XXVII

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Seraphine, tenda del generale, accampamento Corte del Tramonto e alleati.

Nascosi la testa nello spazio tra il collo e la spalla di Damien, cercando di smettere di piangere, ma la sola idea di essere arrivata ad un passo, ad un respiro, dal perderlo, da aver deciso davvero di sacrificarmi, mi faceva tremare fin dentro le ossa e mi tramortiva.

Il pensiero di mia figlia Aideen era devastante, ancor più devastante dell'idea di perdere Damien.

Avevo creduto di poter essere forte, avevo creduto di poter essere in grado di fare tutto da sola, ma la verità era che avevo avuto paura, davvero paura di morire.

Non ero stata coraggiosa.
Probabilmente non ero nemmeno coraggiosa come credevo, come sarebbe servito per concludere il tutto... inutile, un ammasso di poteri inutili.

"Tesoro." Le braccia di Damien circondarono il mio corpo ed un ennesimo fremito mi indusse a rifugiarmi di più all'interno di quei muscoli marmorei. "Va tutto bene, sei al sicuro adesso." Mi accarezzò i capelli e chiusi di più gli occhi. "Sei al sicuro."

Dopo un lasso di tempo imprecisatamente lungo, sollevai la testa e incontrai quelle due bellissime pupille in cui risplendevano le stelle della Corte del Tramonto.

"M-mi dispiace," sussurrai con voce rotta e scuotendo la testa. "Ma-Ma era l'unico modo."

La sua mano si appoggiò sulla mia guancia e sospirai a quel contatto, a quella benedizione; e lo squarcio che cercavo di tenere in sede sul mio cuore quasi si ruppe, catapultandomi in una spirale in cui esistevano solo oblio e terrore. Respirai a fondo e respirai con lui. Come sempre. Come mille volte prima di questo giorno.

"Non dispiacerti"— anche la sua voce era rotta e colma di emozione—"sei, sei... più forte di chiunque altro in questo accampamento, solo tu potevi accettare di porre fine alla tua vita per noi." La sua mano mi solleticò lo zigomo. "Ma non ero pronto, Seraphine." Scosse la testa e quei bellissimi occhi di luce e fuoco si inumidirono. "Non sarò mai pronto a lasciarti andare, mai." Deglutì. "E ti avrei cercato, in ogni luogo in cui tu fossi andata, ti avrei cercato fino a quando non ti avrei trovato e non ti avrei portato a casa. Da noi."

Strinsi forte le labbra per evitare che un singhiozzo disperato potesse strabordarmi dal petto, ma l'idea di poterlo di nuovo abbracciare e viverlo, insieme a nostra figlia, era quanto di più simile al paradiso.

"Mi dispiace, mi dispiace." Continuai a ripetere come una cantilena in preda al mio senso di colpa. "Ma era l'unico modo, davvero, io-

Mi strinse più forte e con un movimento fluido si appoggiò con la schiena contro la testiera del letto, e pensai a quanta forza stesse dimostrando Damien in quei pochi minuti: faceva da pilastro a me e a se stesso; se aveva perso la testa, sembrava non darlo a vedere, perché era dannatamente forte. Lui sì che era forte.

"Sei al sicuro, tesoro." Mi accarezzò i capelli e la schiena con movimenti dolci e lenti. "Sei al sicuro."

Un interrogativo mi ballonzolò nella mente, inclinai la testa verso l'alto e incollai il mio sguardo al suo.

"Che cosa sono?" Damien deglutì e schivò il mio sguardo. "Dames, non c'è niente che potrebbe dispiacermi, dimmi che cosa sono"— gli presi il viso tra le mani e lo guardai nonostante le lacrime—"ti prego, dimmi come mi hai salvata." Intrecciai le dita alle sue e solo in quel momento notai che mi mancassero dei tatuaggi. "Per favore."

Damien chiuse gli occhi, reclinò la testa all'indietro e sospirò. "Quando sono arrivato eri praticamente morta..." Deglutì. "H-Ho percepito il tuo cuore perdere un battito e il tuo respiro affannato quasi sparire del tutto, e... e il tatuaggio, il tatuaggio dell' unione stava sbiadendo, così ho compreso che stavi morendo, perché il nostro legame stava diventato sempre più sottile, più debole e fragile." Soffiò fuori dell'aria e deglutì ancora un paio di volte a vuoto. "Non potevo permetterlo, l'unica cosa di cui ero assolutamente certo era che non potevo permettermi di perderti e tuo padre, il terrore e la paura sul volto di tuo padre"—scosse la testa—"non penso di aver mai visto un Dio in stato di shock."

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora