VIII

952 71 21
                                    

Seraphine, consorte di Damien, Re della Corte del Tramonto, accampamento milizie della Corte del Tramonto, Corte del Tramonto, Shattevel.

Tutto intorno a me regnava la confusione, così come nella mia dannata testa; mi ero allenata duramente per quel momento, ma la mia unica preoccupazione era Aideen e la mia mente era un calderone di panico, che non permetteva di focalizzarmi su nulla. Damien, accanto a me in posizione di combattimento, si lanciò nella direzione di... assottigliai lo sguardo e impallidii, qualcosa dentro di me divenne pesante come un incudine in mezzo al mare e mi fossilizzò in quel pezzettino di terra del campo di battaglia.

Deglutii, impossibilitata a muovermi, ma solo a respirare. Re Eldrik aveva utilizzato lo stratagemma per imprigionare gli Dei: il metallo di cui era formata la gabbia di Jujah. Il bronzo. Il bronzo puro era l'unico materiale che poteva intrappolare un Dio, immobilizzarlo e renderlo innocuo, le leggende lo chiamavano l' Ammazza Dei, confiscato in tutto il globo e preservato nelle Montagne Spaccate per evitare questo tipo di impedimento.

Quando provai a concentrarmi sulle mie dita dei piedi, non riuscii nemmeno a percepire le unghie, tutto era immobile e vuoto dentro di me; sembrava come spingere contro un grosso e pesante muro. La paura per la mia bambina mi serrò la gola e in un attimo incontrai il pallido volto di Damien. Notti prima avevamo messo in conto che avrebbero potuto utilizzare il bronzo puro, che Re Eldrik avrebbe potuto trovare dei rimasugli nelle Montagne Spaccate, luogo pieno di demoni e creature malvagie tenuto sotto controllo dal potere di Shattevel; eppure, nelle nostre peggiori supposizioni si trattava di un po' di quel bronzo, non una quantità tale da poter forgiare le intere armature del suo esercito.

"Dam-Damien." Mossi le labbra con difficoltà e rantolai il suo nome.

"Cedar, Florian, Kalashtar, Drystan!" Tuonò in mezzo al campo di battaglia, seccando un demone con un colpo di spada; sgranai gli occhi alla vista della sua precisione. "La vostra Regina è la priorità." Ne uccise un altro tranciadogli la testa a metà con la stessa semplicità con cui avrebbe potuto tagliare un pezzo di pane. "Non me." Con il viso sporco di sangue e un luccichio sinistro negli occhi argento e amaranto sorrise. "Io me la cavo da solo."

Ingoiai un po' di saliva e provai un sordo terrore nel profondo del mio essere, ma il mio stato di prigioniera non mi permetteva di sillabare alcunché o oppormi al suo ordine. I quattro guerrieri si schierarono nella radura circondandomi come un unico grosso organo ed iniziarono a combattere come una piccola legione: in sincronia e con perfetta determinazione.

Cercai quanto più possibile di allungarmi e scrutare l'accampamento che ormai era diventato un campo di battaglia, ma quella mia morbosa ricerca di Damien risultava infruttuosa. Ero io il loro bersaglio e dovevo ricordare a me stessa il mio valore: non ero solo una semidea, figlia di Lucifer, ma anche una gemma ed una Fae; non mi potevo muovere, questo forse era vero, ma i poteri della stirpe dei Fae e delle gemme potevano risultare utili e non erano vincolati dal bronzo.

Potevo farcela, dovevo solo evitare di stancarmi troppo, ma potevo farcela, potevo davvero liberarmi ed essere utile.

"Non ci pensare nemmeno," grugnì Cedar che colse il lampo nei miei occhi nel momento in cui compresi quali poteri avessi potuto scatenare, nonostante la mia immobilità. "Non"—calò la spada su un altro nemico prima di continuare—"non puoi nel tuo stato, cazzo." Kalashtar lo aiutò a finire un altro servo di Eldrik e un demone arruolato dalle Montagne Spaccate. "Non ti azzardare."

Ma dovevo provarci, dovevo provarci e così chiusi gli occhi, alienandomi dal clangore di spade e grugniti di soffferenza; nonostante le imprecazioni dei guerrieri, allontanai la paura per Damien e Aideen, e respirai a fondo.

THE FALLEN | A Gods' NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora