XXV

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Seraphine, rinnegata di Shattevel, Galeone rubato, Mare di Shattevel.

Guardai in cagnesco il ghigno di Cedar e mi arrotolai le maniche della blusa color cobalto, che avevo trovato nell'armadio della mia cabina. Per fortuna, chiunque avesse avuto a disposizione il galeone, prima dell'arrivo di Damien e avesse vissuto nella mia stanza, era stato senz'altro un essere umano mingherlino e nonostante i pantaloni avessi dovuto stringerli con una cintura, il tutto mi calzava abbastanza bene. Ero riuscita anche a legarmi i capelli in una coda alta, grazie ad uno dei lacci di cuoio che componevano la branda sulla quale dormivo.

"Su, principessina, non dovresti essere tu la gemma esplosiva?" Cedar si appoggiò alla botte e sghignazzò con Florian e Hawk.

Dalla spiegazione di Damien della sera scorsa, avevo compreso che Florian e Cedar fossero i capi delle milizie della Corte del Tramonto, ma, con più precisione, Cedar era il responsabile della forze armate dell'esercito, Florian era lo stratega mentre Hawk era commissario degli affari esteri. Inoltre, avevo scoperto che Morgan fosse la sua seconda in comando, insieme a suo marito, e fosse anche responsabile della tesoreria. La Corte del Tramonto era dunque un vero e proprio impero costruito su un pugnetto di personalità.

"Non ti conviene, Ced," rispose Damien sporgendosi dal ponte di comando. "Se perde la calma si accende davvero."

Mi strizzò l'occhio e diedi le spalle a quei quattro, preparandomi mentalmente all'esercizio che mi aveva chiesto di replicare Cedar.

Chiusi gli occhi, ma il loro sghignazzare mi diede i nervi.

"Devo concentrarmi, potreste stare zitti?"

Li spalancai di colpo e Cedar sollevò le mani in aria.

"Scusami, signorina, ma a quanto pare sei un po' lunga da accendere."

Il suo commento mi fece finalmente perdere la pazienza. Tutto il mio fastidio si riversò nella mia linfa e mi accesi in un sol colpo. Questa volta riuscii a percepire la forza della mia magia, riuscii a trovare un modo per  controllarla e quasi mi divertii quando Cedar, Florian e Hawk spalancarono le bocche. Come governata da un profondo e primordiale intuito, mossi la mano destra in aria ed un fiotto di luce si librò sfavillante color dell'oro, andando a collidere contro Cedar dopo avergli roteato intorno per qualche secondo. Quando la sorgente di luce si spense, persi il controllo della stessa e venni sbalzata metri indietro contro l'albero centrale della nave; per fortuna, prima che toccassi terra, Damien fu così abile da prendermi al volo e non diventai cibo per i mostri degli abissi.

"Seraphine?" Mi scostò i capelli color biondo ghiaccio scappati dalla coda alta e mi fissò costernato. "Ser?"

Ma riuscivo solo ad osservare come il mondo continuasse a ruotare ad una velocità disarmante intorno a me. Chiusi gli occhi e mi trattenni dal vomitare.

"Non scherzavi quando dicevi che era una supernova," brontolò Hawk ed io grugnii qualcosa di sconclusionato in risposta, che avrebbe dovuto somigliare ad un insulto. "È davvero esplosa."

Sentii la pelle di Damien a contatto con le mie labbra e mi allontanai di scatto. "No," mugolai. "Non mi serve."

"Non fare la stupida."

Il suo braccio mi fu di nuovo messo di fronte e con un immenso sforzo sfarfallai le palpebre, ma feci solo in tempo ad osservare l'espressione di ghiaccio del circolo di Damien, prima di richiuderle nuovamente. Balbettai qualcosina, ma non fui in grado di riprendermi fino a quando parte del potere e del sangue di Damien mi si riversarono lungo la gola; purtroppo, non riuscii a resistere, la mia magia si era indebolita troppo per non accogliere l'aiuto che Damien le stesse offrendo, ma fui lucida quanto bastò per scostarmi subitaneamente ed evitare che lui si prosciugasse.

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora