III

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Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, Corte del Tramonto, Shattevel.

Cornelia Dubois sorrise con trionfo e si accomodò sul divanetto alla destra del grande tavolo di mogano. Studiai il mio compagno e quasi riuscii ad osservare le rotelle nella sua testa lavorare alacremente per comprendere la situazione.

"Zia," la salutò con tono grave e sospettoso. "Non hai risposto ai nostri ripetuti tentativi di localizzazione."

"Nipote, anche io sono felice di vederti." Cornelia si pettinò i capelli grigi con gesti eloquenti ed accavallò le gambe. "Sì, ero impegnata." Sorrise mettendo in mostra i canini. "Molto impegnata."

Chi sei?

L'interrogativo aleggiò nella stanza e barcollai all'indietro. Elusi l'occhiata interrogativa di Florian e sorrisi, perché avevo la netta sensazione che nessuno si fosse accorto di quella voce sussurrata e insidiosa.

Chi sei tuuu?

Osservai il locale con frenesia, ma non notai nessuna fonte del possibile rumore e nemmeno qualcuno che si fosse accorto di quella voce strascicata. Con passo un po' incerto mi portai al tavolo di mogano e cercai di versarmi un po' di acqua dalla caraffa, ma ancora una volta il timbro mi sorprese, tanto che la brocca mi cadde dalle mani con un tonfo sordo.

Chiii seiii??? Rispondimi!

"Per tutti gli Dei!, sono Seraphine!" Sbottai.

"Come?" Damien mi guardò inebetito e stralunato, palesemente sorpreso della mia frase. "Tutto bene?"

"Mi state dicendo che non l'avete sentita?" Li guardai uno ad uno e per ultimo incontrai lo sguardo ironico di Cornelia. "Tu, tu devi averlo sentito sicuramente." Sollevai la gonna e mi avvicinai. "Non sono pazza, non è vero? L'hai sentito anche tu, lo so che l'hai sentito."

Cornelia sbuffò e non diede tempo a nessuno di rispondere al mio mezzo delirio.

"Per la verità, è quasi due ore che non chiude la sua boccaccia."

Rilasciai il fiato che non sapevo di aver trattenuto e quando Cornelia tirò fuori l'oggetto di interesse, Damien mi sbattè contro al muro dello studio con una potenza inaudita e uno scatto non visibile ai miei occhi poco allenati.

"Non ti azzardare, zia." La sua schiena mi spinse ancora di più contro il pannello di legno alle mie spalle. "Le farà del male."

"Com-Come?" Appoggiai le mani sui tricipiti di Damien. "Perché?"

Mi guardò da sopra la spalla e fui tramortita dal terrore che vi lessi all'interno.

"Seraphine, quella pietra"—deglutì—"contiene, o meglio, è Mago Merlino."

Inarcai le sopracciglia e mi allungai oltre la sua schiena. "Come?" Domandai restia al credere che all'interno di un minerale, ambra per la precisione, potesse esserci nascosto un mago, per giunta non un mago qualunque, ma Mago Merlino: una leggenda. "Non è possibile, Mago Merlino è un'insulsa leggenda umana che raccontano ai bambini per -

ERETICAAA!!!

"Dannazione." Mi tappai le orecchie e chiusi gli occhi. "Non sono un'eretica."

Cornelia sbuffò. "Vuoi stare un po' zitto, Merlino?!" Appoggiò la pietra gialla sul tavolo di mogano e tutti i Fae si allontanarono, non appena quel minerale stracciò i propri cristalli in un sorriso; già, un cazzo di sorriso. "Se vuoi che ti libero mi devi dare la tua parola."

Chi è leiii?

E questa volta il sussurro strascicato raggiunse le orecchie di tutti, tanto che Damien mi avvicinò al suo fianco e strinse la presa intorno alla mia vita.

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora