XXI

1.3K 86 8
                                    

Seraphine, rinnegata di Shattevel, Terre del Nord, Catene Montuose.

Camminavamo in mezzo alla neve alta da circa tre giorni, ci fermavamo a dormire nelle grotte di Shattevel Nord solo se non erano troppo esposte, perché ci stavamo muovendo nelle ombre delle catene montuose come dei clandestini. Ma al tramonto del quarto giorno, stavo letteralmente gelando, inzuppata di neve dalla testa ai piedi.

"D-Damien?" Battei i denti li uni contro gli altri e cercai di catturare l'attenzione del mio compagno di viaggio, ma purtroppo il vento ululava con troppa ferocia per poter far giungere le mie parole all'uomo che camminava quattro passi avanti a me. "D-Damien?"

Quel vampiro aveva bisogno di nutrirsi e non solo perché ormai era trascorsa più di una settimana dall'ultima bevuta, ma perché uno dei due doveva trasmettere calore corporeo all'altro per sopravvivere.

Di punto in bianco Damien si lanciò su di me e mi fece cadere sul terreno innevato dietro un cespuglio, coprendomi con il suo mantello.

"Stai giù," mi sussurrò contro l'orecchio e la sua guancia fu fuoco freddo contro la mia. "Stai giù."

Annuii e nel cielo grigio scorsi un grosso volatile planare sopra di noi, ma poi la mia attenzione si puntò sulle sue orecchie, che si erano deliziosamente dipinte da tatuaggi dorati.

"E questi?" Bisbigliai con sgomento e sorpresa. "Questi da quando?"

Allungai un polpastrello e accarezzai il tenero groviglio del padiglione auricolare.

Il corpo di Damien divenne un blocchetto di ghiaccio sopra il mio.

"Ora dobbiamo andare, Ser."

Si sollevò con velocità e quando la creatura fu ormai lontana mi allungò una mano, ma i tatuaggi non sparirono.

"Cosa sta succedendo?" Puntai i piedi e anche se infreddolita cercai di essere quanto più risoluta possibile. "Cosa non mi hai ancora rivelato?"

"Non adesso." Si guardò intorno preoccupato. "Non adesso, Seraphine."

"Quindi c'è davvero altro?"

Sbuffò. "Un piccolo dettaglio su me, Morgan, Sebastian e Marcus."

Deglutii la sorpresa e lasciai perdere, perché non avevo voglia di litigare in mezzo al manto di neve. Ricominciai a camminare dietro Damien e gli posi la domanda su quello strano animale: "che cosa era?"

"Un'arpia," mi rispose in automatico senza guardarmi. "Un animale del Nord, raro, ma ancora esistente nonostante risalga all'epoca degli Dei. Una creatura mostruosamente rancorosa e subdola." Scosse la testa. "Non mi hanno ancora perdonato per averne uccisa una, e non credo lo faranno mai."

"Ne hai uccisa una?" Con sgomento cercai di ricordare i dettagli su quella creatura che con probabilità era descritta nel bestierio dell'Accademia, ma non riuscii a focalizzarmi su nulla di importante. "Perché non me la ricordo dai miei studi?"

Damien sbuffò una risata e mi aiutò a superare un cumulo di neve altissimo.

"È semplice, Seraphine, il Tribunale Celeste censura ciò a cui non crede."

"È impossibile," decretai con un vecchio senso di orgoglio nei confronti della mia stirpe principale. "Non è possibile e-

"Ricordati che gran parte della realtà in cui sei vissuta era una menzogna, cosa ti può far pensare che non lo sia anche questa?" Sollevò le sopracciglia bronzee e i suoi occhi argento-rosso si illuminarono di sfida. "Cosa ti fa essere tanto sicura?"

Mi morsicai il labbro inferiore con furia, per trovare un qualche appiglio, un qualche ricordo che mi potesse far scagionare la mia vecchia società, ma non ne trovai.

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora