XVII

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Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, Corte del Tramonto, Shattevel.

Accarezzai la testolina di Aideen e appoggiai la spalla contro la finestra. Erano trascorse meno di sei ore, ma la notte era volata via lasciando spazio ai primi sprazzi di alba e la fatica del parto con lei. Drystan purtroppo non era ancora tornato, ma Damien mi aveva rassicurato spiegandomi che il Regno di Gwindililing si trovasse dalla parte opposta dell'emisfero e che giustamente aveva un fuso orario differente, quindi non era strana la loro assenza.

Studiai come i raggi del sole colpirono la chioma biondo miele e bronzo metallo di mia figlia, come la sua boccuccia si stirò in un piccolo sorriso, ma i suoi occhietti continuarono a rimanere chiusi. Perfetta, Aideen era semplicemente perfetta.

Le baciai la fronte ed inalai il buon profumo di neonato. Dalla nostra camera da letto sembrava che la Corte del Tramonto non fosse cambiata, che una guerra non la minacciasse, ma soprattutto che il mio compagno in questo momento non stesse presiedendo un consiglio di guerra senza di me. Mi allontanai dalla terrazza e mi adagiai sul letto, contenta che Aideen dormisse beata e che avesse mangiato per due bambini; ancora stupita dal suo picco di crescita esponenziale, la appoggiai sul candido materasso e le accarezzai il pancino.

La porta si aprì una mezz'ora più tardi e Damien varcò la soglia con espressione tesa, salvo poi distendersi non appena incontrò il mio sguardo e il fagotto rannicchiato sotto il lenzuolo.

"È bellissima."

Non riusciva a smettere di dirlo e questo mi faceva sorridere ogni volta. Chi l'avrebbe mai detto? La Seraphine di Serfall di certo non avrebbe mai immaginato nulla di tutto ciò.

"Lo è." Sorrisi e mi sollevai, per riporre con cura Aideen nella culla a pochi passi dal letto. "Ma sei bello anche tu," mormorai e mostrai i canini; grazie al mio splendido sangue da Fae ero guarita meravigliosamente e la pancia della gravidanza era scomparsa. Solo sette mesi di gestazione per colpa della mia mezza natura divina, così aveva detto il medico con una profonda curiosità e gioia nel tono di voce. "Lo sai vero?"

Mi allungai e gli sfiorai le labbra con le mie... era così tanto che non lo toccavo, così-

"Ser, la bambina."

Ma a giudicare da come si leccava i suoi di canini, anche lui aveva voglia e necessità di trascorrere un po' di tempo in privato, così lo tirai per il colletto della blusa.

"Perché non mi racconti di cosa avete discusso al consiglio di guerra?" Le mie mani si fiondarono sotto la sua camicia bianca e la mia voce si arrochì sotto lo sguardo penetrante del mio compagno. "Nella vasca?"

Lo osservai deglutire con difficoltà e di nuovo i suoi occhi si soffermarono sulla culla.

"Posso, posso creare un campo di forze." Deglutì ancora e mosse le mani in aria.

"Puoi eccome." Meravigliata osservai la sua magia fluire dai palmi e andare a creare una spessa parete protettiva contro la finestra della nostra stanza e intorno alla culla.

"In più, Morgan mi ha regalato questo monitor mesi fa." Gli strizzai l'occhio. "Aideen sarà al sicuro."

Gli presi la mano e gli accarezza il dorso con premura, perché comprendevo il suo titubare, il suo essere restio ad abbandonare il fianco di nostra figlia, ma avevamo bisogno di un po' di tempo per noi e proprio per questo motivo mi seguì docile. Appoggiai il monitor incantato vicino al bordo dell'imponente vasca rettangolare ed iniziai a spogliarmi, per poi immergermi completamente nell'acqua calda.

Non avevamo bisogno di gesti eclatanti, io e Damien ci eravamo sempre trovati sulla stessa lunghezza d'onda senza la necessità di parlare, per questo quando si unì a me nel caldo liquido profumato, mi limitai ad abbracciarlo.

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora