Faylen, figliastra del Re del Regno di Gwindililing, Regno di Gwindililing, Shattevel.
Il regno di Gwindililing era un'accozzaglia di creature più o meno strambe, più o meno rare, ma ero pur certa che mai nella mia vita a palazzo mi fossi imbattuta in un Fae, men che meno in un Fae reale di quella risma. Mi fermai in mezzo al corridoio di piante rampicanti e spalancai gli occhi, cercando di assorbire ogni dettaglio di quel maestoso emissario, che ricambiò il mio sguardo con interesse.
Barcollai all'indietro quando i suoi occhi argentei incontrarono i miei cobalto, quasi trasparenti per qualcuno.
"Ciao." Sfarfallai le ali con impazienza ed un po' di polvere fatata cadde ai miei piedi; mi lisciai il vestitino di corda azzurro, bluette, verde e rosa, spostando i piedi nudi, adornati solo da lacci simili a quelli che componevano il mio abito striminzito, sul terreno e sorrisi. "Avete bisogno?" Domandai toccandomi i capelli lisci azzurro pastello, in cui avevo incastonato dei petali lilla. "Non vi ho mai visto da queste parti."
Il Fae sembrò risvegliarsi dalla propria trance e con un lungo sguardo scrutò ogni singola porzione di corpo scoperta, che era molto più di ciò che quel vestitino di corda fosse in grado di coprire, ma non mi recò alcun fastidio; dopotutto vi ero abituata alle occhiate fameliche delle creature di Gwindililing.
"Sono Drystan, emissario della Corte del Tramonto." Si schiarì la voce. "Dovrei incontrare il satiro Aagsauk, il reggente di Gwindililing." I suoi occhi scrutarono le corde colorate al mio collo ed ai miei polsi, per poi rifocalizzarsi su quelle che mi abbracciavano le caviglie. "Sono sifoni, vero?"
Sfarfallai le ali in trepidazione.
"Una sorta, più una costrizione a dire il vero." Gli diedi le spalle. "Se avete bisogno di Aagsauk, stavate andando dalla parte sbagliata." Allungai il braccio e gli indicai il corridoio a destra. "Per di là." Mi superò con un mezzo inchino del capo e per un minuto rimasi abbagliata dalla figura maestosa che si muoveva con regale leggiadria all'interno della blusa nera, in netto contrasto con i capelli rossi ed i tatuaggi oro e argento sulle delicate orecchie a punta. "Vi tratterrete?" Mi scappò dalle labbra e lui si arrestò nel mezzo della stanza.
"Vorreste che mi trattenga?" Mi guardò da sopra la spalla e uno strano luccichio danzò nelle iridi temporalesche. "Mh?" Inclinò la testa di lato e mi soppesò.
Sollevai il mento e sorrisi, acquistando un po' della mia solita spavalderia.
"È Ostara—l'equinozio di primavera—sarei piuttosto dispiaciuta se un Fae non ne tenesse conto, perché a giudicare dalle leggende che vengono narrate a Gwindililing, il vostro popolo è molto tradizionalista."
"So che è Ostara e ciò che le leggende suggeriscono riguardo al mio popolo non sempre corrisponde al vero, ma, sì, siamo molto tradizionalisti di solito." Fece risplendere i canini alla luce del pomeriggio e repressi un brivido di eccitazione. "Mentre per altri aspetti, non troppo."
Mi avvicinai facendo sprofondare i piedi nudi nel terriccio.
"Allora credo che a Gwindililing troverete quello che cercate." La mia voce musicale riempì lo spazio intorno a noi. "O almeno così spero."
"E cosa credete che stia cercando?" Anche lui fece un passo verso di me. "Sembrate conoscermi piuttosto bene, o almeno così sembrerebbe."
Aprii la bocca per rispondere, ma il mio nome venne chiamato a gran voce da Madeleine.
"Faylen!"
Chiusi gli occhi e imprecai non troppo silenziosamente, eludendo l'alzata di sopracciglia ironica del Fae.
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THE FALLEN | A Gods' Novel
AdventureSerrise era il luogo in cui ero nata e cresciuta, o almeno così avevo creduto per i primi cento anni della mia esistenza; la Città Celeste era una delle poche e caratteristiche costruzioni che conoscevo di Shattevel, il nostro mondo, e questo perchè...