XXVII

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Seraphine, rinnegata di Shattevel, lido al confine con la Corte del Tramonto, Shattevel.

Mi ritrassi dal tocco assuefacente di Damien e mi rintanai poco più in là contro la roccia nuda e fredda. Avevo compreso che stargli vicino era sempre più pericoloso, perché la consapevolezza di appartenenza mi spingeva a toccarlo, avvicinarmi, cercare un contatto ed in questo momento non andava bene, dovevo rimanere lucida: il più lucida possibile per riuscire ad uscire da questa maledetta foresta e arrivare sani e salvi alla Corte del Tramonto. Lì, avremmo preso del tempo e riconsiderata tutta la situazione con i suoi consiglieri, ma almeno saremmo stati al sicuro dalle grinfie del Tribunale Celeste e dalla cieca gelosia di Raphael.

"Ho bisogno di tempo," sussurrai e guardai il fuoco scoppiettare indisturbato del nostro stato d'animo. "E non perché non voglia accertarti, ma perché mi hai mentito, anzi, omesso la verità dei fatti ed ho bisogno di tempo per metabolizzare l'informazione."

Lo guardai da sopra la spalla e notai la sua difficoltà nell'accettare la mia decisione, ma in qualche modo riuscì a chinare il capo ed annuire.

"Tutto quello di cui hai bisogno."

Trascorsero tre giorni interi da quella notte e la mia curiosità iniziò a mangiarmi viva dal secondo. Mi maledissi per la centesima volta dal sorgere del sole, ma avevo bisogno di informazioni, mi ero ritrovata affamata di conoscenza circa la natura del nostro legame, del suo funzionamento, delle differenze con quello delle cherubine e molto altro, ma ogni qualvolta che cercavo di intavolare un discorso, mi ritrovavo sempre molto imbarazzata e impacciata, così da farlo cadere nella casualità subito dopo.

Durante il terzo giorno, il caldo nella foresta fu così soffocante, che per qualche secondo ebbi la necessità di ripararmi all'interno di un piccolo agglomerato di alberi verdi, che mi permisero di proteggermi dall'intensa calura. Fu proprio lì, che persi l'equilibrio e caddi all'interno di una voragine proprio dietro ai miei piedi. Urlai in aiuto e chiamai Damien, prima di sbattere con la schiena contro la superficie qualche metro più in basso.

"Ser?!"

La voce preoccupata di Damien mi giunse forte e chiara, nonostante fossi circa due metri più in basso e spiaccicata per terra.

"Sono qui."

Mi sollevai con difficoltà e rimasi incantata dalla visuale. Cielo, all'interno di quale regno ero caduta? Meravigliata, osservai la sorgente d'acqua nascosta dallo strato di terreno costellato dalla pietra: era come se al di sotto del suolo terrestre vi fosse nascosta una grotta e l'acqua era di un colore così cristallino, da poter essere in grado di osservare le mille pietruzze verdognole che ne costellavano il fondale.

"Ser?" Damien atterrò con leggerezza vicino a me e sorrise alla vista dello scenario. "Vedo che hai trovato la sorgente di Afrodite." Mi si avvicinò e sorrise. "All'epoca degli Dei questo luogo era sconosciuto dalla maggior parte della popolazione, alcuni Dei stessi non ne conoscevano l'ubicazione."

"È spettacolare," sussurrai studiando l'immenso albero bianco che sorgeva al centro della piccola laguna, proprio sopra una zolla di terra. "Ed è ancor più stupefacente il fatto che sia sotto al livello del suolo terrestre."

Damien annuì distante. "Si dice che Afrodite portasse qui i propri amanti per intrattenerli."

Voltai il capo con un sorriso sornione. "Aveva buon gusto Afrodite."

E senza dargli il tempo di decifrare il mio comportamento, iniziai a sbottonarmi la blusa ormai trasandata, per poi lasciarla cadere ai miei piedi e passare in rassegna i bottoni dei pantaloni. Avevo la necessità impellente di buttarmi in quel bellissimo specchio d'acqua e di nuotare fino alla zolla di terra al suo centro. Non mi vergognai della presenza di Damien alle mie spalle; dopotutto, quell'uomo, quel Fae, erano più le volte che mi aveva visto senza vestiti che con, ma dovevo essere sincera con me stessa: l'imbarazzo e la trepidazione del nostro essere compagni era tangibile, palpabile e fu per questo, che quando lo osservai da sopra la spalla, le mie guance si tinsero di rosso.

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora