Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, Terre Mortali, Shattevel.
Ci eravamo divisi di nuovo e questa volta solo io e Damien viaggiavamo alla ricerca del Tempio di Cassandra, perché Cornelia aveva ritenuto necessario che solo in due proseguissimo, considerato che l'oracolo fosse piuttosto... come l'aveva definita? Indisponente e inoltre Damien si preoccupava per il regno, a causa della mia mania di pugnalare pennuti.
Così accolsi come una benedizione la nostra solitudine e cercai quanto più possibile di non pensare a quali pericoli avremmo potuto incontrare lungo il tragitto.
"Dimmi a cosa stai pensando." Il sussurro del mio compagno mi giunse ovattato a causa del cappuccio che entrambi avevamo deciso di indossare. "Sono curioso."
"Mh." Mi appoggiai di più a lui e la mano che mi circondava la vita, sempre lì nonostante stessimo cavalcando sullo stesso cavallo e a ritmo sostenuto, mi strinse maggiormente. "Sto pensando, che non vedo l'ora di godermi la vita accanto a te senza la paura di una guerra imminente." Girai la testa e mi allungai il tanto necessario per appoggiare le labbra sulla pelle del collo, proprio sopra i tatuaggi dorati, che continuavano lungo le sue orecchie a punta; per ora nessuno dei due aveva nascosto la propria natura, non era una necessità impellente, considerato che quella strada fosse completamente deserta. "Tu?"
Ridacchiò. "Più o meno lo stesso, ma meno romantico."
"Indecente," mormorai e mi abbandonai contro il suo petto. "Secondo te come ho fatto a creare quel collegamento?"
Damien pensò per qualche minuto e poi mi rispose: "credo che il tuo potere, ora che si è manifestato e che hai iniziato a utilizzare, stia diventando parte di te e sia in grado di connettersi alla sua sorgente: tuo padre; in più, non siamo realmente lontani dal Tempio di Cassandra, può essere che la sua magia abbia in qualche modo amplificato i poteri."
Annuii e poi un'altra domanda mi sorse spontanea. "Ma, cosa avresti fatto se non avessi scoperto che ero la tua compagna? A Serfall mi continuavi a far cercare nel Codex."
Questa volta udii un profondo sospiro provenire dall'interessato.
"Ser, nel corso degli anni ho avuto delle amanti"—mi irrigidii e anche lui sembrò poco propenso a continuare—"molte amanti, a dire il vero, ma se non ti avessi trovato, se non avessi compreso il nostro legame, e non avessi scoperto che eri la figlia di Lucifer, avrei dovuto tenere salda la mia copertura e completare la cerimonia dell'unione con chiunque."
Non risposi subito, perché in qualche modo provai gelosia nei confronti della sua vita sentimentale passata e anche se era infantile, non potevo combattere quel sentimento acido e pungente. Mi morsicai il labbro inferiore per evitare di fare la terza domanda, ma la mia bocca si mosse più velocemente delle mie intenzioni.
"Hai mai," mi schiarii la voce. "Sei mai arrivato quasi a sposarti con una delle tue amanti?" A quella domanda divenne un blocco di ghiaccio e cessai di respirare; contai dieci forti battiti e quando non rispose, una strana sensazione simile al terrore mi percorse le ossa inducendomi ad aprire la bocca e chiedere conferma. "Damien?" Mi girai e notai il sussulto del suo pomo d'Adamo. "Damien?" Quando non mi rispose mi portai una mano alla bocca e percepii il dolore nella mia cassa toracica. "Tu-Tu non mi hai mai detto nulla."
In qualche modo ritrovò la voce.
"Perché non c'è niente da raccontare." Fermò il cavallo e smontò; lo seguii a ruota senza fiatare. "Non c'è proprio nulla da raccontare, ero giovane e stupido, chiuso il discorso."
Chiuso il discorso? Pensai nella mia mente. Come poteva essere semplicemente chiuso il discorso? Lui sapeva tutto di me ed io, io non lo conoscevo abbastanza; anzi, evidentemente non lo conoscevo per nulla. Mi girai con la gola in fiamme, ma con estrema difficoltà fui in grado di trovare le parole per articolare la domanda senza scoppiare in un pianto isterico che mi avrebbe reso senz'altro ridicola.
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THE FALLEN | A Gods' Novel
AdventureSerrise era il luogo in cui ero nata e cresciuta, o almeno così avevo creduto per i primi cento anni della mia esistenza; la Città Celeste era una delle poche e caratteristiche costruzioni che conoscevo di Shattevel, il nostro mondo, e questo perchè...