XXVIII

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Seraphine, rinnegata di Shattevel, lido al confine con la Corte del tramonto, Shattevel.

Mi bloccai colpita da una strana sensazione alla gola. Mi bloccai a causa di un dolore acuto ai denti. Mi portai le mani alla bocca, ma non notai nulla di strano. Il mio allarmismo fece girare Damien su se stesso, per poi scrutarmi con... orgoglio?

"Che cosa mi sta succedendo?" Ed improvvisamente mi sembrò che una parte dei miei denti fosse troppo grande per essere contenuta all'interno della mia bocca e che quello strano fastidio alla gola si intensificasse ogni minuto di più. "Dam?"

Barcollai contro un albero e mi portai la mano appena al di sotto della mandibola.

"Tranquilla." Damien mi fu accanto in un baleno. "Ti stai trasformando." E un po' di preoccupazione bagnò le sue iridi vermiglio. "Pensavo ci volesse più tempo, per Shattevel," borbottò tra sè. "Almeno il tempo necessario per disporre il tutto e portare a termine la nostra unione con dignità," blaterò.

"Dam, non capisco nulla di ciò che stai dicendo e, ti prego, tappati quella maledetta bocca." Sbuffai nervosa per l'acuto dolore ai denti. "Ouch!" Mi tagliai il labbro con il canino che sembrava essersi affilato. "Oh, mio Dio."

"Ti ci dovrai abituare, Ser." Mi fu accanto in un attimo. "Ma adesso devi bere-

"Non così." Chiusi gli occhi; non sarebbe andata in questo modo, non questa volta. "No-Non questa volta."

Damien sbuffò. "Non fare la stupida, se non ti nutri, diventerai troppo debole."

"Posso resistere." Sollevai il mento e lo fissai apertamente. "Devo resistere."

"No." Mi prese il volto tra le mani. "Devi, devi-

"Damien." Il mio rimprovero lo fece sussultare. "Non ne ho bisogno, davvero e per giunta non sappiamo cosa potrebbe succedere. Sono una mescolanza di poteri; chissà, potrei anche esplodere per quel che ne sappiamo, farti male e non, non è così, Damien, non è così che voglio che vada il tutto, non ti voglio fare del male." Mi appiattii contro la corteccia e parte dei miei capelli sventolarono di fronte al viso. "Qualcuno, qualcuno dovrà pur controllare che non succeda nulla."

Damien sfarfallò le palpebre instupidito. "Hai paura?"

Corrugai le sopracciglia. "Sono terrorizzata, Damien." Mi sistemai i capelli. "Ho bisogno che qualcuno, che qualcuno controlli che vada tutto bene, capisci? Sono esplosa più di una volta e non meno di due giorni fa ho distrutto un galeone. Un intero galeone."

Le labbra di Damien si curvarono all'insù e sembrò sforzarsi davvero molto per non scoppiare a ridere.

"Perché ridi?" Scossi la testa incapace di comprendere dove risiedesse l'ilarità in tutto il mio discorso. "Non c'è niente da ridere, ho solo paura che-

"Oh, Ser, mi vorresti dire che sei diventata generosa da un giorno all'altro?" Si sistemò i capelli bronzo ed una luce ironica gli illuminò il volto. "Ed io che credevo fossi una donna un po' gelosa e territoriale."

"Non sono gelosa."

L'uomo di fronte a me sbuffò una risata. "Riley?"

Mi morsicai il labbro inferiore, che sanguinò. Sì, okay, forse era successo una volta, ma non si era più ripetuto: non avevo più rovesciato nessun vaso di fiori in testa alle altre spasimanti di Damien.

"È un colpo basso."

"Anche quel vaso lo è stato." Sghignazzò. "Credimi."

"Proprio non ti seguo."

E in un attimo le sue labbra furono a due piccolissimi centimetri dal mio orecchio e la mia concentrazione pari a un nonnulla.

"Lo scambio di sangue di cui hai bisogno... non è lo scambio di sangue che abbiamo condiviso per attivare il legame."

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora