Sei irritante

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LEILA

Ridacchio spostandogli le ciocche dalla fronte, la sua mano accarezza il mio fianco mentre mi sporgo verso di lui.

Sorride, i suoi occhi sono accesi da uno strano luccichio che sarebbe capace di illuminare una stanza interamente al buio.

Quando posa la mano sulla mia guancia per avvicinare le nostre bocche, la campanella suona facendomi sussultare, Tom entra in classe mentre lancia un'occhiata a Kevin.

«ci vediamo domani» sussurra al mio orecchio, lo trattengo tirandogli un lembo della giacca.

«dopo non ci sei?» scuote il capo «va bene, a domani» sorrido mentre gli lascio un bacio sulla guancia, esce velocemente dall'aula che si sistema.

«finalmente un po' di pace» sbuffa sedendosi «abbiamo l'ora libera, il prof manca» mi fa notare, io annuisco sistemando le mie cose, è l'ultima ora e dopo dovrei andare a casa con Jace.

«siamo finalmente noi due» sorrido «nessun Kevin, e nessuna-» si interrompe spostando lo sguardo dietro di me «e Jace» fa un cenno col capo e quando mi volto un Jace assonnato afferra una sedia e mi affianca.

«ciao» mi volto, lui mi sorride.

«che ci fai qui?» domanda il mio amico, Jace rotea gli occhi e si appoggia al banco.

«mi annoiavo» annuisco «e voi siete le uniche persone a cui posso dar fastidio» gli tiro uno scappellotto in testa, lui risponde con una spinta.

«prima che scoppi una rissa» ci separa «per sicurezza» mi sorride mentre mi tira verso di lui, mettendomi a distanza da Jace che ci osserva annoiato.

«Tom, lo sai che non mi farebbe del male» noto con la coda dell'occhio un leggero sorriso sul volto del ragazzo corvino al mio fianco.

«dove lo hai lasciato il cappuccio, Carter» mi fa il verso ed io ridacchio.

«a casa mia, Thompson» risponde a tono, ridacchio e quando i suoi occhi si legano ai miei mi rivolge un sorriso, diverso dagli altri.

«a proposito di casa, oggi andiamo da me» il mio migliore amico si agita dietro di me.

«mh, prevedo belle cose, qui» Jace trattiene una risata mentre io lo rimprovero contrariata, sa benissimo com'è la situazione tra me e Jace, e poi io ora mi sto frequentando con Kevin.

«niente belle cose amico, solo tante parole e libri» dice Jace, Tom si rabbuia.

«gli Jeila» mormora all'improvviso, io roteo gli occhi capendo al volo mentre Jace confuso mi guarda.

Non lo sopporto quando inventa questi nomi strani.

****

«cos'è questa storia degli Jeila?» domanda mentre mi fa strada per entrare, in confronto alla mia casa il suo appartamento è a venti minuti dall'università.

Ignoro la sua domanda e mi guardo intorno.

È un appartamento molto carino, peccato però che sia parecchio in disordine, felpe e vestiti sono sparsi sul pavimento della camera e, stranamente, ci sono dei libri sul tavolo.

«carino» mi guardo intorno «ma in disordine» sghignazzo, lui mi liquida con un gesto della mano e getta lo zaino sul tavolo, sospirando si toglie la giacca e la felpa, rimanendo in t-shirt.

«non ho tanta voglia di mettere in ordine» si siede sul divano, dinanzi a lui ha un televisore, e posso notare una scatola nera, suppongo sia la play station.

«che fai?» domando sedendomi al suo fianco, lui scrolla le spalle accendendo la tv, appare subito un cartone animato.

«ti piacciono i cartoni animati?» domando sorridendo nella sua direzione, annuisce concentrato nell'osservare le figure colorate che si muovono, Lo straordinario mondo di Gumball, penso.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora