Epilogo II

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Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, Corte del Tramonto, Shattevel.

Da quando una settimana prima Raphael era irrotto dalla finestra dei nostri appartamenti reali, Damien aveva intensificato l'esercito, i loro turni, il pattugliamento nella città e Cedar non era mai stato così occupato come in quel periodo; lo avevo intravisto alla cena della cerchia ristretta solo per una mezz'ora, e poi si era volatizzato poiché la sua presenza era stata richiesta da Kalashtar.

In cuor mio comprendevo le loro preoccupazioni, perché erano anni che la Corte del Tramonto rimaneva nascosta e non era per loro di certo semplice vivere di nuovo allo scoperto con il terrore di una guerra imminente; eppure, nonostante fosse una situazione a dir poco delicata, Damien non mi aveva imbrigliata; tutt'altro, aveva piuttosto lasciato che fossi stata io a decidere da quali guardie farmi seguire e, ancor più importante, se farmi scortare.

Per esempio, adoravo trascorrere il tempo con suo fratello Drystan, divenuto in maniera automatica quasi la mia guardia del corpo, ma non potevo monopolizzarlo, me ne rendevo conto... eppure durante il giorno erano tutti impegnati, tutti così assorbiti dai compiti per permetterci di liberare gli Dei, che a volte mi sentivo sola, perché purtroppo a causa della gravidanza non potevo far nulla.

Mi afflosciai sul divanetto di uno dei corridoi e reclinai la testa contro il muro. Dovevo smetterla di comportarmi così, smetterla di essere così insofferente solo perché non ero completamente utile, solo perché non avevo la forza fisica necessaria in quel momento per occuparmi di altro; piuttosto, dovevo rimanere vigile e attenta, ma non era così semplice quando avevi una stanchezza tale, da faticare a stare in piedi per più di un'ora di fila.

Mi appoggiai le mani sulla pancia e sospirai. Se all'inizio avevo creduto che la gravidanza sarebbe stata solo rose e fiori, beh, mi ero sbagliata di grosso: nonostante fossero trascorse solo cinque settimane, mi sentivo uno straccio. Un dannato straccio. Uno straccio ambulante. Scivolai sul divanetto, sbadigliai e chiusi gli occhi, quasi non rendendomi conto che mi stessi per appisolare di fronte ad una delle entrate principali del castello; o meglio, non me ne accorsi e mi addormentai.

Fui svegliata un bel po' di tempo dopo dalla voce soffusa di Morgan.

"Seraphine, tesoro." Mi accarezzò la spalla, ma non le diedi segni di vita, intenzionata a rimanere su quella soffice stoffa. "Seraphine?"

La sua voce dolce mi riscosse un pochino.

"Mh?"

Cercai di aprire gli occhi, ma le palpebre erano così pesanti, che rimanere in quell'oblio ancora per un po' non mi sarebbe dispiaciuto per nulla.

"Seraphine, ti conviene andare in camera, tesoro, stai dormendo."

Chiusi di più gli occhi e mugugnai. "Lo so... che sto dormendo," bofonchiai e udii un risolino.

"Vuoi che ti accompagni in camera?" Percepii la sua carezza sulla mia testa. "Seraphine?"

Bofonchiai qualcosa di sconclusionato in risposta, per poi cercare di concentrarmi. "Sto bene qui," mugugnai assuefatta dalla stanchezza e percepii solo in lontananza lo scampanellio della risata di Morgan, la voce di Damien e un risolino di Drystan.

Mi risvegliai solo qualche ora dopo nella nostra camera reale e per la prima volta dall'inizio della giornata ero riposata. Mi sollevai con un mezzo sorriso e scandagliai la stanza.

"Tesoro." Il timbro caldo di Damien mi indusse a voltare la testa verso le finestre e notai una ruga sulla sua fronte, una ruga di preoccupazione. "Tutto bene?"

Annuii e scesi dal letto. "Sì, io, credo di essermi addormentata." Mi intrecciai i capelli e mi avvicinai a lui, ma notai una maggior profondità nelle rughe intorno agli occhi. "È successo qualcosa?"

Si schiarì la voce e mi diede le spalle. "No, niente di rilevante." Si massaggiò il collo. "Gli arcangeli sono in lutto, Cedar crede si prenderanno un po' di tempo prima di attaccare di nuovo." Sospirò. "Abbiamo le milizie di Cräg ná, della Corte delle Tenebre grazie a Torin e Cereah, il Regno del Sangue di Marcus e Morgan, ma dobbiamo portarci dalla nostra parte il regno del Nord e le Isole Minori."

Aguzzai le orecchie. "Quindi Cereah e Torin?"

Damien annuì. "Stanno collaborando, a quanto pare."

"E, E il Regno di Gwidililing?" Domandai, speranzosa che gli abitanti dell'immensa foresta fossero dalla nostra parte. "Non odiano gli arcangeli?"

Damien scrollò le spalle.

"Fauni, silfidi, ninfe e demoni hanno una propria giurisdizione." Sospirò di nuovo. "Ma Jujah e gli altri non sono pochi, hanno tutte le milizie appartenenti alle altre città in cui risiedono gli arcangeli." Si spettinò i capelli. "E Re Eldrik."

Mi morsicai il labbro inferiore.

"Sì, Raphael e il Tribunale governavano Serrise, ma gli altri erano sparsi un po' ovunque, in territori più o meno vasti, anche se risiedevano nella Città Celeste."

"Lo so." Appoggiò la schiena contro lo stipite della finestra e continuò a darmi le spalle. "Lo so, Seraphine."

Mi avvicinai con lentezza, perché erano tre giorni che non... un groppo in gola non mi permise di continuare su quella linea di pensiero.

"Qualcosa non va?" Sussurrai. "Hai, hai per caso dei ripensamenti?"

Mi odiai per quella domanda è la voce tremante, ma non riuscivo a capacitarmi del suo cambio di umore.

"Ripensamenti?" Si girò di scatto con gli occhi stralunati. "Di che ripensamenti parli?"

Mi mossi a disagio con i piedi.

"Beh, noi." Con un lieve cenno indicai la mia pancia ancora piatta, ma il suo sconcerto fu così genuino, che per poco le mie guance non andarono a fuoco per aver anche solo pensato a quell'epilogo. "Scusami, io non volevo-

"Tu pensi che io non vi voglia?" La sua incredulità bagnò gli occhi argentati e amaranto. "Che io non vi voglia?" Ripetè quasi stralunato.

"N-Non lo so, insomma, n-non mi hai più toccata... io... non so cosa pensare, ed è una settimana che sembri... triste." Mi morsicai il labbro con insistenza, ma sostenni il suo sguardo. "Tutto qui."

"Non ti ho più toccata perché non sei stata bene, Seraphine e sono triste perché vedo che non stai benissimo." Fece un passo verso di me e mi appoggiò le mani sulle spalle. "Credevi davvero che non vi volessi?"

"Non lo so," bisbigliai. "Non, non lo so, è solo che... so che tutto questo è in parte per colpa mia e credevo solo che, magari, desiderassi un po' più di tranquillità per avere un figlio." Scrollai le spalle e puntai gli occhi sul mare. "Non quando non sappiamo nemmeno se vivremo il giorno seguente."

Mi accarezzò la guancia con reverenza.

"Farei di tutto per proteggervi."

Spostai di nuovo gli occhi sul suo bellissimo viso.

"È proprio questo che mi spaventa, Dames." Mi avvicinai di un passo. "Non sarei in grado di sopportarlo." Gli appoggiai le mani sugli avambracci e lo abbracciai. "Non sarei in grado di vivere senza di te."

ANGOLO AUTRICE:

Ecco ragazze, questa è la fine della seconda parte, ma ci sarà anche una terza e nella terza avremo l'alternanza tra due figure femminili importanti: Seraphine e Faylen, nuova protagonista femminile!!!

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora