ma dove siete?" una voce mi fa sobbalzare.
Giardo l'orologio, sono le quattro e un quarto, mi sono addormentato cavolo.
"Harry!" dice di nuovo la voce battendo più forte alla porta.
Chloe!
Mi zo di scatto e vado ad aprire.
"Alla buon'ora" mi dice entrando in stanza.
"Shh" le dico per non far svegliare Louis.
"Shh? Sul serio? È da un quarto d'ora che busso a questa porta e tu mi dici shh?".
"Scusami tanto, mi sono addormentato e non mi ricordavo più che dovevi venire" mi scuso io, "però parla piano perché Lou sta ancora dormendo".
"Hai sbagliato" fa lei mentre appoggia i libri sulla scrivania.
"Che?" chiedo confuso.
"Dovevi dire 'ci siamo addormentati' che è diverso" mi spiega facendo quel suo solito sorriso malizioso.
"La mia simpatia verso di te sta di nuovo sparendo" commento sedendomi e lei ride prima di cominciare con la nostra solita lezione.

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