capitolo 83

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"Pronti?" chiede Ni prima di aprire la porta.
Una grande camera pittura di bianco con una parete, quella del letto, con dei disegni di animali sulla superficie ed una bellissima frase.
You're our sweet creature,
wherever we go, you bring us home.
Una bellissima culla bianca si trova appoggiata a quella parete con un braccio che si ramifica e appesi ci sono piccole stelle e pianeti che quando si aziona iniziano a girare in modo ipnotico e riproducono una cullante ninna nanna.
Spostando lo sguardo invece c'è un grande mobile con i cassetti alternati di color bianco e marroncino chiaro, chiaro, e affianco c'è un piccolo fasciatoio con lo spazio per i pannolini e quello per le varie creme.
Sull'altra parete invece, quella confinante con la grande vetrata, ci sono giochi di ogni tipo, probabilmente qualche regalo di maternità.
È veramente bella, tutto è sistemato perfettamente e non vedo l'ora che questo pargoletto inizi a girare felicemente per casa.
"Wow ragazzi è venuta davvero benissimo" esclama Louis dando un'ultima occhiata alla cameretta.
"Si è veramente bella, e poi quella frase è così dolce..." aggiungo io.
"Grazie ragazzi" arrossisce Larissa.
"Sono contenti che vi sia piaciuta" risponde il nostro amico.
Restiamo per tutto il resto del pomeriggio da loro, annunciamo anche del nostro viaggio a parigi e ci accordiamo per invece andare a gardaland.
"Lari tu rimani da sola?" chiedo io ricordandomi che Ni ha solo cinque biglietti.
"No, vado da mia madre" spiega lei.
"Capisco".
Finiamo di organizzarci e poi scriviamo nel gruppo per avvisare anche gli altri due di cosa abbiamo deciso.
Ormai si sono fatte le otto e come sempre siamo rimasti a cena dai nostri amici guardando un film per TV, ma siamo andati a casa abbastanza presto, domani Lou ha il colloqui con il produttore e anche io devo lavorare.

Il mattino dopo la sveglia mi fa alzare, dopo aver preparato la colazione chiamo anche Lou e subito mi viene in mente che la settimana in cui noi partiamo per il convegno ci dovrebbero arrivare i mobili del salotto.
"Okay facciamo così, dopo il colloquio vado agli uffici e chiedo se è possibile anticipare la consegna o spostarla a dopo quella settimana...mal che vada chiederemo ai ragazzi di stare qui al posto nostro" dice Lou addentando una fetta biscottata e io annuisco con ciò che ha detto.
"Augurami in bocca al lupo amore, ora vado, ciao!" esclama dopo un po' uscendo di casa posandomi un veloce bacio sulla fronte.
"Ciao tesoro, buona fortuna, vedrai che andrà bene!" esclamo io e vado a finire di prepararmi.
Dopo essermi vestito e aver rifatto il letto, prendo la mia borsa con tutte le cose e salgo in macchina.
Come ogni mattina mi fermo qualche minuto al London's Bar per prendere una ciambella da mangiare più tardi durante la mattinata e poi entro in ufficio.
Ho abbastanza lavoro da fare oggi quindi non spreco nemmeno un minuto, mi siedo sulla mia bellissima sedia con le ruote e dopo aver girato un po' per la stanza apro il computer e comincio a lavorare, in modo ordinato e preciso, come sempre.
Lou mi prende in giro dicendo che sono troppo ossessionato dal senso di voler fate tutto preciso ed impeccabile, io dico semplicemente che mi impegno in ciò che faccio, a differenza di qualcun altro.
A proposito...sono preoccupato per Lou.
Insomma so che non la prenderebbe bene se non dovessero cominciare a sponsorizzarlo e avere un no prima di una "vacanza" rovinerebbe tutto e gli spezzerebbe il cuore.
Decido di prendere il cellulare e scrivergli un messaggio.
-Amore appena hai fatto chiamami mi raccomando...voglio sapere com'è andata!
-Certo tesoro, sarai la prima persona che chiamerò x- risponde dopo qualche minuto.
-Hai ansia?
-Pff...no, alla fine devo solo cantare
-Si e sei bravissimo, quindi dai il massimo, ora torno a lavoro, ti amo xx
-Anche io ti amo, grazie xx

*Louis*
Col cazzo, eccome se sono in ansia!
Sto letteralmente morendo dentro.
Dopo essere arrivato davanti il grande palazzo sono rimasto in macchina per ben dieci minuti a fissare il vuoto e a pensare se quello che stavo andando a fare aveva senso o era una stronzata.
Poi per fortuna ho preso coraggio e a farmelo aumentare è stato anche il mio bellissimo amore che con quel messaggio di incoraggiamento mi ha veramente tranquillizzato.
Entro dal grande portone del palazzo e subito una ragazza mi viene in contro.
"Salve...lei è?" chiede sorridendo.
"Io sono Tomlinson, Louis Tomlinson" spiego e lei cerca con il dito il mio nome sulla lista.
"Oh eccolo qui! Si certo, allora mi segua la porto nella stanza al piano di sopra, dovrà attendere un po'...è molto in anticipo, ma non si preoccupi, se vuole può usufruire del bar e degli altri servizi mentre aspetta, non si faccia problemi" aggiunge la donna facendomi poi un gesto con la testa per seguirla.
Prendiamo l'ascensore e dopo qualche minuti mi ritrovo al piano superiore dove dopo un lungo corridoio un'enorme sala si apre davanti a me.
Mi vado a sedere su uno dei divanetti e aspetto che venga chiamato il mio nome.
Il mio provino è tra circa quaranta minuti e in questo momento, più che ammazzare il tempo vorrei ammazzare me stesso.

You Kill My MindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora