VI

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Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, accampamento milizie Corte del Tramonto, Corte del Tramonto, Shattevel.

Ero stanca, così stanca che avrei potuto dormire per giorni interi, ma la voce di Damien mi aiutò ad uscire dalla coltre dell'incoscienza. Ero riuscita a salutare Drystan appena in tempo prima di riaddormentarmi come un sasso, ma ora ero in grado di tenere gli occhi aperti per più di cinque minuti, a malapena.

"Tesoro?" Avvertii una leggera carezza sulla fronte e mi mossi verso quel dolce tocco. "Devi prendere la pozione."

Sfarfallai le palpebre e notai la preoccupazione sul suo volto. Strinsi gli occhi ed esaminai più da vicino la sua espressione, accettando la pozione prima di infuriarmi.

"Cazzo, Damien."

Il mio tono dispotico lo sorprese e corrugò le sopracciglia.

"Che c'è?"

"Non ti azzardare, non ti azzardare a sentirti in colpa per questa gravidanza." Mi infuriai e piano piano le forze rimpolparono il mio corpo ed il mio potere iniziò a riscorrermi nelle vene, placido come un fiume in piena. "Siamo in guerra, abbiamo molti altri problemi, d'accordo?"

Abbassò lo sguardo e fissò le coperte che mi coprivano il ventre con un po' di rabbia repressa.

"Ho reagito male." Quasi sputò quelle parole e fui convinta si sentisse dannatamente in colpa. "Dovevo, dovevo pensarci, dannazione." La sua espressione si crepò in mille pezzi e con un movimento leggero della mano lo attirai su quel letto scarno, per poi accarezzargli i capelli con la testa nascosta nel mio collo. "Siete la cosa migliore che mi sia successa da cinquecento anni a questa parte"—la sua grande mano tatuata si appoggiò sul mio ventre, le sue labbra sul mio collo e chiusi gli occhi appagata di averlo così vicino da poter respirare con lui—"e non ci ho pensato, Seraphine." Scosse un po' la testa e i suoi capelli mi solleticarono la pelle nuda. "Non ci ho proprio pensato, dannazione; come, come potrai mai perdonarmi?" La sua voce si spezzò e si abbassò. "Come diavolo potrai mai?"

Accarezzai la schiena del mio bellissimo e valorosissimo compagno.

"Fai l'amore con me, Damien."

La sua testa scattò nella mia direzione e i suoi occhi si illuminarono; nonostante tutto il suo corpo cercò di allontanarsi da me, fu inesorabilmente spinto tra le mie braccia.

"No, è pericoloso e-

"Sto bene." Il mio sguardo si addolcì. "Sto bene, Damien, ma ho bisogno di te."

La notte successiva ero in forma e abbigliata come un guerriero. Damien mi aveva aiutata ad indossare una tuta di pelle corazzata, soprattutto sul ventre ed anche lui aveva poi indossato l'armatura, la classica armatura con lo stemma della Corte. Non lo avevo mai visto agghindato a quel modo, neanche durante la spedizione che avevamo condotto nel regno dei mortali ed era affascinante, dannatamente affasciante, ma quella notte era importante: ci eravamo riuniti all'interno della nostra tenda, la tenda del Comandante, del Re, e Damien, Cedar, Florian e qualche altro generale, che aveva combattuto nelle scorse guerre, stavano mettendo a punto un piano.

"Dobbiamo inviare un esploratore." Damien spostò il peso da un piede all'altro. "Dobbiamo per forza, non possiamo assolutamente aspettare che succeda qualcosa prima di agire."

Cedar grugnì con un cenno d'assenso ed in quel momento Morgan e Marcus entrarono nella tenda con sguardo duro e determinato.

"Possiamo inviare un paio dei nostri migliori soldati." Morgan sollevò il mento, conquistandosi la fama della spregiudicata seconda in comando. "Sono vampiri allenati, veloci e silenziosi."

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora