Faylen, stanza del principe Drystan, Corte del Tramonto.
Mi ero risvegliata in seguito ad uno scossone che aveva colpito le fondamenta della Corte del Tramonto e a del trambusto che era scoppiato nei corridoi di fianco alla camera del principe, ma poi la stanchezza mi aveva di nuovo accolto tra le sue braccia, fino a quando Drystan non era rientrato nella sua stanza e allora i ricordi della mia confessione mi piombarono addosso con una potenza disarmante.
Chiusi gli occhi e presi due grossi respiri per calmarmi, per rallentare il battere furioso delle mie ali in accordo con quello del mio cuore e fronteggiare il presente. Il temibile presente di una guerra sull'orlo dello scoppio. Una guerra che era già scoppiata e che attendeva un vincitore.
"Come stai?" Drystan si accomodò al mio fianco sul materasso e mi allontanò i capelli azzurri dal viso; arrossii leggermente di fornite a quella tenerezza. "Faylen, ti sei riposata?"
"Bene, sì abbastanza," sussurrai colpita da quel gesto e quella premura. "E tu?"
Notai con particolare cura come i suoi capelli fossero del tutto spettinati e la blusa assurdamente in disordine; da quando l'avevo conosciuto, non l'avevo mai visto così dissestato come quel pomeriggio, doveva essere successo davvero qualcosa di importante per averlo ridotto a quel modo, ma era così sensuale in confusione, che quasi mi dispiaceva doverglielo far notare.
"Abbiamo liberato gli Dei."
Mi sollevai di scatto e per poco non sbattei la fronte contro la sua, dimentica del disordine dei capelli e dei vestiti.
"Gli Dei?"
Annuì con foga ignaro dei miei scabrosi pensieri sui suoi capelli.
"L'unico modo per sconfiggere Eldrik e gli arcangeli." Poi abbassò le palpebre con lentezza sulle mie labbra e compresi che forse il mio odore aveva iniziato a modificarsi, considerato che i Fae erano addirittura in grado di captare le esigenze altrui. "Ho bisogno di provare una cosa, Faylen." Lo osservai deglutire e arricciai le dita delle mani intorno al lenzuolo quando si avvicinò, ma continuò imperterrito: "è da quando ti ho vista che mi sento soffocare e ho bisogno di capire se è perché tu potresti-
"Io potrei?" Mi avvicinai anche io e mi inebriai di quelle iridi argento. "Potrei?"
"Non lo so, è solo che..."
Questa volta decisi io. Gli presi il viso tra le mani e lo baciai. Avevano scelto gli uomini per tutta la mia vita, per una volta volevo essere l'artefice del mio destino. Drystan non si allontanò; al contrario, mi spinse sul letto e mi sovrastò con il suo peso, ma non gli permisi di soffocarmi, rivolsi la situazione a mio vantaggio senza smettere di baciarlo. A cavalcioni gli slacciai la cintura e le mie ali sfarfallarono mentre le sue mani distruggevano la sua blusa e i suoi pantaloni, che mi avevano tenuto al caldo nel Regno di Gwindililing.
"Mio Dio." Passò in ammirazione i palmi sulla pelle abbronzata del mio addome e seguì le linee azzurrine, rosa e verdi che impregnavano il mio corpo. "Sei, sei."
Non lasciai che terminasse la frase e lo baciai di nuovo. Drystan... sembrava che la mia mente e il mio olfatto urlassero Drystan, che fossero impregnate dalla sua essenza; le mie ali lo circondarono e in ammirazione sfiorò la membrana sottile e scintillante, facendomi inarcare contro di sè. Quel tocco era un afrodisiaco per qualsiasi essere con le ali e tremai rischiando di cadere sopra il suo corpo, ma Drystan mi sorrise e sorresse.
"Iniziano a piacermi." Ridacchiai e intrecciai le mani alle sue, portandogliele sopra la testa; Drystan mi guardò in ammirazione. "E inizia a piacermi anche la tua mania di comando."
Ma senza darmi il tempo di registrare il movimento, il Fae riempì ogni singolo centimetro che ci separava con sinuosa facilità e rimasi con il fiato sospeso, assaporando il contatto. Le mie ali sfarfallarono ancora e un po' di polvere fatata si adagiò sul lenzuolo del letto, sul Fae sdraiato sotto al mio corpo e ina strana emozione atavica si attorcigliò al mio stomaco; Drystan la raccolse con le mani e ridacchiò, ma poi la sua attenzione fu catturata da altro e il mondo intorno a noi sfumò. Ci fu un momento, un particolare momento in cui d'istinto trovai necessario esporgli il collo, senza sapere esattamente che cosa significasse per i Fae e quando le sue zanne si chiusero contro la pelle, esplosi.
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THE FALLEN | A Gods' Novel
AdventureSerrise era il luogo in cui ero nata e cresciuta, o almeno così avevo creduto per i primi cento anni della mia esistenza; la Città Celeste era una delle poche e caratteristiche costruzioni che conoscevo di Shattevel, il nostro mondo, e questo perchè...