XV

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Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, perimetro Corte del Tramonto, Corte del Tramonto, Shattevel.

La situazione era di nuovo precipitata ad un'ora dalla dipartita di Drystan e Faylen, ma a giudicare dal rapporto di Cedar, il numero di truppe era cospicuo, molto più cospicuo dell'attacco precedente. Il mio malessere si era acuito a quella informazione e quando i nostri nemici avevano irrotto nell'accampamento, avevo dovuto ascoltare il mio compagno e scappare verso la Corte del Tramonto, grazie ad un sentiero ad ovest che avevamo tracciato nei giorni precedenti e che sarebbe stato sicuro, o almeno così credevamo avrebbe dovuto essere.

Questa volta, non sarei stata utile sul campo di battaglia; potevo rappresentare solo un enorme peso e lo sapevo. Lo sapevo e avevo deciso di ascoltarlo, ma fu proprio a metà di quel sentiero, che il mio malessere divenne insopportabile.

Proprio a metà strada mi accasciai contro una roccia e il mio respiro si fece più forzato, più affaticato e quel dannato dolore al basso ventre si acuì fino a toccare le stelle. Non mi ci volle molto a comprendere cosa stesse pere accadere, perché di lì a qualche minuto avevo percepito del liquido colare lungo l'interno coscia, ma mi ci volle tutta la mia determinazione per spostarmi dalla pietra e nascondermi in un alcove creata dalla natura.

Era una sorta di piccola grotta, sulla quale si piegavano due grossi alberi; sarebbe riuscita a celarmi abbastanza bene, ma la mia mente era in subbuglio, perché avevo compreso solo che dovevo partorire; dovevo partorire e non avevo la minima idea del come avrei attuato da sola tutto il lavoro.

"Dannazione."

Mi portai le mani sul ventre e quando l'ennesima fitta scemò, cercai di sollevare la schiena e portarmi in una posizione reclinata, così da favorire l'uscita di Aideen. Ma avevo paura, una paura fottuta perché ero sola in mezzo ad una foresta con i nemici a pochi passi da me. Terrorizzata, ero terrorizzata ed il mio cervello lavorava solo per metà.

"Padre?" Quasi singhiozzai e un'altra fitta mi tolse il fiato; spinsi con quanta più forza avessi in corpo, mordendomi il labbro per non urlare, ma il dolore, la stanchezza... tutto mi sembrava assolutamente acuto e impossibile. "Padre!" Dalla disperazione mi aggrappai al legame che sfrigolava dentro di me, quel legame che era collegato alla mia fiamma e tirai, tirai con forza mentre continuai ad assecondare le spinte, ma non successe nulla. "Dannazione," singhiozzai. "Dannazione, non così."

"Seraphine."

Quando udii quella voce, sollevai la testa di scatto.

"Drusilla?" Il suo nome mi uscì poco più di un singhiozzo e nel panico acchiappai la pietra più tagliente che riuscii a trovare sul terreno. "Vattene." Iperventilai e cercai di non soffermarmi troppo sui suoi occhi iniettati di sangue. "Vattene via."

"Tu... sei-sei-sei incita?"

Le sue labbra tremolarono e i suoi occhi si spostarono sulla mia pancia, ma non ebbi il tempo di risponderle, che un'altra potente fitta mi troncò in due il fiato. Riuscii a non urlare solo per miracolo e quando ritornai abbastanza lucida da poter parlare, inchiodai Drusilla con una minaccia.

"Non azzardarti ad avvicinarti." Utilizzai un po' della mia magia per farla balzare più in dietro, anche se poteva essere un problema, perché ogni sprazzo di energia doveva servirmi per il travaglio e far nascere Aideen. "Vattene Drusilla o ti ammazzo."

E non seppi cosa riuscì a scorgere nel mio sguardo, ma fuggì, scivolò su un sasso e poi sparì nella vegetazione. Tirai un pugno sul terreno e mi scappò un altro singhiozzo, ma non potevo, non potevo farmi prendere dal panico, non quando la vita della mia bambina doveva dipendere da questi istanti, così da quel momento in avanti continuai a spingere, a sudare, a tirare quel legame e quello del mio compagno, ma nessuno sembrava intenzionato a rispondere. Percepii un vago strattone molto tempo dopo, quando mi ritrovai sudata  e sdraiata sul terreno, impegnata a non farmi vincere dalla stanchezza.

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora