Seraphine, rinnegata di Shattevel, mare di Shattevel e lido al confine della Corte del Tramonto.
Le acque scure ci circondavano e ci inghiottivano con la loro forza. Trattenni il fiato e accolsi la nuova onda, immergendomi dentro il fluido nero, ma ero stanca, il mio corpo non reggeva le spinte della corrente e ben presto abbandonai la presa. Non lottai più e chiusi gli occhi. Lasciai che il mio destino fosse deciso dall'impietosità della forza bruta dei flutti.
Rotolai su un fianco e sputai l'acqua salata, cercando di respirare, nonostante la trachea bruciasse ad ogni singulto e lo sterno mi facesse un gran male. Respirai, mi nutrii dell'aria che doveva espandere i miei polmoni, strizzai gli occhi e cercai di guardarmi intorno, ma riuscii a scorgere solo sabbia, sabbia, sabbia e molta altra sabbia. Una coltre di sabbia. I miei piedi però vennero solleticati da qualcosa di freddo e umidiccio; con forza, mi sollevai sul gomito e scorsi l'immensa superficie d'acqua. Il mare sembrava tranquillo ora, non più scombussolato dalla tempesta: un brutto gioco del destino, pensai con stizza. Caddi con la schiena contro la sabbia e chiusi gli occhi, spossata, ma una lieve pressione alla gamba destra mi fece voltare di scatto e purtroppo la mia visione non mi aiutò con tempestività a comprendere chi fosse il disturbatore.
"Terrestre?" La bellissima donna dai capelli blu e il seno scoperto si allungò verso di me ed io strizzai di più gli occhi. "Terrestre." La sua voce musicale mi strappò dal mio sbalordimento. "Terrestre, il Re Damien ha bisogno di te."
La realtà mi crollò addosso con un tonfo e mi sollevai di scatto, ignorando il dolore alle ossa.
"D-Damien?" Scrollai la testa e mi focalizzai su quei due occhi smeraldini. "Lui, lui dov è?"
"Avanti, terrestre." Mi indicò con il braccio adornato da una serie di alghe marine lo scorcio di sabbia più lontano e solo quando tornai a guardarla notai la coda. "Non ha voluto che lo salvassi per primo, un vero companach gnèithean."
Non registrai l'informazione nel vecchio idioma e spalancai la bocca colta dalla sua natura.
"Sei una sirena?" Mi allontanai di poco e studiai le scaglie che riflettevano la pallida luce lunare. "Sei davvero una sirena," esalai, non riuscendo a distogliere lo sguardo dall'immensa pinna in parte bagnata dall'acqua della riva.
All'Accademia ci avevano istruito sugli abitanti del mare, ma mai avrei pensato di essere così fortuna da incappare in una vera sirena.
"Sì, terrestre, ma il tuo compagno ha bisogno di te, adesso."
Mi mossi di scatto, governata dall'impellente desiderio di controllare che a Damien non fosse successo nulla durante il mio scoppio, ma poi la frase della sirena mi rimbombò nella mente come un tuono assordante e mi arrestai. Con estrema lentezza, e difficoltà a comprendere davvero che cosa stesse sottintendendo la donna pesce, mi voltai pallida e disorientata.
"Come hai detto, scusa?"
Quasi già immersa totalmente nell'acqua sollevò un sopracciglio verde. "Il tuo compagno ha bisogno di aiuto." Indicò con genuina apprensione il corpo di Damien e poi spalancò gli occhi, cogliendo il senso del mio attonimento. "Oh, non lo sapevi, cara?"
Scossi la testa ancora stupita e con un pizzico di rabbia. Conoscevo, più o meno, le caratteristiche delle altre specie che popolavano Shattevel e sapevo che in ognuna di esse vi fosse una predestinata, una compagna di vita per la controparte maschile, ma niente a che vedere con la storia delle Cherubine. No, quella era altra faccenda. Un dono odioso, che nel mio caso era stato inventato, o creato, per evitare che la mia vera natura mi esponesse al pericolo, ma quella rivelazione era tutta un'altra storia. Non conoscevo le dinamiche relazionali della sua specie, dei Fae, ma qualcosa mi faceva supporre che, più o meno, la natura percorresse la stessa strada, ma Damien, Damien avrebbe dovuto saperlo. Dopotutto, aveva cinquecento anni e sicuramente-
STAI LEGGENDO
THE FALLEN | A Gods' Novel
AdventureSerrise era il luogo in cui ero nata e cresciuta, o almeno così avevo creduto per i primi cento anni della mia esistenza; la Città Celeste era una delle poche e caratteristiche costruzioni che conoscevo di Shattevel, il nostro mondo, e questo perchè...