Faylen, sotterranei del Regno di Gwindililing, Regno di Gwindililing, Shattevel.
Osservai mio fratello con il libro in mano e azzardai un'occhiata anche alle guardie armate fino ai denti dietro di lui, i cui volti erano mascherati da elmi pesanti decorati con delle corna satiriche. Drystan non si vedeva da nessuna parte e forse era meglio così; avrei potuto utilizzare la sua presenza come elemento sorpresa, se si fosse giunti a tanto.
Era un Fae e quindi poteva scavalcare le plicature spazio temporali e trasportarsi in un'altra zona solo con il pensiero, ma cosa sarebbe accaduto a me se lui se ne fosse andato? Se lui avesse deciso di abbandonarmi lì, alla mercé del nuovo tiranno?
Cercai di non pensare a quella possibilità e feci un passo indietro verso il leggio, ma senza dare le spalle al nuovo sovrano di Gwindililing e alle sue guardie. Sollevai il mento, cercando di risultare quanto più spavalda possibile e sfarfallai le ali, pronta per ogni evenienza.
Dovevo guadagnare tempo e non potevo permettere alla mia storia di sofferenza personale di offuscarmi il pensiero, non quando il nuovo legittimo sovrano mi sorrideva malevolo e con una punta di sadica soddisfazione.
Non in quel momento.
Non quando il mio fratellastro avrebbe potuto prendere il sopravvento e incarcerami a Gwindililing, obbligandomi a servirlo e rivelare i dettagli di Seraphine, nel caso in cui Gwindililing avesse dovuto decidere da che parte schierarsi.
"Sorella."
La sua voce tenebrosa, roca e grezza mi fece rizzare i capelli sulla nuca e rabbrividii senza darlo a vedere.
"Sorellastra," puntualizzai con voce aspra. "Condivido con te e i tuoi fratelli solo mezzo patrimonio genetico, ed è abbastanza."
Inclinò la testa verso destra come un leone pronto a decidere da quale parte azzannare la propria preda e sorrise, avanzando con le gambe caprine verso di me.
"E dimmi, sorellastra, cosa ci fai qui a Gwindililing con il Dizionario dei Mondi tra le braccia?" Avanzò ancora e gli zoccoli risuonarono sul pavimento di legno. "E vorrei anche sapere come tu sia riuscita a superare le guardie e giungere fin quaggiù." Mi prese il mento tra le mani e cercai di resistere, perché non avevo ancora scovato la maniera per poter sopravvivere a quell'affronto; le sofferenze passate stavano per incarcerare la mia mente in una morsa brutale e tutta la mia spavalderia per essere gettata alle ortiche. "Dimmi, c'è qualche potere di cui dovrei essere informato?" Mi tracciò il contorno della giugulare prima di chiudere le mani intorno al mio collo e rubarmi l'aria. "Mh? Qualcosa di importante?"
Una silfide, una stupida puttana utile solo per godere.
Chiusi la mente ai miei ricordi.
"N-N-Non che mi riguardi." Riuscii a sputare fuori quelle quattro parole nonostante la presa e il terrore. "Bastardo."
E nel momento in cui parlai, le guardie si afflosciarono a terra, le loro armi piombarono sul legno con un tonfo sordo, così come le loro teste: quattro rotolarono sul pavimento, staccate dai propri corpi, che giacevano senza vita non poco lontano.
Drystan.
Dirottai lo sguardo sui libri e cercai di vincere il conato di vomito.
"Abbiamo un amichetto a quanto vedo." La sua presa non diminuì, se possibile aumentò e l'aria iniziò a trovare difficoltosa la via lungo la mia gola. "Qualcuno che ti scopi di recente, sorellina?"
E poi la mia attenzione si fossilizzò sulla giugulare palpitante di mio fratello, sulla quale svettava imperiosa una lama affilatissima; Drystan un'ombra e una promessa di morte dietro il regnante di Gwindililing.
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THE FALLEN | A Gods' Novel
AdventureSerrise era il luogo in cui ero nata e cresciuta, o almeno così avevo creduto per i primi cento anni della mia esistenza; la Città Celeste era una delle poche e caratteristiche costruzioni che conoscevo di Shattevel, il nostro mondo, e questo perchè...