***Seconda parte***
Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, Corte del Tramonto, Shattevel.
Tracciai i contorni del tatuaggio del nostro legame sul pettorale di Damien e sprofondai di più tra le sue braccia con un versetto soffuso. Avevo lo stesso tatuaggio anche io, identico, e nello stesso posto: in basso a sinistra sul cuore e su tutto il seno del medesimo lato. Li avevamo tatuati insieme durante la mia prima notte alla Corte del Tramonto, la notte della nostra unione, e Damien mi aveva aiutato ad incidere il suo sulla propria pelle con il mio nuovo potere.
Una settimana. Era trascorsa una settimana di pura passione, desiderio e... amore? Sì, nessuno dei due era bravo ad esprimere i propri sentimenti, ma amore, devozione e complicità erano le caratteristiche del nostro nuovo rapporto.
"Vieni qui."
La sua voce roca sfumata dal sonno di poche ore mi fece rizzare i peli sulla nuca e mi avvicinai ancor di più, strisciando i canini sulla sua pelle, nel punto in cui vi erano altri due morsi; il mio compagno, placidamente disteso sulla soffice seta, mi ricompensò con un soffuso ringhio animalesco e quando i miei denti si chiusero sulla sua pelle, proprio sopra la giugulare palpitante, il suo corpo si tese di nuovo.
"Mi farai impazzire, Seraphine."
"Mh, mh."
Scivolai con la bocca lungo il suo addome, pregustandomi quel momento, ma all'improvviso dei forti pugni rimbombarono contro la porta della nostra nuova stanza.
"No," mugugnò Damien con la voce strozzata. "Non adesso."
Sghignazzai e mi lasciai cadere sul materasso, nuda e senza nessuna vergogna, con le guance rosse e accaldate.
"Credo che la Corte del Tramonto abbia bisogno del proprio Re." Mi leccai i canini e gli occhi di Damien si incantarono sulla mia lingua. "Per giunta, sono stanca di aspettare tua zia Cornelia."
Altri pugni sconquassarono la porta degli appartamenti reali.
"Brutto stronzo!" La voce di Cedar risuonò prepotente. "Alza quelle tue chiappe reali, Damien, non ci obbligare ad entrare."
Mi stropicciai il viso.
"Credo che dovresti aggiungere delle lezioni sull'etichetta, perché sono davvero dei maleducati." Sbadigliai.
Damien sghignazzò, e invece di alzarsi la sua mano corse lungo l'interno della mia coscia.
"Arrivo, stronzo!"
Altri due centimetri ... altri pugni e singhiozzai dalla frustrazione quando la sua mano si allontanò dalla mia pelle infuocata.
"Oh, e anche tu dovresti prender parte a quelle dannate lezioni."
Ma il discorso mi morì sulle labbra quando il mio companach gnèithean si sollevò, nudo in tutta la sua gloria, dal materasso: baciato dai raggi del sole che filtravano dall'ampia finestra spalancata, Damien era un vero Dio. I tatuaggi dorati e argentati della stirpe dei Fae si disperdevano sulla pelle abbronzata della schiena, delle cosce e dell'addome, solo per alternarsi a quelli rossi e grigi sulle braccia muscolose, che denotavano la sua appartenenza anche alla stirpe delle gemme e quelli bronzo della nostra unione sul pettorale sinistro.
"Seraphine?" Un luccichio di malizia attraversò i suoi occhi bicromatici e alcuni ciuffi dei suoi capelli gli ricaddero sulla fronte. "Avevi qualcosa da dire?"
STAI LEGGENDO
THE FALLEN | A Gods' Novel
AdventureSerrise era il luogo in cui ero nata e cresciuta, o almeno così avevo creduto per i primi cento anni della mia esistenza; la Città Celeste era una delle poche e caratteristiche costruzioni che conoscevo di Shattevel, il nostro mondo, e questo perchè...