Okay plssss visto che le cose si sgretoleranno da qui in avanti i neeeddddd a pareriiii!!!
Grazie!!!!😘😘😘😂
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Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, Corte del Tramonto, Shattevel.La catastrofe ebbe luogo il pomeriggio seguente.
"Tesoro."
Mi voltai verso Damien con preoccupazione crescente e cercai di trovare tranquillità in quei bellissimi occhi di stelle e amaranto.
"Ho paura," bisbigliai nel corridoio che ci avrebbe condotto ai due troni. "Se l-loro doves-dovessero sapere." Scossi la testa e mi gettai tra le sue braccia, incapace di dar voce alla mia paura. "Io non potrei mai."
Damien mi accarezzò la schiena fasciata dall'abito più prezioso che avessi mai indossato: era grigio chiaro, quasi argento, come le stelle nei suoi occhi, brillante, con linee nere di stoffa che rinforzavano le curve del mio corpo. Lo scollo a cuore era esaltato dal mantello delle medesime sfumature che si chiudeva con due clip appena al di sotto della mia mandibola, accarezzandomi la pelle nuda.
Brillavo. Brillavo come la stella più bella della Corte del Tramonto e Damien aveva voluto che rappresentassi lo splendore, aveva voluto che fossi io il punto luce della sua Corte, perché ero stata il faro della sua esistenza, così mi aveva sussurrato questa mattina, quando mi aveva aiutato a sistemarmi la corona sui capelli raccolti in un delicato chignon basso abbellito da due pettinini argentati.
Quello che non sapeva era che era stato lui ad avermi salvato. Lui aveva reso possibile la mia rinascita.
"Non succederà, Seraphine." Mi diede un bacio sulla fronte e mi aggrappai ai suoi eleganti vestiti neri in pendant con i miei; mi sfiorò il naso con il suo e mi persi nella dolcezza di quel gesto, della sua mano sul mio ventre. "Nessuno ti toccherà e non solo perché sei la mia compagna, ma perché porti in grembo la nostra discendenza e chi ti proteggerà oggi sa quanto io tenga a te, a voi."
Mi cullai nel suo amore e mi scostai di poco.
"Non, non azzardarti a-a sacrificarti, Damien."
Corrugò le sopracciglia e si mosse a disagio.
"Ser-
"No." Mi impuntai. "Promettilo." Mi girai verso la cerchia ristretta che attendeva con finto disinteresse qualche passo più indietro. "Permettetemelo." Feci un passo verso di loro. "Nessuno di voi si deve sacrificare oggi." Quando non risposero ed elusero il mio sguardo, sollevai il mento. "Sono la vostra regina e questo è un ordine." A quel punto le teste scattarono verso di me. "E dovrete risponderne se disobbedirete." Damien fece un passo verso di me, ma sollevai la mano per zittirlo. "Drystan, ti sei legato a me, non obbligarmi ad utilizzare la magia per fare in modo che tu tenga conto del mio ordine." Li guardai uno ad uno negli occhi. "Non mettetemi alla prova."
Ci fu un grugnito generale di assenso e poi uscimmo allo scoperto per raggiungere il trono, e mai come in quel momento mi sentii potente e sicura con tutti i nostri amici a difenderci. Non mi sorpresi quando scovai l'esercito degli arcangeli nella folla, come non mi sorpresi della rabbia dipinta sui volti dei pennuti- sghignazzai nella mia mente- e delle loro cherubine, ma adorai come il nostro popolo si inchinò con ossequio rispetto e come sorrise sotto i baffi alla nostra entrata.
In quel momento compresi che Damien era il popolo, Damien era il nostro regno e i suoi, nostri, cittadini non avrebbero permesso agli arcangeli di minacciarci all'interno della nostra corte, lo vedevo dai loro sguardi risoluti e dalla determinazione di acciaio dipinta nelle loro espressioni.
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THE FALLEN | A Gods' Novel
AdventureSerrise era il luogo in cui ero nata e cresciuta, o almeno così avevo creduto per i primi cento anni della mia esistenza; la Città Celeste era una delle poche e caratteristiche costruzioni che conoscevo di Shattevel, il nostro mondo, e questo perchè...