Seraphine, rinnegata di Shattevel, Baita di Lucifer, Nord.
Seguii Damien nell'altra stanza e mi resi conto di quanto fossi infinitamente sollevata di potermi riappropriare della mia vita. Da oggi in avanti sarei stata io a scegliere chi frequentare, come pensare, cosa fare... nessun stupido legame avrebbe più governato le mie azioni.
"Principessa, sono contento tu sia in uno stato di appagamento in questo momento, ma-
Roteai gli occhi al cielo a quel diminutivo.
"Non sono una principessa."
"Come vuoi, tesoro"— roteai di nuovo gli occhi al cielo—"ma dobbiamo sbrigarci o non faremo in tempo ad andarcene prima che i pennuti sferreranno l'attacco."
"Fuggire?" Mi avvicinai a lui ed inclinai la testa verso l'alto. "Tu non verrai con me."
Damien spostò il piede a disagio e abbandonò sul tavolo la sacca da viaggio, per concentrarsi totalmente su di me.
"Io devo venire con te, Seraphine." Si avvicinò e inclinò la testa quel tanto da permettere ad un soffio di vento di passare tra il mio naso ed il suo. "Non penserai che lascerò una supernova pronta ad esplodere attraversare l'intero pianeta da sola?" Mi mollò imbambolata e continuò a mettere via vestiti, utensili e strumenti. "Serfall aspetta questo momento da anni, la mia Corte lo aspetta da anni."
Gli appoggiai la mano sul braccio e mi accorsi solo in quel momento del suo calore.
"Che diavolo ti succede, Damien? Stai male?"
"No." Si ritirò velocemente e sbuffò una risata. "Non dire assurdità."
Ma uno strano farfallio catturò la mia attenzione e spostai lo sguardo sui capelli di quello che credevo fosse il Principe di Serfall.
"Damien, che cosa mi nascondi?" Balbettai, allontanandomi da lui ad occhi sgranati. "I-I tuoi capelli."
L'uomo mollò di nuovo la sacca sul tavolo e si fissò torvo allo specchio.
"Dannazione, Marius aveva ragione."
"Marius?" Domandai con una punta di panico, presa in contropiede da quell'esternazione.
Che diavolo stava succedendo alla mia vita?
"Tesoro, non ho tempo di spiegarti nulla adesso, ma ti chiedo di fidarti di me."
"Quante bugie mi hai raccontato?" Mi plasmai contro la parete pronta ad esplodere. "Quante?"
Damien mi fissò calmo e tranquillo. "Quante bastavano per tenerti in vita e nascosta." Non sembrò preoccuparsi del mio sgomento. "Ma ho temuto non fossi tu, ho temuto di aver sbagliato di nuovo... erano cent'anni che ti cercavamo."
"Cercavamo?" Paralizzata gli feci eco con la mia stessa voce. "Tu e chi altri?"
"Mia cara, ti spiegherò tutto, te lo prometto, ma dobbiamo andare." Mi allungò la mano, ma mi ritrassi un po' inorridita. "La tua vita è in pericolo," spinse Damien con del dolore negli occhi. "Non ti avrei mai mentito se non fosse stato necessario." I suoi occhi rossi si illuminarono. "Lo sai."
Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, ma fu così semplice leggere la tristezza di Damien in quegli occhi vermiglio, da essere quasi soggiogata dalla stessa; ero sicura che non stesse mentendo, avrei potuto metterci la mano sul fuoco, ma prima che potessi articolare un discorso, la porta dietro di noi si aprì con uno schianto.
"Tu non vai con lui, Seraphine!" Raphael si avvicinò a me tremante di rabbia e un sentimento che non riuscii a riconoscere quando captò la mano protesa del mio... salvatore. "Sapevo che ti avrebbe circuito, sei sempre stata debole di cuore."
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THE FALLEN | A Gods' Novel
AdventureSerrise era il luogo in cui ero nata e cresciuta, o almeno così avevo creduto per i primi cento anni della mia esistenza; la Città Celeste era una delle poche e caratteristiche costruzioni che conoscevo di Shattevel, il nostro mondo, e questo perchè...