II

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Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, Corte del Tramonto, Shattevel.

Corsi come una forsennata nel corridoio principale del castello, per dirigermi verso l'ufficio di Damien, ma a metà di esso mi fermai, mi accasciai contro al muro per riprendere fiato e mi accarezzai il ventre con dolcezza.

Erano trascorsi cinque mesi da quando ero rimasta incinta ed essendo quasi a metà dell'intera gravidanza, iniziavo ad avvertire la stanchezza, la perenne mancanza di fiato, nonché la fame continua che secondo Morgan era più che naturale; anzi, l'altro ieri sera mi aveva confidato a mezza voce che non ero ingrassata per nulla, commento a cui avevo risposto con scetticismo e una scrollata di spalle.

Per la verità, mangiavo anche con fin troppa delizia ogni dolce che Damien mi comprava quando passeggiavamo per le stradine acciottolate della Corte nei pomeriggi.

"Per gli Dei," respirai profondamente. "Oh, mamma." Sostenni il ventre, che aveva iniziato ad essere piuttosto visibile e chiusi gli occhi. "Aideen, sarai la mia rovina."

Una femminuccia. Aspettavamo una meravigliosa principessa, il cui nome significava piccola fiamma; un nome con una accezione molto simile al mio: colei che brucia. Era stato Damien, un mese prima, a sceglierlo e mi ero ritrovata piacevolmente d'accordo, soprattutto perché avrebbe ereditato un bel po' di sfumature rosse dal mitico Fae che la Dea Viktoria mi aveva concesso di avere al mio fianco.

"Vostra Altezza, non dovreste correre per il corridoio." Kalshtar, la guardia che avevo guarito quasi più di un anno prima, mi raggiunse con agilità nonostante fosse fasciato da un'immensa e pesante armatura. "Non fa bene alla principessa."

Lo fissai scettica con le guance rosse e la bocca spalancata per la mancanza di fiato.

"Se la principessa avrà metà della testa della madre, ti assicuro, Kalashtar, che non basterà una corsetta per metterla fuori uso."

La guardia buttò indietro la testa e scoppiò a ridere fragorosamente, attirando l'attenzione dei pochi abitanti che ancora bazzicavano il castello. L'allerta nella Corte in questi ultimi mesi era stata elevata, perché il periodo di lutto degli arcangeli stava per giungere al termine; per la precisione, sarebbe terminato questa notte: il corpo di Micheal sarebbe stato consacrato agli spiriti e avrebbe compiuto il trapasso, dopo di che la guerra sarebbe ricominciata... deglutii un boccone amaro all'idea.

Inoltre, Drystan non era ancora tornato dalla sua spedizione nel regno di Gwindililing e a quel pensiero mi accarezzai il tatuaggio rosso sul polso, attendendo la risposta del fratello del mio compagno, che giunse qualche secondo dopo: il legame si animò e sfrigolò sulla mia pelle.

"Siano lodati gli Dei."

Tirai un sospiro di sollievo al pensiero che fosse ancora vivo e vegeto, nonostante questa notte si celebrasse Ostara e lui non l'avrebbe festeggiata con la propria famiglia.

"La accompagno dal Re, Vostra Grazia." Kalashtar mi prese a braccetto. "Non vorrei mai che la mia Regina svenisse."

Accettai di buon grado l'aiuto e salutai qualche abitante affaccendato negli ultimi preparativi della serata di festa. La notizia della mia gravidanza aveva viaggiato per tutta Shattevel, o almeno così aveva detto Marcus, e tal circostanza preoccupava Damien oltre ogni dire.

Per le creature di Shattevel non era stato semplice venire a patti con il fatto che fossi una semidea unita ad uno dei Fae più forti che il globo avesse mai visto, ma attendere un figlio, che sarebbe stato un connubio di poteri ancestrali, questo sì che avrebbe potuto far dirottare attenzioni sbagliate su entrambi e Damien non ne aveva fatto mistero.

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora