Buon pomeriggio, ci tengo a precisare che le nozioni che voi conoscete sugli antichi Dèi saranno del tutto alterate, quindi non prendeteli come degli errori! In più, scriverò alla terza persona, per rendere più altisonante il tutto!
Buona lettura💋***
Lucifer, Dio della Fiamma della Creazione, Altromondo.Lucifer, o meglio, Ares, così aveva iniziato a farsi chiamare circa duemila anni prima, non si preoccupò più di tanto dell'abbigliamento da indossare per la convocazione di quella sera; a dir la verità, odiava gran parte dei suoi fratelli e proprio non riusciva a comprendere come mai fosse indispensabile la sua presenza nel tempio.
La Madre, e il suddetto avrebbe potuto sputare a quel titolo, aveva richiesto la sua partecipazione a corte; a parer di Lucifer, la Dea Viktoria aveva sempre avuto uno strano senso dell'umorismo e quando erano stati tutti esiliati da Shattevel, tale era acuito in disperazione: nell'Altromomdo aveva deciso di costruire, imporre, una corte in cui governare, una corte identica a quella di Shattevel, una corte che vedeva come unici sudditi i suoi figli: gli Dei, una corte che non vedeva partecipe Lucifer.
Lui aveva sempre ringraziato la Madre per non averlo introdotto in quel ghirigoro di prostrazioni e preghiere, perché nella sua lunga vita immortale aveva assistito a fin troppe stupidate per poterne reggere ancora e gli andava bene condurre la propria esistenza da reietto, così da poter mettere a punto il proprio piano con perizia.
"Cosa credi che dovrà dirti?"
La voce profonda di Ercole, l'unico semidio a far parte del seguito di Ares e ad essere rimasto vivo e vegeto dopo l'attacco degli arcangeli più di cento anni prima, si era sistemato sulla poltrona di fronte al camino del loro alloggio e lo studiava da sopra il bordo del bicchiere di cristallo.
"Probabilmente vorrà che le leccherò i piedi." Ares si sistemò il colletto dorato e si scompigliò i capelli corti e lisci color ghiaccio, su cui inserì la corona d'alloro oro. "Vorrà ribadirmi chi è che comanda."
"Sono trascorsi cent'anni." Ercole mescolò il liquido rosso sangue all'interno del calice di cristallo con noia. "È un po' strano che decida di convocarti proprio ora, a meno che tu non abbia provato a comunicare di nuovo con tua figlia."
Lucifer eluse lo sguardo dell'amico con un groppo in gola; aveva perso la sua cara Helentya cento anni prima e non poteva fallire anche con sua figlia. Helentya, quel nome gli creava sempre uno squarcio nel petto, ma aveva giurato a se stesso che sarebbe tornato a riprendersela, l'avrebbe risvegliata da quel sonno profondo con il quale era riuscito a proteggerla.
Sospirò e ripensò alla prima volta in cui si erano incontrati, al Tempio della Madre, durante una festività in voga all'epoca. Lucifer in quegli anni non si preoccupava delle conseguenze che poteva procurare camminando sulla terra nella sua forma divina e quando aveva incontrato quella bellissima novizia bionda dagli occhi verdi, l'aveva spiata per i due giorni successivi come un ladro, fino a quando non era stata lei a smascherarlo, senza alcun timore. Sorrise alla sua immagine allo specchio ed al ricordo che gli fece pungere i due bulbi oculari trasparenti tranne per l'anello d'oro al centro.
"Stai pensando a lei?"
La voce di Ercole lo riportò lontano dal Tempio in cui aveva conosciuto Helentya e sbuffò.
"Penso sempre a lei."
"Ma ci sono momenti in cui pensi a lei più del necessario." Sollevò le mani in guardia. "Non che non devi pensare a lei, Ares, ma non è morta, la possiamo liberare e questo lo sai."
"Lo so, ma non ho idea di come reagirà il suo corpo." Si spettinò di nuovo i capelli e si morsicò l'interno della guancia: non avrebbe mai rivelato il terribile segreto che condivideva con Helentya, non avrebbe mai rivelato ad anima viva l'unico modo che avevano dovuto utilizzare per preservarla giovane e in forze quando il momento sarebbe giunto. "Ma adesso non importa"- sviò l'occhiata interrogativa di Ercole, ma come più volte era successo nel corso del loro esilio, il suo compagno non domandò nulla e lui ne fu grato. "Dobbiamo andare."
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THE FALLEN | A Gods' Novel
AdventureSerrise era il luogo in cui ero nata e cresciuta, o almeno così avevo creduto per i primi cento anni della mia esistenza; la Città Celeste era una delle poche e caratteristiche costruzioni che conoscevo di Shattevel, il nostro mondo, e questo perchè...