XIX

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Buona sera a tutti/e,
Questi tre capitoli lì avevo scritti nel mentre, e sono davvero felice di poter farvi notare come si stiano evolvendo le vicende. Apprezzo le vostre stelline, ma così come commentate le storie sugli Ivanov, sono davvero curiosa di sapere che cosa pensate anche di questi capitoli!
Anyway, vi auguro una buona lettura!!!

***
Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, Terre Mortali, Shattevel.

"Figlia mia."

Quella strana voce esplose nella mia testa e spalancai gli occhi. Mi ritrovai con sgomento in un paesaggio surreale: di fronte a me si ergeva un tempio, un tempio antico per la verità, uno di quelli che si potevano studiare nei libri di storia dell'Accademia e che forse esistevano ancora, seppur in rovina, in qualche isoletta pacifica di Shattevel. Mi persi con lo sguardo nell'osservare con estrema meraviglia quel luogo, la perfezione e l'accuratezza con cui era stato scolpito il marmo bianco, il frontone e ...

"Figlia mia?"

Mi voltai di scatto, ma non trovai nessuno.

"Chi sei?"

Percepii una risata soffusa, una risata calda, una risata paterna, che riecheggiò ovunque.

"Sei bellissima." Fu un bisbiglio che mi giunse soffuso all'orecchio, trasportato dal venticello. "Oh, e vedo che hai un compagno, un Fae a giudicare dai tatuaggi che scorgo sul tuo collo."

Mi girai intorno più e più volte, ma non trovai nessuno.

"Chi sei?" Alzai il tono di voce con apprensione. "Dove sei? Dove ti nascondi?"

La risata si riversò di nuovo nelle mie orecchie.

"Vorrei poter fare più di così, ma anche per un Dio potente come me, superare le barriere non è semplice."

Non mi mossi, non sfarfallai nemmeno le palpebre, quando il significato delle parole mi fu chiaro.

"P-Padre?" Balbettai, cercando di trovare una qualche connessione logica perché  stessi parlando con il mio vero padre biologico. "Sei tu?"

"Sì, tesoro." Avvertii della malinconia nella sua voce. "Sono io."

"Co-Come è possibile?" Scossi la testa. "Tu-Tu sei esiliato, io-io come è possibile?" Mi abbracciai la vita. "Non-Non."

"Mi hai cercato, tesoro." Percepii il suo respiro e fu meraviglio. "Mi hai chiamato."

"Io?" Bisbigliai ed in quel momento percepii mio padre, che nemmeno conoscevo, corrugare le sopracciglia.

"Effettivamente, non mi hai cercato di tua volontà, ma mi hai chiamato, urlato il mio nome, oserei dire, ed io ho risposto."

Guardai il tempio, la collina e scossi di nuovo la testa.

"Non ha senso, non so nemmeno dove siamo."

"Oh, ma questo è semplice." Lo percepii scrollare le spalle e fui ancor più intimorita. "Siamo nella tua testa."

"Nella mia testa?" Dovevo sembrare davvero una perfetta idiota a porre tutte quelle domande. "Come è possibile?"

"Inconsciamente hai creato una sorta di collegamento, ma non durerà a lungo, purtroppo questi meccanismi sono labili e complessi, anche se sono riuscito a superare le barriere solo grazie alla tua chiamata." Sospirò. "State cercando la pietra di giada?"

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora