Il mio posto è questo

1.1K 20 1
                                    

LEILA

«oh mio dio» mormoro esausta mentre mi dirigo agli armadietti, stamani è davvero una tortura venire a scuola.

Ieri sera io e Jace siamo andati a letto, siamo rimasti fino a tardi a coccolarci, o meglio, sono rimasta a coccolarlo finché non ho visto il suo telefono illuminarsi ed ho letto l'orario.

Erano le 2.34 quando si è addormentato tra le mie braccia, con le mie mani che accarezzavano e tiravano dolcemente i suoi capelli.

Ed ora credo proprio stia dormendo da qualche parte del piano superiore, quello meno usato dai compagni e dal personale scolastico.

Ripongo per bene i libri nell'armadietto e intanto cerco con lo sguardo una chioma castana o magari una corvina.

Niente di niente.

Mi mordo il labbro mentre chiudo l'anta di metallo e mi preparo ad uscire qualche minuto, abbiamo un'ora di buco perché il professore di italiano è malato e posso andare a lezione anche con qualche minuto di ritardo.

Lancio un'occhiata alle macchinette non troppo affollate e decido di farci un salto; non mangio le mie care M&M's da parecchio tempo.

Raggiunti questi pezzi di metallo rotti, infilo le monete nella piccola fessura e in qualche secondo ho in mano un pacchetto di caramelle e delle M&M's.

Le apro immediatamente portandomene una alla bocca, un verso di approvazione esce dalle mie labbra e qualche compagno mi fissa malamente.

È qui che ho incontrato Kevin.

Spalanco leggermente gli occhi e cammino in direzione delle porte principali della scuola, lascio le caramelle nella tasca piccola del mio zaino e in una mano tengo una manciata di M&M's mentre nell'altra il telefono.

Controllo se almeno mi hanno lasciato un messaggio, Jace e Tom si sono letteralmente volatilizzati oggi.

Sto per uscire dalla scuola quando una mano afferra il mio braccio, riconosco la stretta e la forza che applica per tenermi.

Mi volto verso di lui e pronta a domandargli dove fosse finito, intravedo il suo volto leggermente rosso e gli occhi in pieno panico.

«che succede?» chiedo allarmata, lui mi trascina fuori e mi porta sul retro abbandonato della struttura, dove di solito ci sedevamo io e Tom.

«nulla di grave, fortunatamente» dice e inizio a temere il peggio, con chi ha fatto una rissa, ora?

«con chi hai litigato?» le mie parole escono molto accusatorie e dure, quando doveva solo essere una domanda di pura curiosità e preoccupazione.

«nessuno» mormora «ma ci è mancato davvero poco» boccheggia ogni tanto, al che appoggio una mano sul suo ginocchio e mi volto con il corpo verso di lui.

«stai bene?» scuote il capo.

«ricordi il giorno in cui mi hai detto che se avessi avuto attacchi d'ira avrei dovuto chiamare te?» annuisco reprimendo un sorriso da ebete.

«che hai fatto?»

«ho incontrato Kevin e Tyler per i corridoi» mi mordo un labbro e il sguardo cade lì «c'era anche quella cozza di Melanie» mi irrigidisco.

«Kevin e Tyler hanno iniziato a fare battutine su di me mentre mi guardavano con sufficienza, Melanie si è attaccata al mio braccio» affondo le dita nella pelle del suo ginocchio.

La rabbia prende il sopravvento. «sono corso a cercarti perché altrimenti avrei combinato un casino» si avvicina e mi afferra i fianchi.

Mi porta sulle sue gambe e mi tiene saldamente, come se in qualche modo potesse scaricare la sua rabbia su di me.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora